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Saccardi (Fi): «La riqualificazione dell'ex Consorzio Agrario non deve mettere in crisi le botteghe di vicinato»

Il consigliere comunale di Forza Italia contesta ancora il progetto di riqualificazione di Terrepadane nell’area dell’ex Consorzio Agrario di Piacenza

Che Mauro Saccardi, consigliere comunale di Forza Italia e portavoce dei commercianti del centro storico, non fosse d’accordo con il progetto di riqualificazione di “Terrepadane” nell’area dell’ex Consorzio Agrario (tra via Colombo e la ferrovia), si sapeva già. Ma ora emerge che, rispetto al progetto iniziale che parlava di 14.500 metri quadrati di nuova area commerciale, potrebbero aggiungersene altri 13mila. Una cifra importante che vede ancora Saccardi criticare il progetto, al momento arenato negli uffici del Comune e in quelli dell’assessorato all’urbanistica. Nel frattempo Saccardi contesta alcune prese di posizione, come quella di Marco Crotti, presidente di Terrepadane e di Coldiretti. «Che un autorevole personaggio del mondo agricolo -  spiega Saccardi - affermi “che non si deve guardare a mille metri in più o in meno di negozi” risulta senza dubbio fortemente pretestuoso - e forse anche in mala fede… -, dato che i metri sono 14.500, ai quali se ne sono aggiunti altri 13.000, per un totale di 27.500 di area commerciale. Dunque, non…qualche metro avanti o indietro! In una città come Piacenza che fatica crescere, con poco più di centomila abitanti,  con un sistema commerciale già saturo e in difficoltà, stento a credere che possa sussistere un imprenditore in grado di assumersi il rischio di avviare un’ impresa di tali dimensioni  senza valutare scrupolosamente il potenziale commerciale della città e senza un’attenta analisi economica nonché dell’impatto sociale e della considerevole prevedibile incidenza sulla qualità della vita di tutti i cittadini che  questa enorme struttura genererà.  Detto ciò, ritengo che, se si vorrà proseguire su questa strada anomala, affrettata e distorta, la politica dovrà valutare attentamente le effettive negatività che inevitabilmente pagheranno le attuali attività economiche, specialmente quelle di via Colombo, di Viale Dante e via Conciliazione e dintorni, diciamo un po’ di tutta la cintura periferica. Riqualificare un’area privata non vuol infatti certo dire desertificare altre aree e mettere in ulteriore crisi le botteghe di vicinato e non solo! Mauro Saccardi-5

Capisco che Terrepadane voglia massimizzare al meglio l’investimento ed è comprensibile che tenda a valorizzare al massimo la sua area privata proponendo tutte le alternative possibili, ma attenzione! la politica deve essere in grado di valorizzare con equilibrio, concretezza e misura, senza creare traumi al resto della città! Voglio ricordare al Presidente Crotti che le imprese commerciali non godono di ammortizzatori sociali, non godono della cassa integrazione, né dei contributi PAC, di integrazioni al reddito o quote di produzione, vivono bensì sul mercato e purtroppo – questa è l’inesorabile realtà! -, quando l’offerta supera la domanda… chiudono! Per questo la mia preoccupazione è forte e non può non esserlo.  Riqualificare - opera doverosa per il pubblico e il privato - non vuole certo dire cementificare per il solo interesse privato, in quanto gli amministratori devono perseguire il bene pubblico anziché preoccuparsi di favorire gli investimenti privati, soprattutto quando risultano palesemente in rotta di collisione con il bene della cittadinanza».

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