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Natale e polemiche, Girometta: «Non dobbiamo rinunciare alla nostre radici»

Maria Lucia Girometta, consigliere comunale Forza Italia: «Non sta scritto da nessuna parte che dobbiamo rinunciare alla nostre radici, e allora lasciamo che i nostri figli crescano e amino le immagini del Natale che abbiamo vissuto noi, un Natale fatto di preghiere e raccoglimento, ma anche di simboli ed immagini che rappresentano una festa»

«Kamel Layachi - afferma Maria Lucia Girometta, consigliere comunale Forza Italia - studioso coranico e imam delle comunità islamiche del Veneto ha detto: "Il presepe ci ricorda la nascita di un profeta tra i più grandi nella storia dell'umanità. Il sacro Corano ricorda più volte Gesù e dedica un'intera sura a sua madre, la vergine Maria. Perciò la rappresentazione della natività cristiana è una bellissima tradizione e un punto d'incontro e di conciliazione tra due fedi religiose. Non c'è ombra di discordia nel presepe, forse chi lo vieta e lo bandisce dalle scuole è animato da spirito laico o da un atteggiamento ateo ma evocare un presunto turbamento dei musulmani è contrario alla verità". Perché allora tanta polemica, soprattutto da parte di certa politica che difende ad oltranza le posizioni di quella gente che vorrebbe abolire qualsiasi cosa ci ricorda la nostra fede e le nostre consuetudini». 

«Non si tratta di una guerra tra religioni - continua Girometta - non si tratta di voler far assumere al presepe, all'albero di Natale, alle tradizionali canzoni natalizie il significato di gesti o simboli provocatori verso altre religioni, ma si tratta di ribadire con fermezza che l'Italia ha radici cristiane e tali radici rappresentano le fondamenta della nostra civiltà, oltre a far parte del patrimonio culturale del nostro Paese».

«É vero - dice il consigliere comunale - siamo uno Stato laico e non più confessionale, ma tale principio prevede che a tutti venga garantita la libertà di professare la propria religione. Occorre ribadire che il Concordato del 1984, che ha modificato i patti Lateranensi (coi quali l'Italia regola i propri rapporti con la Chiesa Cattolica) e che è riconosciuto dalla nostra Costituzione all’articolo 7 in quanto modifica di questi, considera, all'articolo 9, i principi della religione cattolica quali "patrimonio storico del popolo italiano"e prevede, inoltre, che l’insegnamento della religione cattolica continuerà ad essere assicurato all'interno delle scuole pubbliche, seppur lasciando ai genitori la facoltà di scegliere se avvalersene o meno nell’interesse dei propri figli».

«Non sta scritto da nessuna parte - conclude - che dobbiamo rinunciare alla nostre radici, e allora lasciamo che i nostri figli crescano e amino le immagini del Natale che abbiamo vissuto noi, un Natale fatto di preghiere e raccoglimento, ma anche di simboli ed immagini che rappresentano una festa, fatta di luci, statuine e alberi illuminati».


                                                                     

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