Polo Mantenimento Nord, il Governo prevede nuove assunzioni
Il sottosegretario alla Difesa Calvini a Foti, dopo l’allarme lanciato nei mesi scorsi da Trespidi: «Diciotto nuove unità al polo di Piacenza»
Nei mesi scorsi l'allarme lanciato dal consigliere comunale Massimo Trespidi (Liberi) sulla dismissione dell'operatività del Polo di mantenimento entro il 2025. Poi le successive smentite da parte dei vertici dello stesso, seguite per altro da preoccupate prese di posizione delle organizzazioni sindacali, Cisl e Cgil in testa. Insomma, una situazione di incertezza sul futuro del nostro Arsenale, su cui il parlamentare piacentino Tommaso Foti ha voluto vederci chiaro, con un'interrogazione tesa a conoscere quali reali intenzioni abbia al riguardo il Ministero della Difesa.
La risposta resa dal sottosegretario alla Difesa Giulio Calvisi (Pd) risulta positiva per il nostro territorio, avendo rassicurato nella risposta che «non vi è alcun intendimento volto a riorganizzare l'Ente, tanto meno a dismetterne le capacità operative». L'esponente del Governo ha sostenuto che «per il triennio 2019-2021, un contingente di 294 unità di personale civile con profilo tecnico non dirigenziale, verrà assunto e che, 26 unità verranno assegnate, nel 2019, ai Poli dell’Esercito. Proprio in tale ambito, 14 di queste unità, saranno destinate al Polo di Mantenimento Pesante Nord di Piacenza».
«In aggiunta a ciò - ha concluso il sottosegretario Calvisi - con riferimento alle procedure concorsuali di complessive 30 unità di personale, in fase di ultimazione, è prevista l'assegnazione al Polo di Piacenza di 4 assistenti tecnici». «Non si supereranno le criticità, ammesse dallo stesso Ministero, ma questo è un piccolo passo. Ora occorre lavorare per incrementare il numero degli assunti», spiega Foti che ha i convolto nell'iniziativa i colleghi della commissione Difesa Deidda e Ferro, prossimamente a Piacenza per visitare il Polo e autori di una proposta di legge di modifica della legge 244 che, nei fatti, limita inopinatamente la possibilità di ulteriori assunzioni. «Diversamente - concludono i parlamentari di Fratelli d'Italia - rischiamo di perdere un patrimonio umano di conoscenze e capacità tecniche, sia per il personale militare che per quello civile, e di doverci affidare totalmente all'industria militare privata».