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Palazzo Farnese, poca fiducia sulla sua valorizzazione

In consiglio comunale si è discusso del passaggio al Comune di Palazzo Farnese. Bisotti: «Per ora investiamo 1 milione per i prossimi tre anni, il resto è da vedere». Raggi (Idv): «Abbiamo un buco di 7 milioni di euro nel bilancio, dove prenderemo i soldi?»

Nella giornata dello scambio degli auguri – e di un bilancio – tra l’Amministrazione Dosi e la stampa locale, si è svolto il consiglio comunale. Andrea Gabbiani del Movimento 5 Stelle ha chiesto lumi su alcune tessere fatte sottoscrivere ai cittadini per partecipare allo spazio 4. Marco Colosimo (Piacenza Viva) ha applaudito la scelta del sindaco di dare un incarico all’ex questore Michele Rosato in materia di sicurezza e l’intervento nel consiglio precedente del presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Massimo Toscani. «Rosato diventerà assessore? – chiede Marco Tassi (Pdl) -. Prenderà la delega alla sicurezza? Ammettete che c’era una cecità politica prima sul tema e solo adesso c’è una presa di coscienza?». «Non è un problema da poco – rileva Tommaso Foti (Fd’I) – andare a ritirare tutte le raccomandate di Poste Italiane in via Allevi (parallela di via Machiavelli, nda).  Su lungo Po l’ultima piena ha travolto tutto ciò che era stato realizzato negli ultimi mesi. Perché è stata fatta quella riqualifica?». Ha speso due parole sulle vicende romane il consigliere di Sinistra per Piacenza Carlo Pallavicini. «C’è un sentimento di odio che è diventato un meccanismo di consenso. Sono vicende che riguardano tutto il territorio. Do atto a Cugini e ai servizi sociali di essersi impegnati sul tema dell’emergenza casa. La lotta serve sempre, ogni tanto bisogna dare qualche fendente quando si è messi all’angolo. Basta case senza persone, basta persone senza case. Si ragioni di questo nei prossimi bilanci, mediamo con i privati per affittare seconde, terze e quarte case ora sfitte». «Ci sono 7 milioni di euro – ha detto Samuele Raggi (Idv) - di buco per il bilancio 2015, mai il Comune di Piacenza ha dovuto far fronte a così poche entrate. Dove troveremo i soldi?». Il grido d’allarme di Raggi ha fatto intervenire anche Massimo Polledri (Lega Nord). «Non ci sono tante soluzioni: o usati i buoni uffici romani che avete, tipo il sottosegretario, oppure mettete nuove tasse. Non si muove nulla qua. Quando c’erano “solo” 6 milioni in più Reggi se la prese, ora ne mancano più di 6 e non si sente muovere una fronda. Non si fa parte di un’area politica solo quando danno un assessorato, ma anche quando c’è da prendersi delle responsabilità. Abbiate coraggio di dire ai piacentini che hanno pagato una bella “sberla”, cosa li aspetta l’anno prossimo». 

L’assessore all’urbanistica Silvio Bisotti ha illustrato la delibera su Palazzo Farnese. «Ecco una delle prime proposte concrete – ha spiegato in aula - del federalismo demaniale su Piacenza. La destinazione museale è partita nel 1965, l’immobile ha da decenni una sua destinazione culturale di di un certo livello. Il Comune ha investito addirittura di più rispetto a ciò che hanno fatto i Beni Culturali (1 milione e 600 mila euro). 

Il programma di valorizzazione che presentiamo qua è in coerenza con l’accordo con il Demanio: è predisposta una tutela dell’immobile, la sua fruibilità pubblica e la valorizzazione. Il Demanio in questi anni ci aveva lasciati da soli nella gestione diretta. Il Comune dovrà rispettare un piano di investimenti annuale: in base alle nostre abbiamo deciso di impiegare nel prossimo triennio 200mila il primo anno, 300mila il secondo e 520mila nel 2017. Non abbiamo quantificato più in là dal punto di vista economico ma ci sono delle idee. Dobbiamo ancora pagare il canone annuo di concessione al Demanio: la cifra è di 87mila euro. Nel frattempo però la norma è cambiata: dobbiamo versare un onere di concessione in base al valore di mercato dell’immobile. Tuttavia abbiamo svolto a carico nostro lavori di manutenzione per oltre 3 milioni di euro in questi anni, perciò possiamo con una trattativa arrivare a stabilire un giusto conguaglio. Metteremo a reddito alcuni spazi che fino ad oggi andavano a beneficio del Demanio o erano inutilizzabili, su tutti il servizio di ristorazione all’interno dell’edificio. Palazzo Farnese entrerà nei Castelli del Ducato, e faremo una proposta per entrare nei siti dell’Unesco. L’iter sarà lungo, ma è doveroso farlo». 

