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Rifondazione è per L’Altra Er: «Sono state le politiche neoliberiste a creare questa destra»

Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione, appoggia Stefano Lugli e L’Altra Emilia-Romagna: « La destra fascistoide e razzista che abbiamo in Italia è il frutto delle politiche neoliberiste del centrosinistra di questi anni»

Non si poteva andare in coalizione con Stefano Bonaccini e il centrosinistra. La pensano tutti così i sostenitori de L’Altra Emilia-Romagna, la lista di sinistra che schiera come candidato presidente Stefano Lugli. Ha ribadito il concetto anche Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista e vicepresidente della Sinistra Europea, in visita a Piacenza nella sede di via Tortona, accompagnato anche dalla candidata Maura Cesena e da Lino Anelli. «Ci riconosciamo nei contenuti programmatici dell’Altra Emilia-Romagna – ha sottolineato Anelli - dobbiamo rimarcare una profonda divisione rispetto alla destra, ma anche alla deriva del centrosinistra che su temi come salute e consumo di suolo ha abbracciato politiche liberiste. Basti pensare al riordino del sistema sanitario piacentino. Il piano sanitario provinciale, deciso dalla Regione, ha trovato tutti d’accordo, pure Patrizia Barbieri, sindaco di Piacenza e presidente della Provincia del centrodestra. Si sta seguendo il modello lombardo anche qua: nuova edilizia sanitaria e più privato».

«Presentarsi in alternativa alla destra – ha evidenziato Paolo Ferrero - e al centrosinistra è un indirizzo politico che abbiamo a livello europeo. Anche Bernie Sanders negli Stati Uniti pone lo stesso tema de l’Altra Emilia-Romagna. La destra fascistoide e razzista che abbiamo in Italia è spuntata come frutto delle politiche neoliberiste del centrosinistra. Senza le politiche economiche, la riforma delle pensioni Fornero, le scelte sulle politiche abitative, il taglio alla sanità, non avremmo la destra razzista al 30 per cento. Se si continuano a fare politiche che alimentano l’acquitrino di Salvini, le cose non cambiano». Per Ferrero molte politiche avvicinano i due principali schieramenti delle Regionali. «Sia il centrosinistra che Salvini dicono che non ci sono soldi. I primi sostengono tagli qua e là, il secondo dà la colpa agli immigrati. Noi non siamo d’accordo, abbiamo 8mila miliardi di risparmio privato in Italia e una larga fetta appartiene al 10% della popolazione. In questa guerra di poveri si dovrebbero far pagare le tasse a chi ha più soldi. Salvini è per la flat tax, Pd e Movimento 5 Stelle sono contro la patrimoniale. Così continuano a pagare i cittadini. Dobbiamo usare la ricchezza che c’è per migliorare la vita delle persone». L’autonomia non è la strada corretta. «Una volta che distruggeranno la sanità in Calabria e Puglia, ci saranno effetti anche in Emilia-Romagna. Il principio della concorrenza voluto dall’autonomia mette contro le regioni tra di loro». Ferrero e Rifondazione Comunista stanno seguendo con interesse le proteste francesi. «Noi sosteniamo il movimento di lotta. C’è un problema di pensioni, commercianti che chiudono, contadini che non ce la fanno, autotrasportatori, anche là. Dobbiamo fare anche noi le lotte, bisogna prendere i soldi da chi li ha. Per questo va costruita un’alternativa».

Non era meglio stare con Bonaccini per non far vincere il centrodestra? «Sappiamo bene – risponde al quesito il segretario rifondarolo - che noi non prenderemo il 51%, ma bisogna dare un segnale anche in questo Paese. Non è vero che non siamo disponibili a discutere col Pd, ma il programma di Bonaccini non è di sinistra. Non è che si risolvono i problemi della sanità piacentina facendo un nuovo ospedale. Non si costruisce un’altra super strada in Emilia per poi chiuderla a causa dell’inquinamento della Pianura Padana». Ferrero respinge la cultura del votare “il meno peggio”. «La destra è cresciuta grazie al “meno peggio”. Non è caduta dal cielo, ma è forte grazie a Bersani che votava la Fornero. Salvini è stato creato da Renzi e Bersani, tanti elettori di quest’area non si sono sentiti tutelati dalla sinistra che difende le banche. Se la sinistra avesse fatto il suo mestiere…La sinistra è a destra di Bill Gates, lo ha detto anche lui che i ricchi vanno tassati. E nel frattempo Trump e Salvini conquistano voti dicendo che “i soldi non ci sono per tutti, allora è meglio che ci siano solo per i nostri”».

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