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Ricci Oddi, il sindaco: «Voglio sentire tutti i componenti del CdA»

Il sindaco Patrizia Barbieri prende tempo sulla querelle tra gli assessori Polledri e Passoni e il presidente della Galleria Massimo Ferrari: «Voglio conoscere tutte le problematiche sollevate in commissione, sentirò i componenti del CdA e leggerò i verbali»

Il sindaco Patrizia Barbieri non si vuole sbilanciare. L’aspro dibattito che ha messo di fronte la sua Giunta al Consiglio d’Amministrazione della Galleria d'arte moderna Ricci Oddi, non è una questione urgente da risolvere. In commissione cultura, nei giorni scorsi, l’assessore al bilancio Paolo Passoni e quello alla cultura Massimo Polledri hanno contestato l’atteggiamento del presidente della Ricci Oddi Massimo Ferrari, che è anche uno dei due rappresentanti del Comune di Piacenza (nominati ai tempi della Giunta Dosi) nell’ente privato che deve gestire il patrimonio artistico di Giuseppe Ricci Oddi e l’edificio che ospita la sua collezione in via San Siro. Edificio che, a detta del Cd’A, sta subendo i segni del tempo e necessita di rivisitazioni e ristrutturazioni, oltre che di un impianto di climatizzazione che permetterebbe di ospitare opere di altri musei (che, in assenza dell’impianto, si rifiutano di collaborare). La Galleria non se la passa per niente bene e necessita di manutenzione, altrimenti potrebbe anche rischiare di chiudere: questo il grido d’allarme lanciato dal Cd’A, in particolare dal suo presidente. Massimo Ferrari-2

Passoni però ha contestato a Ferrari il fatto di non aver notiziato il Comune della volontà di effettuare assunzioni a tempo indeterminato nello staff della galleria. Polledri ha invece rimproverato il presidente di non aver dato una linea e un coordinamento alle attività della galleria. I due assessori della Giunta Barbieri sono andati all’attacco, tanto che il presidente della commissione cultura Carlo Segalini (Lega) ha suggerito che forse è venuto il momento di sostituire i due rappresentanti del Comune nella Ricci Oddi: oltre a Ferrari, anche Francesca Tosi Ricci Oddi, anch’essa nominata dalla precedente Amministrazione Dosi. I due, a inizio mandato della Giunta Barbieri, sarebbero stati pronti a farsi da parte. Le critiche dei due assessori sono apparse a tutti i consiglieri una sfiducia al presidente: lo stesso capogruppo della Lega Stefano Cavalli ha sottolineato la mancanza di feeling tra i vertici dei due enti. Ferrari sostiene però di aver incassato la fiducia del sindaco Barbieri in persona solo poco tempo fa.  

Evidentemente Ferrari non ha però la fiducia dell’assessore alla cultura e di chi – Passoni – tiene i cordoni della borsa. Il Comune infatti sostiene economicamente la galleria privata, in virtù dello statuto siglato con la famiglia Ricci Oddi per la tutela e conservazione delle opere destinate al pubblico. Ma il sindaco, rispetto ai suoi assessori, non va all’attacco del Cd’A e prende tempo.

«Chiederò i verbali della commissione – spiega Barbieri -. Voglio solo far presente che Massimo Ferrari è presidente in quanto nominato dal Cd’A della Galleria Ricci Oddi. Non è presidente perché lo ha deciso il Comune. Ferrari venne designato da Dosi come uno dei due rappresentanti del Comune di Piacenza nel Consiglio d’Amministrazione della galleria. Ha un mandato di cinque anni, che dura fino al 2019 e la carica di presidente gli è stata conferita dallo stesso Cd’A, non certo dalla Giunta». Ferrari sostiene di avere la sua fiducia.  «Io non avevo bisogno di confermarlo – è la precisazione del primo cittadino -, visto che già era lì in Ricci Oddi_esterno1-2-2quella posizione. Non dovevo confermare una persona nel Cd’A: Ferrari ha assunto una carica anni fa e sta proseguendo il suo mandato, in più il Cd’A in questo arco di tempo l’ha scelto come presidente». Ma il Comune, è l’osservazione che viene fatta al sindaco, potrebbe anche domani mattina revocare la presenza dei suoi due rappresentanti e provvedere a una loro sostituzione. «Io sono dell’avviso – è il parere di Patrizia Barbieri - che è bene prima guardare i verbali della commissione, a me non è stato ancora riferito cosa è accaduto tra la Giunta e il presidente Ferrari. Voglio verificare quelle che sono tutte le problematiche che sono state sollevate. Mi piacerebbe parlare anche con tutti gli altri componenti del Consiglio d’Amministrazione. È un discorso che va verificato, al momento non ho nessun tipo di questione da risolvere sulla sua fiducia o meno».

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Il Comune di Piacenza ha diminuito il suo aiuto, nel corso degli anni, alla galleria, che mostra segni di invecchiamento. Non c’è spazio per esporre neanche metà dell’ingente patrimonio di Giuseppe Ricci Oddi, e non si possono ospitare opere di altri musei, a causa della mancanza dell’impianto di climatizzazione. L’assessore al bilancio Passoni ha chiesto a Ferrari l’entità del preventivo per provvedere a dotare la galleria della climatizzazione: si parla di una cifra di 500-600mila euro, quando il Comune stanzia meno di 200mila euro all’anno per la sola gestione della struttura e la retribuzione di chi ci lavora. I rapporti con il Cd’A non sembrano buoni ed è evidente una mancanza di dialogo. Eppure nel programma con cui l’Amministrazione ha vinto le Comunali, il rilancio della Ricci Oddi era tra i punti cardine del capitolo cultura. «Occorre trasformarla – si legge dal programma elettorale del centrodestra del 2017 - in un’esperienza unica in Italia, una galleria dove poter anche studiare, fare ricerca, piccole mostre a budget bassissimo ma molto coese, insomma una galleria da promuovere presso i giovani. La Galleria è attualmente un gioiello non valorizzato, proprio negli anni in cui l’arte dell’Ottocento ha cavalcato l’onda più alta. Altra cosa, l’impianto di climatizzazione: una promessa mai mantenuta dalla giunta di sinistra. Questa mancanza ha costretto non solo lo spostamento della collezione a Bobbio durante l’estate 2016, a causa di temperature troppo elevate e umidità insostenibile, ma anche diverse rinunce da parte dei turisti alla visita del Museo durante i mesi in cui si è tenuto l’Expo. Si pensi alla cera del Medardo Rosso, Ecce Puer, che soffre queste devastanti condizioni ambientali e rappresenta uno dei pezzi più pregiati della collezione. Da ultimo, serve un miglioramento della comunicazione istituzionale del Museo, aumentandone la visibilità in città e in provincia. Non c’è traccia, per esempio, di cartellonistica sulla via Emilia».

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