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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Politica

Polo Mantenimento Nord, il Governo prevede nuove assunzioni

Il sottosegretario alla Difesa Calvini a Foti, dopo l’allarme lanciato nei mesi scorsi da Trespidi: «Diciotto nuove unità al polo di Piacenza»

Nei mesi scorsi l'allarme lanciato dal consigliere comunale Massimo Trespidi (Liberi) sulla dismissione dell'operatività del Polo di mantenimento entro il 2025. ‎Poi le successive smentite da parte dei vertici dello stesso, seguite per altro da preoccupate prese di posizione delle organizzazioni sindacali, Cisl e Cgil in testa. Insomma, una situazione di incertezza sul futuro del nostro Arsenale, su cui il parlamentare piacentino Tommaso Foti ha voluto vederci chiaro, con un'interrogazione tesa a conoscere quali reali intenzioni abbia al riguardo il Ministero della Difesa.

La risposta resa dal sottoseg‎retario alla Difesa Giulio Calvisi (Pd) risulta positiva per il nostro territorio, avendo rassicurato nella risposta che «non vi è alcun intendimento volto a riorganizzare l'Ente, tanto meno a dismetterne le capacità operative». L'esponente del Governo ha sostenuto che «per il triennio 2019-2021, un contingente di 294 unità di personale civile con profilo tecnico non dirigenziale, verrà assunto e che, 26 unità verranno assegnate, nel 2019, ai Poli dell’Esercito. Proprio in tale ambito, 14 di queste unità, saranno destinate al Polo di Mantenimento Pesante Nord di Piacenza».

«In aggiunta a ciò - ha concluso il sottosegretario Calvisi - con riferimento alle procedure concorsuali di complessive 30 unità di personale, in fase di ultimazione, è prevista l'assegnazione al Polo di Piacenza di 4 assistenti tecnici». «Non si supereranno le criticità, ammesse dallo stesso Ministero, ma questo è un piccolo passo. Ora occorre lavorare per incrementare il numero degli assunti», spiega Foti che ha i convolto nell'iniziativa i colleghi della commissione Difesa Deidda e Ferro, prossimamente a Piacenza per visitare il Polo e autori di una proposta di legge di modifica della legge 244 che, nei fatti, limita inopinatamente la possibilità di ulteriori assunzioni. «Diversamente - concludono i parlamentari di Fratelli d'Italia -  rischiamo di perdere un patrimonio umano di conoscenze e capacità tecniche, sia per il personale militare che per quello civile, e di doverci affidare totalmente all'industria militare privata».

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