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Polledri a Marino: il candidato Pd cambia troppo spesso idea

La critica di Massimo Polledri (Lega Nord) a Ignazio Marino, candidato alle primarie del Partito Democratico: è “sua abitudine cambiare troppo spesso idea. Soprattutto sui temi etici”. Poi punta il dito sulle conseguenze del “Marino-pensiero”: “la civiltà teorizzata è quella del diritto al desiderio. E' quella dell'egoismo e dell'individualismo senza freni”

Sui temi etici, proprio, Ignazio Marino sarebbe da rifare ex novo. Così la pensa Massimo Polledri che in una lettera alla stampa solleva le sue perplessità sul candidato alle primarie del Pd, ieri sera a Piacenza, accusandolo di peccare di coerenza e di “cambiare troppo spesso idea. Soprattutto sui temi etici”.

Troppo mutevole, per il deputato del Carroccio, quello che lui stesso definisce il “Marino-pensiero”. E paventa conseguenze terribili se salisse alla guida, proprio a causa della sua “ambiguità”. “Di fronte a questo sguardo annebbiato sulla vita invoco maggiore attenzione” tuona Polledri e poi spiega perchè – a suo dire -  “la posizione di Marino è pericolosa”: “la civiltà teorizzata è quella del diritto al desiderio. E' quella dell'egoismo e dell'individualismo senza freni. Il soggetto si fa Dio, tanto da poter disporre della sua e altrui vita. Altro che "terzo incomodo" alla segreteria del Pd”.
  Troppo pericolosa la posizione di Marino sui temi etici  

Poi, il commento amaro al passato: “quale ruolo ha avuto la commissione Igiene e sanità del Senato ai tempi della presidenza Marino? Ci si è solamente e miseramente accaniti sul testamento biologico, la principale arma per debellare il sentire comune, lo strumento principe per far fuori in un colpo solo il genuino principio etico (e di buon senso) che fa della morte un fatto privato, affidato allo stretto riserbo tra medico-paziente e familiari. Non certo alle aule dei tribunali. Per due anni Marino ha inseguito obiettivi ideologici, che nessun riscontro hanno tra la popolazione, negando ai cittadini una legge sulle cure palliative, di reale e autentico interesse”. Infine, il consiglio spassionato del leghista all'aspirante segretario nazionale: “ora il senatore si batta le mani sul petto e faccia mea culpa”.




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