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Pippo Civati a Piacenza: «Io sono un piccolo Rabuffi»

Il fondatore del movimento politico "Possibile" al quartiere

«Lasciare la carica di assessore è un gesto importante» Il gesto a cui si riferisce Pippo Civati, fondatore del movimento politico Possibile, è quello di Luigi Rabuffi che tre anni fa ha lasciato la carica di assessore comunale all’ambiente della giunta di centrosinistra di Paolo Dosi dimettendosi in tronco. Motivo: Rabuffi, che arrivava da Rifondazione comunista, sentiva di non poter rappresentare il suo elettorato all’interno di una giunta il cui partito di maggioranza era ed è il Pd di Matteo Renzi. Oggi Rabuffi è candidato sindaco alle comunali di giugno con la sua lista Piacenza in Comune e rappresenta il popolo più a sinistra del Pd e Pippo Civati, monzese, classe 1975, due anni fa ha lasciato lo stesso Pd che aveva contribuito a fondare nel 2007 e oggi guida il movimento Possibile. Gremita, lunedì 15 maggio, la sala dell’ex quartiere 3 per la sua visita proprio a sostegno della campagna elettorale di Rabuffi che a Piacenza vuole «ribaltare i tavoli». 

L’incontro è stato aperto dal referente locale di “Possibile” Daniele Bosoni. «Ci siamo messi a disposizione – ha esordito Bosoni – noi di “Possibile” con Sinistra Italiana e Rifondazione Comunista per un candidato sindaco coerente e capace. In città qualcuno fa lo smemorato e cerca di associare la sua figura con una giunta piddina che non ha combinato nulla. Rabuffi si è dimesso due anni e mezzo fa proprio perché si è accorto che si stava andando in un’altra direzione da quella indicata nel programma elettorale». 

Rabuffi è carico in vista del voto. La sua campagna elettorale ha anticipato tutti: già a febbraio l’ex assessore era al lavoro per il programma e la squadra. «In questa campagna elettorale – ha spiegato Rabuffi rivolgendosi anche a Pippo Civati - noi dobbiamo cercare di ribaltare il tavolo. Ci siamo messi in gioco, questa lista di cui sono orgoglioso ha riunito tante brave persone , persone che hanno “Piacenza in Comune”». Rabuffi ha sottolineato ancora una volta i temi centrali del suo programma. «Seimila piacentini vivono sotto la soglia di povertà. È una vergogna, una sconfitta per la comunità intera che ci siano tanti piacentini che frugano nella spazzatura all’alba per mettere insieme il pranzo con la cena. Non possiamo girarci dall'altra parte. Non si può essere così egoisti. Essere una comunità significa ricordarsi di tutti. La solidarietà è in testa al nostro programma insieme alle questioni ambientali». 

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