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Nuovo ospedale, Rabuffi: «Un regalo al partito del mattone e della spesa pubblica»

Il consigliere di “Piacenza in Comune” ritorna sulla questione: «Gli oltre 200 milioni di euro previsti sono soldi delle nostre tasse, devono tornare sottoforma di servizi vitali. In primis la cura e l’assistenza»

«Il giorno di Ferragosto – fa sapere in una nota il consigliere comunale di Piacenza in Comune Luigi Rabuffi - uscendo dal “vecchio” Ospedale di via Taverna, il mio pensiero si è soffermato sul fatto che, da qualche tempo, il dibattito sul “Nuovo” Ospedale è totalmente scomparso dall’orizzonte politico. Svanito nel nulla come una visione nel deserto. E’ stato sufficiente che il Consiglio Comunale votasse a favore della nuova struttura per zittire, con ampia soddisfazione, tutti coloro che fino al giorno prima gridavano all’emergenza sanitaria. Quasi che il Polichirurgico ed il “vecchio” Ospedale, più che una risorsa per il nostro territorio, rappresentassero (e rappresentino) per Piacenza un problema.

Un’emergenza così grave da rendere addirittura irrilevante il fatto di non conoscere il luogo in cui si insedierà il Nuovo Ospedale, quanto costerà ai piacentini e quali conseguenze porterà al sistema sanitario territoriale, al traffico, all’occupazione ed al commercio.

Dati fondamentali per una qualsiasi “grande opera pubblica” ma che, nel caso specifico, sono stati sovrastati e soffocati dalle tante certezze spese dal management aziendale e dalla maggioranza:

  • oggi mancano medici e infermieri? Nessun problema, il Nuovo Ospedale attirerà a Piacenza eccellenze da tutta Italia, così azzerando le liste d’attesa;
  • le attuali stanze di degenza sono poco accoglienti? No problem, il Nuovo Ospedale ne offrirà, con la massima confortevolezza, ad uno, massimo due posti letto;
  • il trasferimento dei pazienti tra i reparti è attualmente scomodo e accidentato? State certi che con il Nuovo Ospedale il traffico delle barelle sarà fluido e in sicurezza;
  • non si sa dove parcheggiare le autovetture del personale e dei visitatori? Problema risolto, il Nuovo Ospedale offrirà una gamma completa di parcheggi, compreso l’eliporto.

Senza contare inoltre la nuova tecnologia, il risparmio energetico, la mensa e persino il “nido” e il “centro diurno” aziendale …

Che spettacolo! Ma quando sarà pronta questa meraviglia? Tranquilli, ci è stato detto, è quasi sicuro che fra 8/10 anni il Nuovo Ospedale sarà pronto.

E dove si farà. Certamente a Piacenza, da qualche parte.

Ma sino ad allora come ce la caveremo? Nessun problema, si troveranno le giuste e razionali soluzioni.

E al posto dei due Ospedali cosa nascerà? Accidenti, non si può decidere tutto subito. C’è tempo per ragionare…

Ora che il quadro è finalmente chiaro (???) mi sia consentito richiamare quanto riportato dal nostro quotidiano in un interessante articolo del 12/8 u.s., da cui risulta che mentre le malattie non vanno mai in vacanza, l’attuale Ospedale di Piacenza - causa la carenza di medici e infermieri – vive situazioni al limite del collasso. Specie al Pronto Soccorso. Specie in quei reparti collegati a patologie “stagionali” (traumi, bronchiti, polmoniti). Specie laddove i pazienti sono bambini ed anziani.

Una situazione talmente critica e ricorrente che difficilmente il Nuovo Ospedale (pronto nel lontano 2026-2028) potrà sanare, ma che verrà risolta solo ed esclusivamente offrendo ai cittadini, oggi, ciò che i cittadini chiedono: una maggiore ed una migliore assistenza. Più medici, più infermieri, più posti letto, più attenzione al “bisogno”. Ecco ciò che serve subito.

E serve subito anche se il “bisogno” dei cittadini si scontra con le attuali politiche sanitarie, che limitano i ricoveri, riducono i tempi di cura, dettano le procedure e standardizzano la spesa sanitaria. Dimenticando che ammalarsi è una condizione non voluta, che va curata e supportata con pazienza e professionalità. Non trattata burocraticamente, spesso con fastidio.

Con questa visione, l’idea di un Nuovo Ospedale da 200-250 milioni di costo, senza un posto letto in più rispetto agli attuali e nonostante una popolazione ultrasessantacinquenne che aumenta, richiedendo una maggiore capacità di cura, appare esclusivamente un costoso investimento immobiliare. Un regalo al partito del mattone e della spesa pubblica.

E sentirsi dire, oggi, che non ci sono i soldi per assumere medici ed infermieri appare una enorme presa in giro. Ma come? Quei 200-250 milioni per il Nuovo Ospedale di Piacenza cosa sono, bruscolini? E gli 800 milioni di euro complessivamente destinati dalla Regione ai nuovi Ospedali di Piacenza, Cesena e Bologna sono forse finti come quelli del Monopoli?

Certo, in base ai principi contabili la spese corrente (cioè le assunzioni di personale) è altra cosa rispetto alla spesa per investimenti (il Nuovo Ospedale) ma questi principi contabili sono figli di scelte politiche, non di decisioni divine. E sta alla politica adattarle al bisogno dei cittadini, cambiandole se necessario. In fin dei conti quei soldi sono i nostri. Sono i soldi delle nostre tasse. Quelli che versiamo allo Stato, alla Regione ed al Comune. E a noi devono tornare sottoforma di servizi vitali. In primis la cura e l’assistenza. Basta, allora, coi burocrati e con la burocrazia sanitaria. Riprendiamoci la libertà di decidere e scegliamo il nostro futuro, ricordandoci sempre che la buona sanità la fanno gli operatori, con i loro cuori e con la loro professionalità. Non di certo i muri affrescati di un bell’ospedale, nuovo, lindo, ma desolantemente deserto».

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