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Per i 5 Stelle le Provinciali sono una farsa, ma qualche grillino è andato a votare

Elezioni Provinciali: "giallo" in casa Movimento 5 Stelle. Mentre il blog del Movimento ha invitato a non partecipare in alcun modo al turno elettorale, i rappresentanti piacentini si sono recati alle urne. Gabbiani e Quagliaroli: «No comment»

«Le Elezioni Provinciali sono una farsa, le Province vanno abolite: siamo coerenti, non ci candidiamo e non parteciperemo alle finte votazioni, che sono una presa per i fondelli dei cittadini». Così si è espresso il Movimento 5 Stelle a livello nazionale nei giorni scorsi, quando mancavano pochi giorni al rinnovo di una quarantina di consigli provinciali di tutta Italia. Per il Movimento l’ente provinciale è totalmente da ignorare: niente liste, niente candidati e niente preferenze. Peccato che a Piacenza i consiglieri 5 Stelle hanno partecipato eccome alle votazioni.

Qualcuno ha visto votare nei seggi allestiti in via Garibaldi i due più noti esponenti locali del Movimento 5 Stelle. Il capogruppo a Palazzo Mercanti Mirta Quagliaroli e Andrea Gabbiani hanno votato come gli altri colleghi dei 48 comuni piacentini, disobbedendo così al diktat del Movimento guidato da Beppe Grillo e dalla Casaleggio Associati. L’ente di via Garibaldi non può comunicare chi sono i 498 amministratori su 587 che si sono recati alle urne: sono dati sensibili da proteggere. Il non voto di un amministratore alle Provinciali è una scelta da tutelare. Sappiamo però che 31 rappresentanti del comune di Piacenza su 33 hanno votato. E a Palazzo Mercanti i pentastellati sono tre: Quagliaroli, Gabbiani e Barbara Tarquini. Almeno uno dei tre ha sicuramente votato. Mentre lo staff elettorale (dirigenti e dipendenti della Provincia) che si è occupato delle Elezioni non può comunicare alcunché al riguardo, un paio di segnalazioni ci fanno sapere che i grillini al voto sarebbero stati due: sia Gabbiani che Quagliaroli si sarebbero presentati a prendere le scheda in via Garibaldi. Le diverse "segnalazioni" sono da prendere con il beneficio del dubbio, però almeno uno dei due – anzi uno dei tre, contando anche la Tarquini – ha sicuramente partecipato al voto. I numeri d'altronde, e non solo quelli, lo confermano. Anche il consigliere comunale di Podenzano Matteo Boeri (candidato a sindaco nel 2014 contro Alessandro Piva che fu eletto primo cittadino) si è recato alle urne, ed è stato anche ripreso dall'emittente televisiva locale mentre inseriva la scheda nell'urna.

Solo cinque giorni fa sul sito del Movimento 5 Stelle apparivano queste parole. «Province... ma non dovevamo vederci più? E invece sono ancora tra noi: vivono, spendono e sprecano. Rappresentano un “poltronificio” utile a piazzare politici, parenti e amici ammanicati, nonché a provvedere alle loro nomine in aziende partecipate ed altre controllate. A parole – rincarava il Movimento - tutti i partiti si son riempiti la bocca della volontà di sopprimere gli enti intermedi, nei fatti non solo non le hanno mai soppresse. Nella riforma costituzionale avrebbero cambiato il nome da provincia ad area vasta, ma nella sostanza nulla sarebbe cambiato, mentre in Sicilia gli han cambiato il nome in "liberi consorzi di comuni" un modo elegante per prenderci per il culo. Ma non contenti di questo sono riusciti perfino a peggiorarle derubando i cittadini della possibilità di scegliere i propri consiglieri provinciali che sono autoproclamati dai consiglieri comunali e dai sindaci di tutti i comuni della provincia».

«Il Movimento – ancora per ribadire le proprie convinzioni - ne ha sempre invocato l’abolizione, sia nei propositi che nei fatti, non presentando alcuna candidatura alle elezioni provinciali e proponendone l’abolizione con una legge costituzionale boicottata da tutti i partiti. Noi non cediamo e non ci facciamo lusingare dalla prospettiva di acquisire poltrone o, addirittura, da eventuali vittorie in alcune elezioni provinciali. La coerenza è una virtù che sopravvive solo nelle fila del Movimento 5 Stelle. Per tale motivo tutti i portavoce comunali, coerentemente a quanto il Movimento 5 Stelle ha sempre sostenuto, non parteciperanno in alcun modo, né con la sottoscrizione delle finte liste né alle successive finte votazioni, a questa ennesima presa per i fondelli dei cittadini».

Bocche cucite da parte dei protagonisti dell'oscura vicenda. «No comment» si limita a dire il consigliere Andrea Gabbiani. Non commenta neanche Mirta Quagliaroli. Rimane da capire il perché di questa scelta, destinata a far discutere. I grillini avevano da scegliere solamente esponenti di centrosinistra (la quasi totalità della lista era marchiata Pd) o del centrodestra (valutando tra esponenti di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega Nord o forze civiche): qualora avessero espresso una preferenza per un candidato, saremmo di fronte a un caso eclatante, visti i principi del Movimento: qualcuno potrebbe pensare a un accordo, a uno "scambio", a un piacere verso qualche collega. Cose che fanno parte della politica italiana e piacentina, ma che sono rifiutate e osteggiate dal movimento creato da Grillo e Casaleggio. I due principali esponenti grillini pensavano probabilmente di passare inosservati. I ben informati di Palazzo Mercanti hanno le idee chiare: Gabbiani avrebbe votato per Bursi (Fratelli d'Italia) e Quagliaroli per Perrucci (Pd). I due potrebbero anche aver annullato la scheda, o lasciato la propria preferenza in bianco, ma i conti così non tornerebbero. La decisione di recarsi alle urne potrebbe anche essere un segnale rivolto a qualcuno. I contorni della vicenda sono ancora tutti da chiarire e i consiglieri non vogliono spiegare le ragioni di questa scelta, ma sicuramente il loro comportamento solleverà un polverone all’interno del Movimento piacentino, già alle prese con una vivace discussione interna per la composizione della lista e la scelta del candidato sindaco alle prossime Elezioni Comunali del capoluogo Piacenza. 

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