Rifiuti, la Tari rimane invariata ma il 10% non la paga
Ok in Consiglio comunale: non si ritoccano le tariffe, però aumenta l’insoluto. Il Comune invia 8339 avvisi di sollecito. Da potenziare le isole ecologiche “mobili” in città e nel 2019 la raccolta differenziata arriva nel centro storico. Tante le critiche a Iren sulla gestione del servizio e la pulizia
La Tari, tassa sui rifiuti, rimane invariata. L’Amministrazione Barbieri ha scelto di confermare le cifre del 2018 e non cambiare nulla. Il provvedimento è passato in Consiglio comunale con i voti di tutto il centrodestra (Lega, Fd’I, Forza Italia, Liberali) più il Gruppo Misto (Zanardi e Giardino) e Piacenza del futuro (Bariola). Astenuti Pd, Movimento 5 Stelle e Piacenza in Comune. La Tari copre con 21,6 milioni di euro i costi della gestione del servizio. Nel 2019 l’obiettivo è aumentare la raccolta differenziata porta a porta anche nell’anello del centro storico per carta, umido, plastica, barattolame. Sempre nel corso di quest’anno, con l’implementazione della raccolta differenziata, verranno dismessi mille cassonetti di rifiuti indifferenziati sul territorio.
L’assessore al bilancio Paolo Passoni ha informato della situazione economica della Tari. «Abbiamo pensato di recuperare l’insoluto con un atto unico - ha spiegato Passoni - mettendo insieme solleciti e accertamenti, per velocizzare i tempi e migliorare la procedura. Entrambi verranno spediti insieme ai cittadini, con un invito al contribuente a pagare entro trenta giorni. Al termine il cittadino deve corrispondere un contributo maggiorato, che tenga conto degli interessi». Nel 2018 il Comune e Ica hanno inviato 8339 avvisi di sollecito e accertamento per tre milioni e 254mila euro di ammanco. Nel 2019 si conta di avere due milioni di mancati pagamenti, circa il 10 per cento del totale: nel 2018 la cifra messa nel bilancio preventivo era inferiore.
TRESPIDI (LIBERI): «IREN NON CI RIMETTE MAI»
Molto duro il consigliere di “Liberi” Massimo Trespidi. «La notizia positiva – ha detto in aula - è che la Tari non aumenta, però vorrei capire cosa stiamo facendo perché paghino tutti o più gente possibile, qual è la strategia? Venti milioni e 700mila euro, di cui incassati nell’anno 17 mln. Ci sono così tre milioni da riscuotere insieme a quelli rimasti indietro degli anni precedenti. Parliamo di 20 milioni e 15mila di crediti, nel 2017 sono stati stralciati sulla Tari 408mila euro non più esigibili. Nel 2018 si annunciano 2 milioni e 60mila di crediti inesigibili: a mio modo di vedere i conti non tornano. Il servizio di Iren, poi, è scadente, va migliorato perché lascia desiderare. La gente lo ritiene un costo alto e purtroppo la gran parte dei cittadini lo paga anche per chi non lo fa. Iren comunque non ci rimette mai, l’insoluto non è a carico del gestore del servizio, ma è assorbito dai cittadini e dalle imprese. Il 20% di cittadini che manca all’appello, quando paga? E con che tempi? Paga tutto? Gli oltre 2 milioni di crediti stralciati nel 2018 a cosa sono dovuti?». Trespidi ha ricordato in aula che Atersir ha proceduto alla sospensione della procedura di affidamento del nuovo servizio di gestione dei rifiuti e Iren continua così a gestire il servizio rifiuti in proroga.
RABUFFI: «LE STRADE NON SONO PULITE»
Da sempre polemico nei confronti di Iren il consigliere di “Piacenza in Comune” Luigi Rabuffi. «Iren è gestore in proroga di acqua e rifiuti da tempo. Bene il fatto che non si aumenta la Tari, ma il servizio deve essere coperto integralmente dai cittadini e così quelli che pagano si accollano tutte le spese. E oggi chi più inquina paga come chi fa la raccolta differenziata». «Tre milioni e 700mila euro - ha proseguito - per spazzare le strade cittadine (44mila euro in più nel 2018) sono una cifra altissima che non ci permette però di dire che Piacenza sia pulita. E, a causa della maleducazione, intorno alle campane e ai cassonetti c’è il degrado. Comunque è importante che il porta a porta nel centro storico non presenti problemi di igiene, perché è il cuore della città e ci vuole più attenzione rispetto alle altre zone".
