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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Profughi, Pd: «Dalla Lega disinformazione, sparano a zero perché non hanno responsabilità»

La segreteria Pd: «Il consenso effimero del Movimento 5 Stelle e della Lega Nord è costruito sul qualunquismo. L’onorevole Guidesi senta il nostro assessore Cugini per conoscere cosa Piacenza offre agli anziani e ai disoccupati. Noi non seguiamo i “consigli da bar”»

«Siamo ormai abituati – spiega in una nota la segreteria provinciale del Partito Democratico - alla politica urlata di Lega Nord e Movimento 5 Stelle. La consolazione è che il consenso costruito sul qualunquismo e gli slogan di solito è effimero e di breve durata. Premettiamo la nostra fatica a capire perché l’on. Guidesi si ostini a guardare in casa d’altri: il suo capoluogo di provenienza, in rapporto a estensione del territorio e a numero di abitanti, ha infatti una presenza di profughi maggiore di Piacenza. Ciò detto, quando dichiara: “Via i clandestini da Cascina Bussina, il Comune paghi quegli alloggi per anziani, disoccupati e bisognosi piacentini”, dimostra di parlare a vanvera, ricorrendo a una demagogia di bassissimo livello. Provi Guidesi a sentire il nostro assessore Stefano Cugini: sarà lieto di illustrargli cosa fa il Comune di Piacenza per i suoi anziani, i disoccupati, i bisognosi. In tema di immigrazione, ricordiamo a lui e a chi ancora finge di non sapere, che gli alloggi per i profughi non li trova il Comune, i gestori non li sceglie il Comune, i contributi non li paga il Comune.

Le bugie non vanno d’accordo con l’interesse dei cittadini e con il lauto compenso dagli stessi pagati a un parlamentare. Guidesi farebbe meglio a rivolgersi alle Prefetture, che detengono la regìa dell’accoglienza.  Veniamo poi ai giovani padani, Luca Zandonella e Davide Garilli, che parlano di “complicità della Giunta PD a guida Dosi, ormai succube di questa gente”. Ci tocca ricordare loro che l’occupazione sotto il Comune, da loro citata come esempio di presunta "sottomissione allo straniero", è finita con uno sgombero forzato, l’esclusione dai progetti e la revoca degli affitti agevolati. Quanto all'aggressione subita dalla polizia in via Taverna nel marzo scorso, va detto che portò a quattro arresti, all'emissione di un foglio di via obbligatorio e, ancora, all'espulsione dei responsabili dai locali destinati ad abitazione temporanea. Quali altre misure avrebbero gradito i nostri amici in camicia verde per convenire su un comportamento fermo e risoluto dell’amministrazione?

È curioso il distinguo per cui, a seconda della convenienza, nel dovere di rispettare la medesima legge, alcuni Comuni sarebbero vittime di soprusi (guarda caso, quelli guidati dal centro destra) e altri colpevolmente conniventi. La verità è che è facile sparare a zero quando non si hanno responsabilità. Per quanto ci compete, con tutta l’energia possibile, stiamo evidenziando problemi e incongruenze a tutti i livelli, perché quel che non va sia cambiato. Non ci siamo mai tirati indietro. Nel frattempo, non potendo seguire i “consigli da bar”, continuiamo a lavorare, con una nostra idea di accoglienza e di rispetto della dignità umana, ma senza accettare scorciatoie o privilegi. Se di "buonismo" si vuol proprio parlare, allora possiamo addebitare al sindaco di Piacenza e alla sua giunta l'eccessiva arrendevolezza nei confronti di molti colleghi della provincia. Sappiamo che l’errore è stato commesso in buona fede, credendo nell'esistenza di una rete. Sappiamo che il capoluogo ha accettato inizialmente più assegnazioni perché pareva logico aiutare i comuni più piccoli, che  avrebbero avuto più difficoltà e bisogno di maggior tempo per organizzarsi. Ora, a fronte non solo del mancato riconoscimento di questo senso di responsabilità, ma addirittura della costante accusa di complicità e dei continui attacchi, chiediamo al Sindaco Dosi e all’assessore Cugini di far venire meno i presupposti di solidarietà con quegli enti che non la meritano. Ci aspettiamo una posizione netta con il Prefetto affinché i comuni che irresponsabilmente continuano a chiamarsi fuori diventino oggetto di requisizioni forzate degli immobili. Alleggerire la città e ripartire equamente i migranti assegnati è infatti l’unica via per impedire che l’emergenza immigrazione si trasformi in un’emergenza sicurezza ben più difficile da governare». 

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