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Regionali in Umbria, Rancan (Lega): «Il Paese reale ha sconfitto il Palazzo»

«Invito i piacentini che sognano un’Emilia-Romagna libera a segnare sul calendario la data del 26 gennaio. Fra novanta giorni arriverà anche per noi il momento di far sentire la nostra voce e consegnare l’amministrazione ad una presidentessa che agirà per il bene dei cittadini: Lucia Borgonzoni»

«Dall’Umbria giunge un segnale inequivocabile: il paese reale vince contro il palazzo». Commenta così il successo della coalizione di centrodestra alle elezioni regionali umbre Matteo Rancan, consigliere della Lega in Regione.  «Invito i piacentini che sognano un’Emilia-Romagna libera – dichiara - a segnare sul calendario la data del 26 gennaio.  Fra novanta giorni, infatti, arriverà anche per noi il momento di far sentire la nostra voce e consegnare l’amministrazione ad una presidentessa che agirà per il bene dei cittadini: Lucia Borgonzoni. Un grande in bocca al lupo alla nostra neo governatrice Donatella Tesei e complimenti al popolo umbro per la scelta di cambiare con un voto massiccio per la Lega e il centrodestra».

GIANCARLO TAGLIAFERRI (FDI): «E ORA TOCCA ALL’EMILIA-ROMAGNA»

«Dopo mezzo secolo di governi di sinistra il centrodestra – ha dichiarato anche il consigliere regionale di Fd’I Giancarlo Tagliaferri - compatto ha liberato l’Umbria. Era evidente che l’alleanza per le ‘poltrone’ non avrebbe pagato, ma i numeri della sconfitta sono impietosi. I giacobini a 5Stelle sono finiti sul patibolo insieme ai loro vecchi nemici, proprio nella rappresentazione della loro stessa parodia rivoluzionaria. Perché certi ‘giochi’ funzionano solo dentro il ‘Palazzo’ ma quando si esce sulle strade, tra la gente, ci si accorge che gli italiani non hanno più tempo ne voglia di giocare, chiedono serietà e coerenza. E proprio per questo il partito di Giorgia Meloni, superando anche i pentastellati, è adesso in doppia cifra il terzo partito a livello nazionale. Ora tocca all’Emilia-Romagna, dove i 5Stelle possono scegliere se imitare l’esempio umbro, alleandosi a quel PD che hanno definito partito di Bibbiano, o tentare di recuperare quella credibilità persa proprio nei giochi di Palazzo».

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