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Riconteggio schede, Bariola: «Spetta ai giudici decidere chi deve stare in Consiglio»

L’attuale consigliere di “Piacenza del futuro” esprime la sua posizione alla luce del riconteggio delle schede nel seggio di Borghetto delle Comunali 2017

«Non è nel mio stile, ma il continuo martellamento su questa vicenda mi impone di esprimere una nota. Tacere sembra sconveniente e immotivato». Così Gianluca Bariola, consigliere di “Con Rizzi la Piacenza del futuro”, commenta la notizia e le reazioni sui social del riconteggio delle schede nel seggio di Borghetto delle Elezioni Comunali del giugno 2017. Da mesi prosegue l’iter processuale del candidato Samuele Raggi (suo "collega di lista") per ottenere l'elezione a consigliere, decisa da un abbaglio del presidente del seggio n. 103. Con il nuovo conteggio delle schede nel seggio di Borghetto - dove sono state trascritte male le preferenze -, Raggi supererebbe Bariola di due voti. Ma per chiudere la vicenda occorrono ancora diversi passaggi formali, quando il mandato della Giunta Barbieri e del Consiglio ha superato i venti mesi. 

 «Subentro a Paolo Rizzi – spiega Bariola in un comunicato - in Consiglio Comunale nel settembre del 2018; il candidato sindaco, infatti, all’interno della coalizione, era stato candidato nella lista giovani; ciò significa che, in caso di non vittoria, il seggio spettante alla lista giovani andasse a Paolo Rizzi. Non potendo entrare da subito, ho preso il suo posto all’atto delle sue dimissioni. Ricorso di Samuele Raggi: il discorso è molto semplice. Al momento del voto, nel giugno del 2017, nel seggio in cui Raggi era rappresentante della nostra lista civica, ha notato e segnalato un errore. Il presidente di seggio ha certificato l’errore. Con quella dichiarazione ha fatto ricorso al Tar di Parma. Suo diritto farlo; mio diritto, dato che non ero presente sul posto, fare alcune controdeduzioni – tecnicamente controricorso.  L’avvocato di Samuele Raggi accoglie una delle controdeduzioni del mio avvocato (questione procedurale). Il Giudice del Tar valuta non idonea la procedura presentata dall’avvocato di Raggi. Per questo motivo (per chi desidera è agli atti del TAR di Parma) non concede la disposizione alla riapertura del seggio per il riconteggio dei voti.

L’apertura del seggio, con successiva verifica delle schede, poteva verificarsi 15 mesi fa; non ero ancora subentrato a Rizzi. Se rimostranze vogliono essere fatte, sono all’avvocato di Raggi. Successivamente Raggi ricorre al tribunale Civile di Piacenza. E’ storia di ieri la perizia.

Con questa operazione si ripara ad un errore visto da Raggi, giustamente segnalato. Non si ottiene di certo la verità. Se avessi voluto, infatti, al momento del suo ricorso al Tar, avrei potuto farlo anche io. Avrei potuto chiedere il riconteggio di tutti i voti nei restanti 106 seggi del Comune di Piacenza. Se in un seggio è accaduto un errore (12 voti), è ragionevole che in altri seggi possano essercene stati degli altri, magari qualcuno in altre direzioni. La distanza di due voti è veramente sottile e minima; un errore di distrazione o di stanchezza è sempre possibile. Solo successivamente al riconteggio generale, di tutti i 107 seggi, potrebbe essere ristabilita la verità. Avrei potuto spendere soldi, tempo ed energie nella ricerca della inoppugnabile verità. Perché non l’ho fatto? Perché ho preferito usare quel tempo, quei soldi e quelle energie per impegnarmi su questioni che ritengo meno autoreferenziali, più urgenti e più vicine ai bisogni delle persone. Alcune di queste: logistica, scuola e sociale. L’ho fatto, fino ad ora, in quattro mesi e mezzo, per come sono riuscito e secondo le mie capacità. Ciò non toglie che essere consigliere comunale è un onore ed un onore di significativa importanza.

Se dovessi uscire dal Consiglio, questione su cui spetta ai Giudici esprimersi, continuerei comunque l’attività politica; le sentenze del tribunale Civile e del Tar sono a garanzia di tutti. Questo concetto me lo può insegnare Raggi stesso che per l’Italia dei Valori (partito a cui era molto cara la tematica della difesa della Giustizia e delle sentenze) è stato: candidato sindaco nel 2012, consigliere provinciale e consigliere comunale di maggioranza con il mandato di Paolo Dosi. Se le sentenze (Giudice Civile e Tar) non mi permetteranno di essere più in consiglio, comunque continuerò ad occuparmi di politica. La politica è un’attività molto più alta e nobile di un seggio. Ovvio, non si può fare nulla di incisivo senza un minimo di voce. Confido che, se dovessi uscire dal Consiglio, possano esserci altre occasioni; quello che non mancherà, indipendentemente da tutto, sarà la disponibilità al servizio della comunità. Avvicinare i Giovani alla Politica partendo da questioni concrete, costruire progetti che abbiano a cuore la centralità della persona umana, l’economia sociale di mercato e l’Europa sono tematiche in cui c’è molto da fare».

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