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«Non c’è la voglia di affrontare la vicenda Borgo Faxhall, ecco perché il sindaco si rivolge alla Procura»

Inchiesta Borgo Faxhall, Stefano Cugini (Pd): «Per non sbagliare, basta non fare. Così la Giunta preferisce bloccare tutto e portare le carte in Procura. Questa mossa sarà un boomerang». Pecorara (Fi): «L’avevamo detto che scoppiava una “bomba”». Il sindaco: «Mio dovere trasmettere gli atti laddove ci sono perplessità»

Per due ore e mezzo di dibattito l’argomento non è stato neanche accennato. Poi il capogruppo di Forza Italia Sergio Pecorara non ha resistito alla tentazione di riportare in Consiglio comunale l’inchiesta sulla pratica di compravendita di Borgo Faxhall – portata avanti dalla Procura di Piacenza e dalla Corte dei Conti – e che vede attualmente indagati l’ex assessore ai lavori pubblici Silvio Bisotti e i dirigenti comunali Taziano Giannessi e Giovanni Carini. «Io e Massimo Trespidi di Liberi – ha detto Pecorara – siamo stati preveggenti sulla vicenda di Borgo Faxhall, c’era una bomba che stava scoppiando, lo sentivamo. Mi limito a dire questo». Il capogruppo del Partito Democratico Stefano Cugini ha così colto l’occasione per esprimere il pensiero dei dem su una vicenda che vede protagonista, suo malgrado, il segretario provinciale del partito, all’epoca dei fatti assessore all’urbanistica della Giunta Dosi.  «Parlo a una maggioranza di stampo liberale – spiega Cugini -. Se facciamo i garantisti, lo siamo fino a prova contraria. La magistratura deve fare tutti i passaggi che ritiene di fare. Se poi ci saranno derive diverse, chi avrà responsabilità ne risponderà davanti alla legge. Però suggerirei di essere prudenti e tenere tutti i toni bassi, perché comunque ci sono di mezzo delle famiglie. E sappiamo che l’avviso di garanzia in Italia purtroppo equivale in una condanna. Noi del Pd, rimaniamo garantisti». Cugini ha dato una stoccata all’Amministrazione Barbieri, allineandosi un po’ al pensiero dell’amministratore della galleria Cesare Bertola, che a IlPiacenza.it ha contestato l’atteggiamento del sindaco: è stata proprio Barbieri a richiedere l’attenzione di Procura e Corte dei Conti sulla pratica. «L’assessore Bisotti – ha dichiarato Cugini - è convinto di aver fatto le cose correttamente. È stato però illuminante leggere le dichiarazioni dell’amministratore della galleria Bertola. Non avevo mai visto una Giunta che, invece di affrontare la pratica, decide di mettere tutto in pausa e rivolgersi alla Procura. La politica, fatta da una Giunta di avvocati, che si trasferisce in magistratura, nelle aule di tribunale: non avrei mai creduto a una cosa del genere, di doverci abituare a regole d’ingaggio diverse. La politica ci ha votato per decidere qui dentro, non per demandare alla Procura. L’ho trovato di poco stile da parte dell’Amministrazione, così come ho visto poco stile nel commento stringato del sindaco».

Cugini ha messo a confronto il comportamento dell’ex sindaco Paolo Dosi con quello di Barbieri. «Il messaggio che passa da questa Giunta è: “per non sbagliare, basta non fare”. Il sindaco Dosi insomma, secondo il vostro ragionamento, avrebbe sbagliato a dire al suo assessore Bisotti di risolvere la vicenda Borgo Faxhall. Attenzione, temo che sia un “boomerang” clamoroso. Se ad ogni atto con perplessità portiamo le carte in Procura…Potremmo farlo anche noi su diversi vostri atti, ce ne sono di cose. Come quando avete tolto le zone pubbliche dalla scelta dell’area del nuovo ospedale. Non è stata una gran mossa politica rivolgersi alla Procura: non volete affrontare le cose, allora le bloccate».

La replica del sindaco Patrizia Barbieri non si è fatta attendere. «Non avrei mai voluto parlare di questo argomento in Consiglio – ha Patrizia Barbieri-42detto il primo cittadino - per rispetto delle persone coinvolte e della vicenda. Però sono stata tirata in ballo da Cugini. Ma non può passare questo messaggio: non è vero che non volevamo affrontare la pratica di Borgo Faxhall. Anzi, proprio perché l’abbiamo studiata, abbiamo ritenuto che fosse nostro dovere rivolgersi alla Procura. Il sindaco è un pubblico ufficiale e deve trasmettere gli atti, laddove ravvisa qualche dubbio. Ritengo che sia mio preciso dovere segnalare, non mi sostituisco di certo all’autorità giudiziaria. Qua si sta parlando dei soldi dei piacentini, bisogna sapere se sono stati spesi correttamente – io spero che sia così, che ci sia stato l’interesse pubblico in questo atto – o meno. Ho fatto ciò che ogni amministratore deve fare: c’erano dei dubbi ed è giusto che altri li giudichino».

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