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Registro tumori, Baldino: «In futuro dovremo rispondere a un aumento di patologie»

In aula ad illustrare il registro pubblicato lo scorso luglio il direttore generale Ausl Luca Baldino, il primario di Oncologia Luigi Cavanna e la dottoressa Elisabetta Borciani. Cavanna: «Troppo importanti gli screening: in una provincia come la nostra vediamo ancora molti uomini e donne che scoprono in fase troppo avanzata in sintomi di un tumore»

Il Consiglio comunale, riunitosi nel pomeriggio del 19 ottobre, ha lasciato da parte mozioni e ordinanze per ascoltare in audizione i vertici dell’Ausl di Piacenza sul Primo Registro Tumori 2006-2010, presentato e reso pubblico nello scorso luglio. Un gruppo di consiglieri, in modo bipartisan, avevano chiesto un confronto sul tema. «Lo stato oncologico di tutta la provincia di Piacenza – ha esordito il direttore generale dell’Ausl di Piacenza Luca Baldino - è un tema molto sentito dalla collettività. Il registro dei tumori è uno strumento complesso e fondamentale per conoscere la situazione e mettere insieme tanti dati scientifici del nostro territorio, e per poterli confrontare con il resto della Regione. Piacenza non evidenzia significative differenze rispetto al resto dell’Emilia Romagna. Non c’è un’incidenza diversa nei numeri raccolti in questi ultimi anni. Il registro lo aggiorneremo continuamente e fra 5 anni avremo un quadro ancora più chiaro».

«Le patologie oncologiche – ha proseguito Baldino – sono, nei prossimi 15-20 anni, destinate ad aumentare significativamente. Questo avviene perché l’età media avanza sempre più ed è più facile incorrere in patologie oncologiche. Dobbiamo prepararci. Già che ci siamo ricordo il nostro “mantra” per cercare di evitare problemi: mangiare in modo sano, muoversi, non fumare e partecipare agli screening sono le 4 attività per abbassare il proprio rischio di ammalarsi.  Comunque i percorsi di cura sono sempre più efficaci: abbiamo percentuali del 90% su patologie come il tumore alla mammella».

«Il registro tumori – ha dichiarato la dottoressa Elisabetta Borciani - è un sistema informativo che raccoglie i dati di tutte le patologie tumorali in un determinato territorio. Vengono raccolti anche i dati di piacentini che si rivolgono anche ad aziende Ausl fuori provincia». Numerosi i dati estraibili dal sistema: le stime di prevalenza, le tabelle di incidenza, mortalità, le analisi dei trend temporali, le analisi e i confronti geografici e l’analisi della sopravvivenza. «Soprattutto ci confrontiamo con le vicine province di Parma e Reggio Emilia – forse la futura Area Vasta - piuttosto che sulle medie nazionali, molto diverse tra loro a causa del Sud. Abbiamo fatti confronti tra la pianura piacentina e montagne e colline. Da 0 a 74 anni si ammala un residente su tre della città di sesso maschile e una donna su quattro. La mortalità è di un uomo su sette e una donna su dieci. Stiamo riscontrando in questi ultimi tempi un notevole calo di tumori per gli uomini soprattutto alla prostata e al colon grazie agli screening e gli esami più efficaci».

«Con l’invecchiamento della popolazione – ha proseguito Borciani - le patologie aumenteranno di conseguenza. Il tumori più frequente nel Piacentino per gli uomini è quello alla prostata, poi polmone, colon retto, vescica e stomaco. Nella donna mammella, colon retto, polmone e stomaco. In questa classifica siamo molti simili al resto della Regione e del Nord Italia». Il tumore al fegato rappresenta una situazione particolare. «Qua abbiamo un’ampia incidenza rispetto al resto della Regione. Non c’è differenza tra pianura e montagna, ma vediamo che in Valtidone è su livelli più alti, che scendono in Valtrebbia, Valnure e in Valdarda dove vi è il dato più basso. La Valtidone soffre dell’incidenza alta della Lombardia, che evidenzia dati molto alti».

