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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Piacenza in Lombardia, il Consiglio dei ministri dice sì al referendum

Il Consiglio dei Ministri ha il documento che indice a Piacenza un referendum popolare (10 e 11 febbraio 2013) per il distacco dall'Emilia-Romagna e la sua aggregazione alla Lombardia. Pasquali:«Data demenziale»

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il documento di proposta per indire nel territorio della Provincia di Piacenza e nel territorio dei Comuni veneti di Arsiè, di Canale d’Agordo, di Cesiomaggiore, di Falcade, di Feltro, di Gosaldo e di Roccapietone (Belluno) otto referendum popolari per il distacco, rispettivamente, della Provincia di Piacenza dalla Regione Emilia-Romagna e sua aggregazione alla Regione Lombardia e per il distacco dei sette Comuni dalla Regione Veneto e loro aggregazione alla Regione Trentino-Alto Adige/ Sudtirol. I comizi sono convocati per domenica 10 febbraio 2013, con prosecuzione del voto fino a lunedì 11 febbraio 2013. Il passo successivo ora rimane solo quello della firma del decreto presidenziale da parte del presidente della Repubblica. Un'approvazione che non appare così scontata alla luce del clima di instabilità politica che in queste ore sta attraversando il Governo italiano e che, in caso di elezioni anticipate già a febbraio, probabilmente comporterebbe uno slittamento del referendum. 

Una decisione che provocherà la reazione della maggioranza di centrodestra, contraria a una data così sfavorevole per portare i cittadini alle urne in pieno inverno. “Il Consiglio dei ministri – ha commentato Roberto Pasquali, presidente del Consiglio provinciale – non ha aspettato nemmeno la scedenza del decreto sul riordino delle Province, il 5 gennaio. Hanno fatto tutto di corsa. Definire demenziale quella data è poco. Andare a votare con un metro di neve significa impoverire il referendum e il suo spirito. Ora riuniremo i gruppi per analizzare questa decisione”

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