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«Pd sconfitto? Perché ha come unica connotazione la ricerca del potere a tutti i costi»

Elisabetta Rapetti: «La palese sconfitta del Pd non arriva come un fulmine a ciel sereno. Da tempo la macchina aggregativa del Partito ha smesso di funzionare»

Alla luce del risultato delle urne di quest’ultima tornata elettorale, come referente di Oltre le Correnti gruppo politico del Partito Democratico di Piacenza, sento il dovere di intervenire. Poche righe per esprimere una mia personalissima valutazione a margine di un esito che è, chiaramente, il termometro dello stato di salute del nostro partito. La palese sconfitta del Pd non arriva come un fulmine a ciel sereno. Da tempo la macchina aggregativa del Partito ha smesso di funzionare ed è diventata prerogativa di pochi che la gestiscono in modo esclusivo e senza il coinvolgimento di tutti i livelli istituzionali.

A questo stato di cose vanno aggiunti una sostanziale distanza dai cittadini elettori, una corsa alla leadership che agita gli animi, i troppi casi di corruzione, la scelta di candidati imposti dal sistema e lontani dalle realtà interessate. Tutto questo ci riporta la fotografia di un Partito che, anziché avere una vocazione fortemente "sociale", ha come unica connotazione la ricerca del potere a tutti i costi.

Alla base della sconfitta di Piero Fassino a Torino, a mio avviso, non c’è tanto un giudizio sul suo mandato, quanto più la voglia di un cambiamento di rotta deciso. Oggi la politica deve fare i conti con il cambio dei tempi e della comunicazione. I social giocano un ruolo fondamentale, ma a doppio taglio. Se è vero che sanno coinvolgere su larga scala, come ha saputo dimostrate il Movimento 5 Stelle, è anche vero che possono essere il veicolo di fratture insanabili anche fra i militanti.

Se la politica non mette in atto delle serie operazioni di cambiamento, è il voto della gente che ne ribalta il ruolo. Tra l'altro attraverso scelte condivisibili. Immagino che Virginia Raggi a Roma non possa far peggio di chi l'ha preceduta. Ho letto la sua storia e mi sembra una giovane donna con una buona preparazione di tutto rispetto ed esperienze nel volontariato che le fanno onore. Non brilla per particolari esperienze, ma ha la faccia pulita ed a lei è bastato dare quella sensazione di onestà e non-corruzione che oggi sembrano far la differenza contro anni di esperienza politico/amministrativa.

Lo diciamo ormai da troppo tempo. Il Pd manca di una strategia su temi importanti e da tempo ci si è impantanati in lotte di potere e guerre intestine che lo hanno inaridito. Le azioni di governo non bastano per creare consenso. Il territorio deve fare la sua parte, recuperando il ruolo e il coinvolgimento della base che ha nel Dna. Ritengo, sempre in una visione personale, che siamo al capolinea di un percorso iniziato nel 2007 con una mission votata all'inclusione e coinvolgimento di tutte le anime. Ma se nemmeno oggi ammettiamo l'urgenza di un radicale cambiamento del nostro partito, penso che andremo incontro a periodi peggiori. 
Elisabetta Rapetti

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