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Provincia, le spese scendono di cinque milioni ma per quadrare i conti ne servono altri sei

In vendita uffici dell'ente e Case Cantoniera sparse sul territorio per riuscire a intervenire su strade e scuole. La presentazione del bilancio ai (pochi) sindaci

Un confronto un po’ freddo quello tra l’Amministrazione e i sindaci del Piacentino sul bilancio. All’incontro - che aveva l'obiettivo di presentare numeri, spese e investimenti del bilancio previsionale 2017-2019 - erano presenti pochi primi cittadini, che hanno mosso più di una critica nei confronti delle scelte dell’ente di via Garibaldi, che deve far fronte a un bilancio che – ad oggi – presenta un disavanzo di oltre otto milioni di euro. Il presidente Francesco Rolleri in apertura ha infatti ricordato infatti la protesta dell’Unione province italiane, che hanno presentato nei giorni scorsi un esposto in tutte le Procure d’Italia. «Lo squilibrio – ha detto Rolleri - non ci consente di garantire il funzionamento di strade e scuole. Mancano all’appello oltre 900 milioni di euro per le Province italiane, ce ne lasciano solamente 450 per far fronte a tutti i nostri problemi, quando ne servirebbero più del doppio. Non ci sono le risorse necessarie neanche per l’ordinaria amministrazione: abbiamo un disavanzo di oltre 8 milioni di euro».  

«Ci servono 15 milioni di euro all’anno – ha detto il direttore generale Vittorio Silva - più o meno per gestire adeguatamente l’ente, ce ne mancano almeno sei. La spesa complessiva è di 33 milioni e mezzo, mentre nel 2016 si era assestata sui 38 milioni: cinque milioni di euro in meno. Il personale incide per 5,8 milioni, l’acquisto di beni di consumo e i servizi 6,7 milioni». Ma a incidere sono ovviamente i 18,8 milioni di euro che l’ente deve versare nelle casse statali. 

Dove prendere i soldi per effettuare investimenti pubblici? «Tre milioni e 100mila euro sono frutto di un avanzo di amministrazione vincolato a investimenti, un milione è un mutuo per l’edilizia scolastica, 700mila euro dalla Regione e 400mila euro dal Cipe come compensazione per la presenza della centrale di Caorso nel territorio. Questo porta a 5,2 milioni di euro di risorse». 

C’è poi un piano delle alienazioni da 4 milioni di euro. Coinvolte le case cantoniera di Boli (Farini), Castelsangiovanni, Castelvetro, Corte Brugnatella, Rottofreno, Folli (Ferriere), un fabbricato in via Mazzini in città da 2 milioni di euro, un magazzino tra via via Trebbia e via XXI aprile, un terreno edificabile in via Emilia Pavese a Castelsangiovanni, e palazzo Rezzoalli in via X Giugno a Piacenza (da 600mila euro). «Tanto più – ha commentato Rolleri - avrà successo questo piano di vendite, più avremo possibilità di intervenire. Sono stime al ribasso, siamo andati incontro alle esigenze del mercato immobiliare». 

Gli investimenti pubblici previsti sono i seguenti. Al liceo classico Gioia verranno sostituiti i serramenti esterni (700mila euro), al Romagnosi l’adeguamento antisismico dell’edificio e della palestra costerà un milione, al Respighi l’impermeabilizzazione della copertura (350mila euro), al Raineri-Marcora e Respighi con 250mila euro verranno sostituiti gli impianti di illuminazione, 200mila euro per i serramenti della palestra di Fiorenzuola, e 150mila euro per il Marconi volti a sostituire i ventilconvettori delle aule. Per un totale di 2 milioni e 650mila euro.

Due milioni e 550mila euro sono i soldi messi sul piatto per lavori pubblici: tra questi 250mila euro per la segnaletica, 600mila euro per il ponte di Mulino del Nano in Valnure, 300mila per la Valdaveto, 450mila per la pista ciclabile sulla provinciale di Agazzano, 350mila per le strade di Gropparello, 300mila per il ponte sul Boreca e 300mila per la provinciale di Centora. Patrizia Calza ha presentato anche gli interventi per il 2018 e 2019. 

Il sindaco di San Giorgio Giancarlo Tagliaferri ha riproposto il tema della viabilità a Case nuove, svincolo stradale pericoloso inserito nel piano delle opere del 2016 e poi tolto.   Incalzata da Sergio Bursi, il vicepresidente Patrizia Calza ha parlato anche del ponte di Rottofreno. «Il ponte bailey è stato escluso, per questioni di costi e modi. Si è pensato al guado: bisognava individuare il luogo adatto. Dopo approfondimenti con Aipo e il Parco del Trebbia – che devono rilasciare le necessarie autorizzazioni -. Aipo ha individuato il punto migliore, a valle del ponte ferroviario. Qui si potrebbe fare, ma occorre anche il permesso del Parco del Trebbia, che tutela questo tratto. In questo momento stiamo portando avanti approfondimenti sull’opera, perché l’opera non è di “interesse e pubblica utilità”, né è una risposta a un’emergenza. Chiediamo comunque al Parco di valutare se questo passaggio è ritenuto comunque d’interesse. Siamo in attesa di ricevere la risposta. Se sarà positiva dovremo tradurre in concreto la realizzazione, cioè trovare i soldi. Ma l’intervento non sarà a carico della Provincia, come già detto, non essendo un’opera funzionale, e non avendo i soldi. Andremmo contro la legge». 

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