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«San Damiano più strategico di Parma per trasportare merci»

Uno studio di fattibilità chiarirà le possibili opportunità di investimenti sull'aeroporto di San Damiano, i consiglieri regionali di centrosinistra e centrodestra chiedono a tutto il territorio di fare squadra. Foti: «Solo il Marconi di Bologna non ha problemi»

Uno studio di fattibilità per fugare ogni dubbio sulle potenzialità di un doppio utilizzo per l’aeroporto di San Damiano. È quanto propongono la Provincia di Piacenza e la Camera di Commercio, su impulso dei consiglieri regionali piacentini e dei sindaci del territorio, per bilanciare il trasferimento a Ghedi (Brescia) del 50esimo stormo con annesso declassamento della struttura del territorio di San Giorgio. L’ente camerale si farà così carico della progettazione dello studio di fattibilità per valutare – oltre all’attuale (ridotta) presenza dell’Aeronautica – la possibilità di uno scalo civile e commerciale, soprattutto il secondo uso. Ma solo se buona parte del territorio saprà fare fronte comune. In un incontro organizzato in Provincia dal presidente Francesco Rolleri, si è chiesta l’unità di tutte le istituzioni piacentine sul tema per fare squadra.

Il consigliere regionale Tommaso Foti (Fratelli d’Italia) ha messo in luce le fragilità delle strutture emiliano-romagnole, ad eccezione della sola Bologna. Quattro sono infatti gli aeroporti presenti in Emilia-Romagna, tre nazionali (Bologna, Parma, Rimini) più Forlì, la cui classificazione è attualmente sub-judice. «L’unico aeroporto in regione degno di questo nome – ha spiegato Foti - per traffico di passeggeri e merci è il Marconi di Bologna: nel 2016 sono passate di qua 7,6 milioni di persone. Nel 2030 si conta di arrivare a 10 milioni di passeggeri, tanto da risultare una struttura “congestionata”, contando anche le 48mila tonnellate di trasporto cargo che lo rendono il quinto più importante aeroporto italiano». Discorso diverso per gli altri. «Parma presenta 2 milioni e 200mila euro di fatturato e ha perdite per 2 milioni di euro. La Regione intende dare 12 milioni di euro per allungare la pista e mi risulta che ci siano problemi, perché dovrebbero spostare i binari ferroviari. Ha un traffico di 192mila passeggeri, nei primi otto mesi di quest’anno sono passate di qua 400 tonnellate di cargo. L’assessore regionale Donini là a Parma ha detto che è ideale per una destinazione commerciale e logistica». «Il “Fellini” di Rimini ha una vocazione prettamente turistica, trasporta 230mila passeggeri (per un fatturato di 5 milioni e 1,2 milioni di euro di utili), è ben collegato con l’Est Europa però è reduce da diverse gestioni fallimentari. Forlì è al quarto bando di gestione e nessuno si fa avanti». «C’è un solo aeroporto – ha sottolineato Foti - che ha volumi di traffico notevoli e infrastrutture che giustificano la sua centralità all’interno della Regione. Rimini ha poi una vocazione turistica, non trasporta merci ma è collegato con l’Est Europa per i turisti della riviera. Ma Parma non è decollata: con 200mila passeggeri non sta in piedi senza soldi pubblici, e oggi si vuole darle una vocazione logistica. San Damiano per il cargo ha dei bacini su cui attingere più importanti e delle praterie aperte. E penso che Orio al Serio stia scoppiando per numero di passeggeri e cargo». Però tutto il territorio piacentino deve crederci. «Le battaglie – ha concluso Foti – vanno fatte, ma non dobbiamo rimanere da soli».

«Piacenza – è il pensiero del consigliere regionale Matteo Rancan (Lega Nord) - è uno snodo fondamentale per la logistica e il collegamento tra varie regioni. Noi crediamo che con un aeroporto di un certo tipo si possa sviluppare il territorio. Stiamo portando il tema sotto gli occhi di tutti i soggetti economici. La nostra pista è simile a quella di Orio al Serio, è un punto a nostro favore. Dobbiamo portare avanti questa battaglia in modo compatto». La pensa così anche la collega del Pd Katia Tarasconi. «Ben 17 anni fa partì sul nostro territorio la vocazione logistica. Oggi a Piacenza transita più merce di Bologna, Parma è molto indietro. Siamo strategici, merci e persone si muovono dove si sentono di andare. E le merci di Parma passano per Piacenza: ogni chilometro in più alza i costi di ogni operatore economico. E noi nel giro di 70 chilometri abbiamo un terzo del Pil italiano».

I SINDACI DEL TERRITORIO

«Il percorso che inizia oggi – ha detto Giancarlo Tagliaferri, sindaco di San Giorgio - serve a recuperare il tempo perduto. Sarà difficile poter sanare quello che è successo in questi anni: tante famiglie sono andate via da San Giorgio e dal territorio piacentino. Il primo auspicio sarebbe quello di un utilizzo duale: una permanenza dell’Aeronautica e una per l’uso civile. San Damiano è un posto unico da non disperdere. Devono essere vagliate tutte le proposte e rendere appetibile la struttura per eventuali investitori». «La dismissione dell’aeroporto – ha aggiunto il collega di Podenzano Alessandro Piva - ha provocato la perdita di tante famiglie sul territorio. Dobbiamo rendere più appetibile l’aeroporto per vedere se ci sono operatori economici interessati». «Bisogna capire se il polo logistico – è il pensiero del primo cittadino di Pontedellolio Sergio Copelli - ha questa necessità di un trasporto aereo e se si può inserire in una rete. Ci vuole uno studio ad hoc sulle prospettive, sull’utilizzo di San Damiano». «Gli amministratori locali – ha dichiarato il sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri - hanno acceso i riflettori su San Damiano. Il percorso lo deve fare l’intera comunità, categorie comprese, per non perdere l’ennesima occasione. L’obiettivo è che San Damiano continui a essere una risorsa: ci dobbiamo credere tutti, se qualcuno incomincia ad avere dei dubbi rischieremmo ancora una volta la follia di perdere qualcosa».

«L’atterraggio di un velivolo civile – ha puntualizzato il tenente colonnello Giovanni Fuochi, comandante del distaccamento aeroportuale di San Damiano - non è possibile al momento. È un aeroporto aperto al traffico, ma non a quello civile. Attualmente sono conservate tutte le attrezzature e i servizi presenti». Per Roberto Reggi, fresco di riconferma nel ruolo di direttore dell’Agenzia del Demanio, l’operazione non sarebbe così complessa. «Proprio nei prossimi giorni la caserma dei Lagunari a Venezia verrà rilasciata in parte per realizzare un resort, lasciando ai militari sono una parte della struttura per effettuare esercitazioni. Si potrebbe procedere con un bando di utilizzo dopo aver elaborato uno studio di fattibilità. Ci sono tutte le condizioni per tenere conto delle esigenze della comunità insieme alle richieste dell’Aeronautica». L’onorevole Marco Bergonzi (Pd) ha suggerito anche l’ipotesi di trasformare un’area dell’aeroporto in un museo aereoportuale per ampliare l’offerta e rendere più appetibile la struttura.

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