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Nuovi oneri di urbanizzazione e costi di costruzione, ok alle riduzioni decise dall’Amministrazione

Centrodestra compatto sul tema. Ritoccati dopo vent’anni i valori: ecco tutte le riduzioni previste

È passato anche in Consiglio comunale, senza particolari problemi di tenuta per quanto riguarda la maggioranza di centrodestra (che ha votato compatto), l’aggiornamento dei costi di costruzione e degli oneri di urbanizzazione. Sono stati previsti alcuni tagli, non quelli che si aspettava l’associazione dei proprietari di case Confedilizia (che contesta la penalizzazione nei confronti di chi costruisce fuori dai contesti urbanizzati), ma riduzioni che non mettono a rischio la tenuta del bilancio del Comune. La seduta fiume del 30 settembre, l’ennesima protratta fino a mezzanotte, con un dibattito di otto ore (cinque su questo argomento), ha visto il Comune di Piacenza ritoccare i suoi valori, fermi da vent’anni. L’opposizione si è sparpagliata tra contrari (Pd, Movimento 5 Stelle, Piacenza in Comune, Piacenza Oltre) e astenuti (Liberi, La Piacenza del futuro). «La delibera regionale è estremamente gravosa – ha commentato l’assessore all’urbanistica Erika Opizzi - rispetto alla situazione attuale. Introduce, infatti, come base di calcolo per il costo di costruzione, i valori dell’osservatorio del mercato immobiliare, in aperto contrasto con la disciplina nazionale che fa invece riferimento ai valori dell’edilizia residenziale sociale». La Regione ha dato ai Comuni alcune possibilità di intervenire al fine di adeguare le tabelle regionali in base alle esigenze territoriali, sia in aumento sia in diminuzione. Piacenza ha deciso di ritoccare al Erika Opizzi-7ribasso questi contributi, senza pesare più di tanto sul bilancio dell’ente. «Le riduzioni che noi abbiamo previsto – ha aggiunto l’assessore - sono state pensate al fine di salvaguardare il mercato immobiliare ancora in sofferenza, ben consci della significativa importanza che il contributo riveste per il bilancio comunale».

I RITOCCHI

L’Amministrazione ha scelto di applicare la massima riduzione possibile (ovvero il 15%) per tutti gli oneri di urbanizzazione (mentre non era possibile ritoccare in alcun modo i costi di costruzione). Poi, sono state applicate al massimo tutte le altre riduzioni previste per gli oneri. A chi costruisce nelle frazioni -30%; per le residenze per anziani, strutture assistenziali e sanitarie educative il -50%; per l’edilizia residenziale sociale il -20%; per le microaree familiari per inclusione di rom e sinti il -20%; per gli interventi in aree ecologicamente attrezzate il -20%; per le tettoie destinate a depositi il -30%. Per ulteriori misure di qualità edilizia come definite dal PUG e RE il -30%, se l’intervento rispetta particolari requisiti previsti dal documento energetico ambientale, mentre è al -30% in caso di interventi di ristrutturazione di edifici che prevedano il superamento delle barriere architettoniche. Tutte le riduzioni sugli oneri sommate tra loro non potranno comunque superare la riduzione massima del 70%.

«La Regione che punta sulla rigenerazione e sul consumo di suolo zero – ha aggiunto Opizzi - dà la facoltà ai comuni di ridurre da un minimo del 35% ad un massimo del 100% l’intero contributo di costruzione all’interno del territorio urbanizzato. Fino ad oggi il Comune di Piacenza applicava il 20% di riduzione. Abbiamo ora deciso di applicare la riduzione di legge pari al 35%, che si applicherà solo se avverranno nel territorio già urbanizzato o per interventi di ristrutturazione urbanistica ed edilizia. Scatterà invece la riduzione dell’85% degli oneri per interventi destinati alla funzione turistica ricettiva e del 35% sul costo di costruzione».

 

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