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Ponti e viadotti: «Evitare gli allarmismi, ma segnaleremo tutte le criticità a Roma»

Il sopralluogo in Valtidone e Valtrebbia del vice presidente della Commissione Infrastrutture e Lavori pubblici del Senato, Maurizio Campari, insieme con il senatore Pietro Pisani, la deputata Elena Murelli e il collega Carlo Piastra, della Commissione Attività Produttive

«Evitare allarmismi, ma segnalare le criticità. Noi le porteremo a Roma, al ministro dei Trasporti e alle Commissioni Infrastrutture congiunte di Camera e Senato. L’obiettivo è quello di individuare le opere principali, stanziare i fondi e far partire i cantieri per la tronchi ponte bobbio-2manutenzione». E’ in sintesi, il risultato del sopralluogo dei parlamentari leghisti che hanno portato nel Piacentino, il 29 agosto, il vice presidente della Commissione Infrastrutture e Lavori pubblici del Senato, Maurizio Campari, insieme con il senatore Pietro Pisani, la deputata Elena Murelli e il collega Carlo Piastra, della Commissione Attività Produttive. E a Bobbio, era presente anche il consigliere regionale del Carroccio, Matteo Rancan. Lo stato dei ponti di Pievetta, che collega Castelsangiovanni a Opera (Milano) e quello San Martino, a Bobbio, non è ottimale. In entrambi i casi, nella parte sottostante si possono vedere parti in ferro arrugginite ed esposte, con il cemento che le ricopriva tutto sgretolato. Inoltre, il ponte di San Martino, come dimostrano le foto di alcuni sommozzatori del circolo Fipsas, mostra anche lo sbriciolamento del cemento alla base dei piloni immersi nel Trebbia. E a rendere più critica la situazione c’è anche lo stato dei fiumi, dove i detriti e il legname si ammucchiano alla base dei piloni creando situazioni di pericolo, in particolare durante i periodi di piene dovute al maltempo. Il sindaco di Castelsangiovanni, Lucia Fontana, con l’assessore Valentina Stragliati, ha evidenziato come la competenza sia di Pavia, la quale con diverse ordinanze basate su perizie tecniche, ha chiuso il traffico ai mezzi pesanti, portandolo da 10 tonnellate a 3. Il ponte è tragico ha detto il sindaco ed è vitale per l’economia della zona e la mobilità dei cittadini. Il bando per la progettazione è scaduto. Ora si attende l’esito della gara. Poi si darà il via al bando europeo per individuare le imprese che lo dovranno sistemare: «L’inizio dei lavori - afferma Fontana - è stimato nella primavera del 2019. Se non si interviene prima. Questo ponte è molto importante. Occorre una prospettiva futura, per i cittadini e per l’economia. Qui abbiamo Amazon e presto arriverà anche la logistica di Zara». Campari, che è un ingegnere, dopo aver osservato da vicino i pilastri e lo stato della struttura ha detto che «ponti così vanno messi a posto. In Italia, la prima opera da fare è la manutenzione». campari pisani-2

Murelli ha affermato che i risultati delle segnalazioni dei sindaci finiranno sul tavolo delle Commissioni congiunte di Camera e Senato: «Entro i primi di settembre ci metteremo al lavoro, per mappare la situazione, stanziare i fondi e dare il via ai cantieri per la manutenzione». Piastra ha sottolineato come non «si debbano creare allarmismi e come sia necessario un coinvolgimento sempre maggiore di Anas». Pasquali, ricordando come la manutenzione sia venuta meno in questi anni, ha puntato il dito contro l’Anas. Pisani ha, invece, lanciato l’appello ai sindaci «perché segnalino le situazioni critiche. Noi siamo venuti di persona a vedere lo stato delle cose. Poi ci attiveremo, perché la sicurezza dei cittadini viene prima di tutto. La mobilità va garantita».

Il consigliere del Carroccio Rancan ha poi affermato di voler attivarsi per un progetto di pulizia degli alvei dei fiumi, con la rimozione dei detriti «un impegno che deve coinvolgere la Regione». Rancan continua: «E’ un problema molto importante che, ancora una volta, viene affrontando dalla Lega stando vicino ai cittadini». Secondo il consigliere è necessario stabilire una linea diretta tra Regione e Anas. Tra l’altro «c’è il ponte di Barberino che attende perché non è stato fatto nulla: il sindaco aveva chiesto un intervento, dopo l’alluvione del 2015, ed era stato promesso un intervento importante. Quindi, se non ci sarà un intervento di Anas, sarà importante che la Regione riuscisse a mettere una pezza a questa situazione, perché una parte dell’Alta Val Trebbia rischia di rimanere isolata».

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