«È impossibile che Palazzo Farnese – è il commento di Tassi - renda due o tre volte di più di quello che ha dato in tutti questi anni solo perché facciamo investimenti. È un po’ il “modus operandi” di Borgo Faxhall: andiamo avanti e vediamo quanto spenderemo negli anni. Non è il modo di procedere». «Alla fine della 2° Guerra mondiale – è intervenuto Foti - era un rudere: è per questo l’ex senatore Spigaroli fece di Palazzo Farnese una sua bandiera e di questo andava ringraziato. Ci vogliono funzionari in grado di elaborare programmi culturali seri per la città. Ci sono opere d’arte di Piacenza sparse ad esempio a Caserta e Parma per cui non lottiamo. La manutenzione straordinaria – Bisotti non ha mai avuto a che fare con un affitto nella sua vita probabilmente - è in capo al padrone di casa, non a chi ha affittato. Inoltre non si può basare un progetto sulla speranza che l’Archivio di Stato se ne vada entro 5 anni da Palazzo Farnese. 

Volete aumentare le entrate dai biglietti, più incassi, l’affitto delle stanze per le mostre private: tutte cose che non mi danno l’idea di un progetto culturale. Un progetto che riguarda la cultura non riguarda il prezzo degli affitti delle mostre. Mi aspettavo più sforzi, vedo che l’importante per voi è volare rasoterra. Vedo improvvisazione». «Non ci sono progetti spendibili – è il parere di Polledri -, mentre alla Cavallerizza ci ha aiutato un privato, qua è più difficile vedere un’idea. Non basta valorizzare l’immobile, occorre fantasia per un progetto culturale, non basta fare una mostra sulla numismatica e dedicare uno spazio “romano” all’archeologia». «Palazzo Farnese è già stato valorizzato in questi anni – è il parere di Rino Curtoni (Pd) – grazie soprattutto alla nostra comunità. È importante fare ancora investimenti». «Giusto destinare uno spazio alla ristorazione – ha affermato Maria Lucia Girometta (Fi) –ma bisogna pensare alla valorizzazione dell’edificio anche in vista di Expo. A mio parere non ci saranno tanti motivi per venire da Milano a Piacenza: Palazzo Farnese è uno dei pochi». «Non ha senso – è il duro intervento di Colosimo - spendere 10 per ottenere 1: questa Amministrazione non è mai riuscita ad avere introiti: 29mila euro di entrate sono un fallimento. Questo non è marketing: 30mila euro per un punto ristoro nel palazzo più bello della città è un fallimento». «Facciamo un biglietto unico per tutti i musei – pubblici e privati – di Piacenza», è invece la proposta di Gabbiani (M5s)». «Questo – è la sintesi dell’intervento di Paolo Garetti (Lista Sveglia) - è un progetto mediocre: se si spende ci vuole un risultato interessante e dignitoso per Piacenza. Questo non è un progetto di valorizzazione». 

«Palazzo Farnese – è la replica del sindaco Dosi - è un patrimonio. Solo il Louvre e il British Museum hanno forti entrate dai biglietti e dai punti di ristoro. In Europa i musei vivono di fondi pubblici, in America da fondi privati. Nessuno sopravvive grazie alla vendita dei biglietti. Finora è sempre stata l’Amministrazione a preoccuparsi della manutenzione ordinaria e straordinaria. Da qui in avanti inizia un percorso nuovo, la progettualità ce la costruiremo con la comunità». Il provvedimento è passato con il voto favorevole della maggioranza: la minoranza si è astenuta mentre Polledri ha votato contro il progetto di valorizzazione. 

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