«In Italia – ha proseguito il primario di Oncologia, il dottor Luigi Cavanna – ogni giorno ci sono mille nuovi pazienti con un tumore, senza contare i carcinomi che riguardano la cute (70mila in più ogni giorno), che sono nella maggior parte dei casi benigni. La prostata è il tumore più frequente per gli uomini, ma il polmone è quello con i più alti livelli di mortalità. E’ troppo importante fare screening: in una provincia come la nostra vediamo ancora troppi uomini e donne che scoprono in fase troppo avanzata in sintomi di una malattia. Con l’età siamo più esposti a mutazioni genetiche delle nostre cellule a causa degli agenti esterni. Il sistema immunitario diventa più debole. Troppe volte, distratti dalla vita di tutti i giorni, ignoriamo le lettere dell’Ausl che arrivano a casa e che ci invitano a fare controlli. Oggi, impiegando su un singolo paziente un’equipe di più specialisti, aumentano considerevolmente le possibilità di guarigione. Sono importanti le rete oncologiche: i pazienti devono essere curati più vicino a casa possibile. Alcuni dati ci dicono che essere curati lontano da casa aumenta la mortalità».

«Cosa può fare la politica – ha chiesto agli ospiti Marco Colosimo (Piacenza Viva) - per migliorare la situazione attuale?». Mirta Quagliaroli del Movimento 5 Stelle ha invece rimarcato l’importanza di prestare attenzione ai fattori ambientali, decisivi per la nostra salute.  «Si può dire allora – ha commentato Roberto Colla (Moderati) - che Piacenza non risulta così inquinata come sembra dalla realtà industriali?». Massimo Polledri (Lega Nord) ha colto l’occasione per esprimere le sue perplessità sull’Area Vasta. «Con il 118 abbiamo visto che si sono concentrato più risorse su Parma, speriamo che su altri temi non sia così».

«Ci sono forme di tumore – ha rilevato Tommaso Foti (Fratelli d’Italia) - che vent’anni fa erano nefasti e ora sono curabili. Ritengo che la politica debba imporre alcuni controlli e test ai cittadini. Intervenendo per tempo aumenta la possibilità di guarigione del paziente e diminuisce anche la spesa pubblica, non costretta ad intervenire fuori tempo. Il pubblico dovrebbe aiutare istituzioni come l’hospice “La Casa di Iris” di Piacenza e quello di Borgonovo. Comune e Provincia – insieme a qualche privato – fanno la loro parte sul territorio. È ora che anche lo Stato dia una mano».

Il sindaco Paolo Dosi ha sottolineato il rapporto di collaborazione tra il Comune e l’Ausl. «Baldino esporrà a breve anche in consiglio comunale il quadro futuro della sanità piacentina in quest’aula, in relazione anche alla costituzione dell’Area Vasta. Approfondiremo in quel caso le riflessioni sul tema, dopo la conferenza sociosanitaria. Piacenza – ha detto Dosi in aula -è molto viva dal punto di vista del volontariato su tematiche sanitarie di prevenzione. La società civile manifesta la sua virtuosità nel collaborare con l’Azienda sanitaria locale. Compito dell’Amministrazione è favorire questi rapporti.  Con questo registro ci sono dati scientifici che ci permettono di orientarci».

«Cosa possiamo fare? Il nostro obiettivo – ha concluso Baldino - è portare lo screening al 100% e promuovere uno stile di vita sano. Ci vogliono risorse economiche: non tanto per mantenere ciò che c’è, ma per migliorare in vista di questo probabile aumento delle patologie». «Potremmo innanzitutto intervenire nelle scuole – è il commento di Cavanna – per parlare in modo più strutturato di stili di vita e salute. Troppi ragazzini già alle scuole medie fumano. Vogliamo assicurare tutti: quando qualcuno ci segnala situazioni ambientali anomale prestiamo attenzione». Il Movimento 5 Stelle ha presentato un ordine del giorno per rendere “annuale” una relazione ad integrazione del registro tumori che riporti anche dati sulle malattie respiratorie, cardiovascolari, allergologiche sul territorio provinciale. «Richiesta che si può accogliere ma lasciamo un po’ di flessibilità all’Ausl, compatibilmente con tutte le variabili e gli impegni del caso». L’ordine del giorno è passato all’unanimità.

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