Per una politica locale che non sia amministrazione condominiale
Cittadinanza, legalità e sicurezza: tre pilastri su cui indirizzare le emergie della politica di Piacenza. Riceviamo e pubblichiamo l'articolo di un lettore, consigliere di quartiere e insegnante di Latino
Il 2009 si apre con l'attesa di importanti appuntamenti elettorali in sede locale ed europea che non potranno non modificare anche il quadro politico piacentino. L'incipiente declino di un determinato modello economico-finanziario globale, dovrà segnare necessariamente un ritorno in forze del concetto e della pratica della politica a livello territoriale. Si riapre la questione della selezione delle classi dirigenti.
Ed è indispensabile che una forza di governo come il Pdl si attrezzi per tempo anche in sede locale a tale evenienza. Sarebbe bene che anche a cominciare dai Quartieri e dalle altre assemblee elettive, le funzioni proprie della politica fossero ben distinte da quelle di attività che poco hanno a che vedere con il ruolo che l'elezione conferisce.
Sarà più chiaro: il caso ad esempio, che i presidenti di Quartiere si occupino in quanto tali, nell'espletamento delle loro funzioni istituzionali, quasi esclusivamente di iniziative che confinano di più con attività di volontariato sociale e sanitario?
Possibile che non vi sia niente altro di lodevole, come ad esempio la creazione o la promozione di spazi non informatici e virtuali per i giovani, che siano davvero formativi? E poi, i grandi temi politici, che stanno per tornare di stringente attualità e che non possono essere lasciati in mano alle formazioni estremiste, come se occuparsi della cosa pubblica fosse solo la pur lodevole attenzione al vialetto da pulire quando nevica o all'aiuola da sistemare.
Non è politica, questa. Neanche locale. E non è certo così che si possono avvicinare i giovani alla politica! Questa è gestione di un'idea condominiale e rissosa di società che sta comunque volgendo al tramonto. I grandi temi politici, invece, ci investiranno sempre di più, data la loro portata mondiale. Credo che vi sarebbe invece da indirizzare le energie della politica a Piacenza su tre grandi questioni, tre pilastri che ci coinvolgeranno tutti in futuro.
La questione della Cittadinanza ad esempio, come gestirla, e come concederla, secondo il modello sociale promosso dalla nouvelle droite di Alain de Benoist e dalla politica del Presidente Sarkozy, dove sia prevista una reale formazione, integrazione e unione di cittadini liberi, nella Repubblica Italiana e nell'Unione Europea.
In tale quadro, in una società del merito, non contano il colore della pelle, la religione o l'origine geografica. Conta il fatto che sono italiani quelli che amano l'Italia. Così come sono piacentini quelli che amano Piacenza e la promuovono perchè è la loro Città;
- La Legalità, come imporla democraticamente e farne strumento di crescita per tutti i cittadini e le fasce sociali, perchè tutti si sentano organicamente parte di un Progetto;
- La Sicurezza percepita dai cittadini nel loro vivere quotidiano, come elemento psicologico indispensabile per la
creazione di un'atmosfera di fiducia nel futuro e nella vita.
Quello che mi preme sottolineare in questa sede è che la politica deve indirizzare, non gestire direttamente, se no diventa amministrazione condominiale: così il politico locale si assume la responsabilità giuridico - amministrativa dei propri funzionari e le cronache nazionali chiariscono fin troppo bene quanto la cosa possa essere rischiosa per la Democrazia e fonte di confusione per il Cittadino.
Piacenza, 08.01.2009
Prof. Dott. Francesco Letizia
Consigliere del Quartiere 3 gruppo An Pdl e Docente di Italiano e
Latino presso il COLOMBINI di Piacenza
Ed è indispensabile che una forza di governo come il Pdl si attrezzi per tempo anche in sede locale a tale evenienza. Sarebbe bene che anche a cominciare dai Quartieri e dalle altre assemblee elettive, le funzioni proprie della politica fossero ben distinte da quelle di attività che poco hanno a che vedere con il ruolo che l'elezione conferisce.
Sarà più chiaro: il caso ad esempio, che i presidenti di Quartiere si occupino in quanto tali, nell'espletamento delle loro funzioni istituzionali, quasi esclusivamente di iniziative che confinano di più con attività di volontariato sociale e sanitario?
Possibile che non vi sia niente altro di lodevole, come ad esempio la creazione o la promozione di spazi non informatici e virtuali per i giovani, che siano davvero formativi? E poi, i grandi temi politici, che stanno per tornare di stringente attualità e che non possono essere lasciati in mano alle formazioni estremiste, come se occuparsi della cosa pubblica fosse solo la pur lodevole attenzione al vialetto da pulire quando nevica o all'aiuola da sistemare.
Non è politica, questa. Neanche locale. E non è certo così che si possono avvicinare i giovani alla politica! Questa è gestione di un'idea condominiale e rissosa di società che sta comunque volgendo al tramonto. I grandi temi politici, invece, ci investiranno sempre di più, data la loro portata mondiale. Credo che vi sarebbe invece da indirizzare le energie della politica a Piacenza su tre grandi questioni, tre pilastri che ci coinvolgeranno tutti in futuro.
La questione della Cittadinanza ad esempio, come gestirla, e come concederla, secondo il modello sociale promosso dalla nouvelle droite di Alain de Benoist e dalla politica del Presidente Sarkozy, dove sia prevista una reale formazione, integrazione e unione di cittadini liberi, nella Repubblica Italiana e nell'Unione Europea.
In tale quadro, in una società del merito, non contano il colore della pelle, la religione o l'origine geografica. Conta il fatto che sono italiani quelli che amano l'Italia. Così come sono piacentini quelli che amano Piacenza e la promuovono perchè è la loro Città;
- La Legalità, come imporla democraticamente e farne strumento di crescita per tutti i cittadini e le fasce sociali, perchè tutti si sentano organicamente parte di un Progetto;
- La Sicurezza percepita dai cittadini nel loro vivere quotidiano, come elemento psicologico indispensabile per la
creazione di un'atmosfera di fiducia nel futuro e nella vita.
Quello che mi preme sottolineare in questa sede è che la politica deve indirizzare, non gestire direttamente, se no diventa amministrazione condominiale: così il politico locale si assume la responsabilità giuridico - amministrativa dei propri funzionari e le cronache nazionali chiariscono fin troppo bene quanto la cosa possa essere rischiosa per la Democrazia e fonte di confusione per il Cittadino.
Piacenza, 08.01.2009
Prof. Dott. Francesco Letizia
Consigliere del Quartiere 3 gruppo An Pdl e Docente di Italiano e
Latino presso il COLOMBINI di Piacenza