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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Natale a scuola, Bergonzi (Pd): «Negare ciò che siamo è una strada sbagliata»

«Quando si rivestono ruoli di insegnamento, occorre la consapevolezza che lì si formano gli italiani di domani ed impoverirli, negando loro la magia del Natale ed i valori profondi che lo accompagnano, significa fare un pessimo servizio sia a loro, che all'intera comunità»

«Quando si arriva a mettere in discussione persino la celebrazione del Natale a scuola e la si nega ai bambini, significa che le Colonne d'Ercole dei valori fondanti della nostra comunità, sono state abbondantemente superate. Farlo poi in nome di una presunta "attenzione" verso fedi religiose diverse dalla nostra è non solo grottesco, ma è il peggior servizio si possa fare al quel percorso di integrazione, che è ciò che desidera la stragrande maggioranza sia dei vecchi che dei nuovi cittadini, che in fondo chiedono solo di vivere insieme, pacificamente, nel rispetto reciproco, nel rispetto delle leggi, delle regole e degli usi e costumi di ciascuno». Scrive in una nota il parlamentare Pd Marco Bergonzi. 

«Negare ciò che siamo, ciò che è parte indissolubile della storia, della cultura e delle tradizioni del nostro Paese, negare valori condivisi sia da credenti che da non credenti è una strada sbagliata, che porta a contrapposizioni, chiusure ed alla sacrosanta difesa dei valori che si mettono in discussione. Non è neanche ciò che chiedono gli stranieri, che non si sognano neppure (salvo casi sporadici di estremismi da rigettare con fermezza), di avanzare la pretesa che il Paese che li ha accolti, rinunci ai propri valori, a causa loro. Non dovrebbe esserci bisogno di ribadire che lo stato è laico, è ovvio ed indiscutibile, ma quando si rivestono ruoli di insegnamento, occorre la consapevolezza che lì si formano gli Italiani di domani ed impoverirli, negando loro la magia del Natale ed i valori profondi che lo accompagnano, significa fare un pessimo servizio sia a loro, che all'intera comunità. Scaricare il proprio laicismo esasperato sui bambini, sui ragazzi, non può avvenire ad opera di chi dovrebbe "insegnare": una scuola così non so cosa insegni, ma senz'altro non forma. A triste ed avvilente corollario di episodi vergognosi come questo, vi è poi lo squallido show dei politici che utilizzano fatti come questo per ergersi ad eroici "difensori del tempio", utilizzando la ghiotta occasione per declamare proclami e calcare la passerella di volta in volta offerta dalla cronaca, alla perenne ricerca di "grattare" qualche voto qua e là».

«Sono peraltro gli stessi che compiono pellegrinaggi interessati in occasione di calamità naturali, che sui luoghi dei disastri hanno la ricetta per tutto, che, se governassero loro, porterebbero più aiuti, più soldi, più sicurezza; intenti in realtà, solo a volteggiare sulle tragedie, approfittando della situazione per cercare di sciacallar consensi. Due facce della stessa medaglia di latta, anzi forse la stessa». Conclude. 

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