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Ricci Oddi, scintille tra il presidente Ferrari e la Giunta. Mancano i soldi per andare avanti

In commissione cultura gli assessori Passoni e Polledri attaccano il presidente Ferrari, che aveva ricevuto la fiducia del sindaco: «Chiede solo soldi, ma non propone. Non sapevamo dell’assunzione di un dipendente». Levoni: «Occorre un patto per rilanciare la galleria». L’impianto di climatizzazione costerebbe 500-600mila euro, sembra tramontata l’ipotesi di ospitare alcune opere a palazzo Ex Enel

Storie tese tra membri della Giunta Barbieri e rappresentanti del Comune di Piacenza nel Cd'A, poche idee per rilanciare le esposizioni, troppe opere che non trovano posto negli spazi ristretti, una struttura che sta cadendo a pezzi e che manca dei requisiti per ospitare opere di altri musei in prestito e, soprattutto, soldi che mancano. Non un bel quadro quello della Galleria d'arte moderna Ricci Oddi di Piacenza. 

Il Cd’A (ad eccezione di Franca Franchi, rappresentante degli Amici dell’arte), dopo le polemiche per la mancata convocazione nella seduta precedente di tutti i componenti, ha partecipato, nella serata del 26 settembre, all’audizione in commissione cultura. Il dibattito ha visto la presenza del presidente Massimo Ferrari e della consigliera Francesca Tosi Ricci Oddi (rappresentanti del Comune nominati dalla Giunta Dosi), la vicepresidente e storica dell’arte Laura Bonfanti (nomina prefettizia), Leonardo Bragalini (in rappresentanza della Fondazione di Piacenza e Vigevano), l’avvocato Stefano Casali, discendente della famiglia, e il decano Corrado Sforza Fogliani (in rappresentanza dell’Accademia di San Luca). Massimo Ferrari-3

Il quadro della Ricci Oddi, ad oggi, sembra tremendo. «La galleria non è in buona salute – ha dichiarato Ferrari -, dal punto di vista fisico (ha 88 anni) e della promozione. Da statuto, si mantiene con i fondi che arrivano dal Comune, e nel tempo si sono impoveriti. Nel 2016 l’ente comunale ha messo 200mila euro, nel 2017 solo 170mila, nel 2018 ancora meno, 150mila. La promozione delle mostre è portata avanti con gli aiuti di Fondazione, Banca di Piacenza, Confindustria. Nel 2018 il taglio ulteriore delle spese del Comune impedisce alla galleria di andare avanti. Pensiamo alla mancanza dell’impianto di climatizzazione delle sale: servirebbero 500-600mila euro per installarlo ed è importante perché, senza, nessuna galleria italiana ci darebbe in prestito un quadro. Per le regole attuali la struttura non può ospitare niente, non può conservare bene le opere. È come se la “casa non fosse agibile”. Il giardino inoltre non è curato, il Comune lo falcia due volte all’anno e basta. Ci sono problemi all’interno, l’ingresso è “annerito”. Non è garantita la normalità di funzionamento della galleria, non si riesce a stanziare cifre per la manutenzione della galleria. E la promozione sui media e su altri mezzi della galleria costa molte risorse».

«La galleria è una delle più importanti gallerie italiane moderne dell’800 e del ‘900 – ha osservato Bragalini -. Ricci Oddi raccolse opere importanti. Musei simili al nostro come Trieste e Genova vanno avanti con risorse superiori di 4 o 5 volte. Ci vorrebbero possibilità economiche maggiori, per una galleria che è tra le quattro migliori in Italia per quel periodo storico e per varietà. In questa situazione difficile pensare a un rilancio. Sono anni che se ne parla. Io sono nel Cda da tempo e tutti vorrebbero portare più visitatori, ma non abbiamo le risorse».

A richiedere la presenza di tutti i componenti del Cda fu Antonio Levoni (Liberali Piacentini). «È sorta qualche polemica sulla galleria nel recente passato. Tutti gli anni la Ricci Oddi non può venire a elemosinare soldi al Comune, che ne ha sempre meno. Il sindaco ha detto però che il 2019 sarà l’anno della Ricci Oddi. È triste avere mille opere e poterne ospitare e far vedere al pubblico solo 250. È ora di fare un patto serio sulla galleria, per capire chi veramente ama Piacenza. I componenti del Cd’A sono degli equilibristi, ma manca un "fondo" sotto di loro. Chi vuole bene a questa città la valorizzi». «Il Cd’A – ha suggerito Andrea Pugni (Movimento 5 Stelle) - ha il potere di indirizzo sulla galleria. Vorremmo capire come vogliono andare avanti nei prossimi anni». Massimo Polledri-7

«Facciamo già fatica – ha sottolineato Corrado Sforza Fogliani - a chiudere il bilancio senza problemi di straordinaria amministrazione. Il Comune avrebbe dovuto preoccuparsi – da obbligo, secondo le regole stipulate dalla famiglia e l’ente – di pagare due custodi e l’amministratore, per un costo di oltre 200mila euro. Nessuna Amministrazione ha però mai pagato. La galleria potrebbe essere più grande, esporre più opere. Quando abbiamo esibito alcune opere a Palazzo Galli, addirittura alcuni amministratori locali ci han detto che bisognava trovare una collocazione fissa. Il problema degli spazi, quindi, è importante. Il Comune avrebbe l’obbligo della manutenzione ordinaria e straordinaria e le condizioni non sono ottimali. È difficile fare programmi per il futuro in questo stato. Potremmo fare tante sinergie, ma non abbiamo il posto per ospitare i nostri quadri, figuriamoci quelli degli altri. La Giunta Dosi aveva convenuto con noi che il palazzo ex Enel di via Santa Franca poteva ospitare alcuni dipinti, ma poi la Fondazione di Piacenza-Vigevano ha cambiato presidente e pure idea sulla questione. Così non possiamo mostrare molte nostre opere né ospitarne di altri».

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