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Gianluigi Molinari è il nuovo segretario provinciale ma il Pd è spaccato in due

Gianluigi Molinari è il nuovo segretario provinciale del Pd, ad applaudirlo alla Camera del Lavoro c'erano tutti, o quasi. Infatti i bersaniani, ossia i delegati all'Assemblea provinciale che sostenevano la candidatura di Roberta Valla non si sono presentati

Gianluigi Molinari è il nuovo segretario provinciale del Pd, ad applaudirlo alla Camera del Lavoro c'erano tutti, o quasi. Infatti i bersaniani, ossia i delegati all'Assemblea provinciale che sostenevano la candidatura di Roberta Valla (compresi i 4 assessori che hanno "imbarazzato" Dosi che invece sosteneva il sindaco di Vernasca) non si sono presentati. Hanno dato mandato ad Annalisa Reggiani di leggere un comunicato: «Purtroppo dobbiamo constatare come la più volte annunciata volontà di tenere insieme tutto il partito, si è scontrata con l’intento di procedere a tappe forzate, pensando che la comunicazione sia più importante della sostanza». La terza candidata Betty Rapetti invece era presente con i suoi delegati e i sostenitori. Laura Dametti è stata eletta per alzata di mano presidente di assemblea.

E' un Partito Democratico spaccato quindi quello che durante il congresso ha eletto Molinari, sostenuto da Roberto Reggi, dal primo cittadino e dai renziani. Gli unici pro Valla a presentarsi sono stati il segretario provinciale uscente del Pd Vittorio Silva, il segretario cittadino uscente Cristian Fiazza e Marco Pascai.  Alla lettura del numero dei delegati ottenuti da Molinari (60 delegati con il 55,27% delle preferenze) c'è stata una vera e propria standing ovation, il neo eletto ha quindi preso la parola ringraziando Silva per il lavoro svolto, ha chiesto un minuto di silenzio per la scomparsa di Mario Cravedi e dedicato la giornata alla "democrazia": «Questa è una giornata di democrazia vera. Quando noi ci ritroviamo in assemblee come queste ricordiamoci sempre che i confronti, gli scontri, le tensioni devono essere risolti nel nome della vittoria suprema della democrazia e della libertà. E' stato un congresso vero, la tensione è stata palpabile e da competizione. Ringrazio Roberto Valla e Betty Rapetti per l'estrema correttezza  e serietà durante tutti gli incontri ai quali abbiamo partecipato. Ora è tempo di mettersi al lavoro, abbiamo girato tutto il Piacentino e abbiamo accolto le istanze della gente che vuole che le cose cambino. Ci chiedono un partito che sia vicino ai territori e alla periferia. Lo assicuriamo da subito».

Molinari segretario provinciale del Pd ©Gatti/IlPiacenza

IL COMUNICATO DI ROBERTA VALLA: «ECCO PERCHE’ NON CI SIAMO»

La sottoscritta ed i delegati all’Assemblea Provinciale che l’hanno sostenuta, hanno deciso di non partecipare all’incontro odierno per le seguenti motivazioni: La decisione di convocare l’Assemblea con tempi così ristretti (meno di 24 ore) semplicemente per ottemperare ad un formalismo di calendario, riteniamo sia un’inutile forzatura che non consente un adeguato coinvolgimento su temi così rilevanti, che attengono ad una normale e serena attività del partito. Un rinvio, anche solo di qualche giorno (magari sabato prossimo) non avrebbe minimamente condizionato l’esito dell’Assemblea, consentendo invece un confronto più approfondito ed adeguato, valorizzando appieno il tanto decantato concetto dell’inclusività e della partecipazione. Segnaliamo in tal senso che diversi delegati non sapevano neppure di esserlo e non hanno ricevuto alcuna regolare convocazione. Uno spostamento dell’Assemblea sarebbe stato inoltre consigliato dal fatto che il ricorso presentato in merito al notevole incremento del numero degli iscritti registrato in vari circoli, sarà esaminato domani anche dalla Commissione Nazionale per il Congresso. Purtroppo dobbiamo constatare come la più volte annunciata volontà di tenere insieme tutto il partito, si è scontrata con l’intento di procedere a tappe forzate, pensando che la comunicazione sia più importante della sostanza. Neppure su una figura di garanzia, qual è quella della Presidenza dell’Assemblea Provinciale, si è ritenuto di avviare un dialogo vero: è questa l’inclusività di un partito che si dice di voler unito? Tale decisione non rappresenta la salita su un ipotetico aventino, cui nessuno di noi ambisce, ma solo il desiderio di affermare la necessità di rispettare i principi fondamentali di una corretta partecipazione democratica, troppo spesso evocata, ma non praticata.

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