rotate-mobile
Politica

«Oltre il 60% dei detenuti a Piacenza sono stranieri»

Gloria Zanardi, esponente di Forza Italia: «Al fine di prevenire il problema della delinquenza legata all'immigrazione, oltre al potenziamento del controllo della polizia municipale, l'amministrazione deve mettere in campo una strategia ben più ampia e lungimirante»

«Pur non potendo stabilire un nesso di correlazione diretta tra indici di criminalità e presenza di stranieri in città, risulta però evidente, dai dati statistici, che l’afflusso e la permanenza a Piacenza di un numero cospicuo di immigrati è foriera di episodi negativi per l'ordine e la sicurezza pubblica, soprattutto in alcune zone di Piacenza ove la concentrazione di cittadini extracomunitari è superiore», afferma Gloria Zanardi, esponente di Forza Italia. 

«Il dato è prima di tutto culturale. Coloro che provengono da determinate etnie veicolano costumi eterodossi rispetto alla comunità ospitante che, da un lato, se positivi, portano multiculturalità ed arricchimento, dall'altro, nel caso di esasperazione e degenerazione di certi usi, portano a comportamenti che vanno oltre la civile convivenza e la legalità.  E’ il caso, ancora una volta, di citare il Quartiere Roma, ove le forze dell'ordine hanno sempre realizzato una massiccia opera di prevenzione e repressione dei reati, ma a cui non è seguita un'altrettanto adeguata opera da parte delle altre istituzioni. Non si può più ignorare che anche Piacenza non sia rimasta estranea al trend negativo degli indici di delittuosità della popolazione immigrata.  Un dato significativo e incontrovertibile è la presenza negli istituti di detenzione e pena di cittadini extracomunitari sia in tutta Italia che, in particolare, a Piacenza.  I dati del 2010, a livello nazionale, erano già allarmanti: circa 56 detenuti ogni cento di nazionalità straniera e, in particolare, nel nord d'Italia una media del 37% circa; inoltre un incremento della quota di stranieri sul totale dei denunciati e arrestati per reati violenti, per sfruttamento della prostituzione, per reati connessi alla droga e, con qualche rilevante eccezione, per i reati contro il patrimonio».

«Nel 2015, su un totale di 52.164 detenuti, 17.340 erano stranieri.  Al gennaio 2017 a Piacenza - continua -  la Casa Circondariale ospita un totale di 411 detenuti di cui 260 stranieri.  I fatti parlano ed è il momento che il governo centrale, nonché le amministrazioni locali si attivino concretamente con un'azione di prevenzione efficace perché la presenza di stranieri è massiccia nel nostro territorio ed in crescita.  Basti pensare che nell'aprile 2011 i cittadini dei paesi terzi regolarmente soggiornanti nella provincia di Piacenza erano 22.028 per raggiungere i 25.200 nell'agosto 2016 (di cui 12269 nel comune capoluogo).  Se l’analisi si sposta dai soggiornanti agli effettivi residenti nella provincia di Piacenza e vi si includono anche cittadinanze come quella rumena i numeri sono destabilizzanti: nella provincia di Piacenza, sul totale, circa un settimo sono stranieri, ben oltre la media nazionale».

«Al fine di prevenire il problema della delinquenza legata all'immigrazione, oltre al potenziamento del controllo della polizia municipale, l'amministrazione deve mettere in campo una strategia ben più ampia e lungimirante, intervenendo sui fattori di rischio che riguardano la comunità immigrata.  Innanzi tutto occorre evitare che si formino dei veri e propri “ghetti” in alcune zone della città, come il quartiere Roma, evitando che gli insediamenti, già delle prime generazioni di stranieri, si realizzino e si concentrino in aree già critiche e caratterizzate da un alto tasso di criminalità e situazioni di disagio dovute alla vicinanza di punti sensibili (come la stazione ferroviaria)».

«L’effetto potrebbe essere quello di traslare, magari in una forma diversa ovvero attenuata e diluita, i problemi di convivenza, dovuti ad abitudini sociali diverse, con italiani ovvero con appartenenti ad altre comunità straniere, forieri di eventuali turbative.  La seconda  tendenza, di cui si dovrebbe esser capace di cogliere i sintomi predittivi, è quella relativa alle condizioni di generale disagio che potrebbero acuirsi con la stabilizzazione socio-economico-lavorativa delle diverse comunità non autoctone.  Occorre sensibilizzare ed incentivare le cooperative e le imprese a realizzare scelte di un certo tipo onde evitare di acuire situazioni già al limite; spesso si preferisce assumere la manodopera straniera a fronte di un netto differenziale retributivo rispetto agli italiani, senza pensare che queste circostanze, e l'assenza di reti di protezione, portano poi all'esasperazione della conflittualità emotivo-relazionale.  Tutte azioni di prevenzione generale che devono essere messe in campo accanto agli altri strumenti come il posizionamento di telecamere, l'emanazione di ordinanza, il potenziamento della polizia municipale, e continuando anche nell'azione di monitoraggio, controllo e repressione dei fenomeni criminosi».

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

«Oltre il 60% dei detenuti a Piacenza sono stranieri»

IlPiacenza è in caricamento