«La Tari è il 10% del bilancio comunale – ha osservato Sergio Dagnino (5 Stelle) - la tariffa rimane uguale ma il totale di chi non paga è aumentato. In teoria dovremo arrivare entro il prossimo anno al 73 per cento di raccolta indifferenziata: vero che inseriamo 12mila persone in più che abitano nel centro storico, ma l’obiettivo è tosto per i livelli che abbiamo. Il 10% degli abitanti del centro storico è straniero, pensiamo a comunicarlo bene, molti di loro faticheranno a leggere i volantini. Abbiamo davanti diverse sfide, ma comunque dobbiamo pretendere una qualità alta del servizio. Una città pulita e in ordine è un diritto e un biglietto da visita». «Parma e Reggio Emilia – ha dichiarato Giulia Piroli (Pd) - sulla buona strada per la tariffazione puntuale, ma hanno oltre il 70% di raccolta differenziata, sono molto più avanti di noi. Su Iren è importante dire che ci vorrebbe più dirigenza piacentina nella società, in modo da conoscere bene il territorio in cui si opera». «Qualcuno aveva dubbi – ha tuonato il capogruppo Sergio Pecorara (Forza Italia) - ma intanto stiamo andando nelle direzione giusta di aumentare la raccolta senza toccare le tariffe. Per 15 anni l’insoluto non è mai stato recuperato». Qualità del servizio e recupero della morosità – è il commento di Gloria Zanardi (Gruppo Misto) - sono i due problemi. Mi stanno segnalando anche la presenza di topi in centro storico a causa del degrado e dei rifiuti non rimossi». «Non confondiamo l’omesso pagamento – è la riflessione di Tommaso Foti (Fratelli d’Italia) - con l’evasione fiscale. Le forme di recupero sono già individuate dalla legge, compreso quello forzoso. La procedura è lunga e non si può fare in un anno. Confondere il non riscosso con l’inesigibile non è esatto: ai fini del bilancio e dell’aumento dei costi influisce l’inesigibile».
FOTI: «IREN NON INVESTE E LA GARA E’ BLOCCATA»
Foti ha poi proseguito allargando il tiro. «Qua si mette in risalto solo il fatto che noi vendiamo le quote di Iren – dic rivolgendosi ai sindacati - e non che Iren è in proroga da tanti anni. L’acqua e i rifiuti dovevano andare a gara e sono bloccati, nel frattempo c’è un monopolio e non ci sono investimenti. Qua ci sono società che vogliono ricevere il servizio in gestione in condizioni di monopolio, senza discussione. E nessuno dice niente, anche perché le cooperative poco chiare non esistono solo nel settore della logistica, ma anche in quello dei rifiuti. E la tariffa in tutti questi anni non si è abbassata». «Quello che dice Foti – ha ripreso la parola l’assessore Passoni - è sacrosanto: un conto è un credito di un soggetto che non paga ma che è riscuotibile, un conto è quando uno è dichiarato non più in grado di pagare. Stiamo parlando di 8839 avvisi per oltre tre milioni: non è di poco conto quest’attività di recupero. Iren sta mandando gli avvisi già per l’anno 2018: più di così non si può fare nulla. Aver unificato i due avvisi provoca una riduzione dei tempi e fa calare i costi di invio. “Saltare addosso” immediatamente a un soggetto che non paga è fondamentale».
Da Antonio Levoni (Liberali Piacentini) e Andrea Pugni (5 Stelle) la richiesta di ascoltare in aula al più presto il rappresentante piacentino nel Cda di Iren, Barbara Zanardi. «Prende 41mila euro all’anno - ha detto Pugni -, mi aspetto che venga convocata per capire cosa sta succedendo nell’azienda e cosa s’intende fare per risolvere i problemi che riguardano la città».