rotate-mobile
Politica Ponte dell'Olio

«Si faccia chiarezza sull'accoglienza dei profughi a Cassano»

Rancan: «La Regione fornisca chiarimenti ai cittadini di Pontedellolio sull'accoglienza dei presunti profughi bengalesi visto che le autorità non hanno mai preso in considerazione le loro segnalazioni relative ad una gestione disagevole per la comunità»

«La Regione Emilia Romagna fornisca chiarimenti ai cittadini di Pontedellolio sull’accoglienza dei presunti profughi bengalesi alloggiati a Cassano, visto che le autorità non hanno mai preso in considerazione le loro segnalazioni relative ad una gestione disagevole per la comunità». Lo chiede il consigliere regionale della Lega Nord Matteo Rancan, che oggi ha presentato un’interrogazione a risposta scritta alla presidente dell’Assemblea legislativa, Simonetta Saliera. «A Cassano di Pontedellolio - accusa l’esponente del Carroccio - l’ospitalità sta maturando in un contesto disastroso: i fatti evidenziano lacune nella gestione dei richiedenti asilo e in tutto il loro percorso di integrazione. Pertanto, tocca ora a Bologna sollecitare una risposta delle istituzioni. Bisogna capire inoltre se la Regione può intervenire direttamente nel controllo degli obblighi previsti dalla legge alla quale è sottoposto il gestore, se è possibile coinvolgere i presunti profughi in lavori di pubblica utilità gratuiti ed eventualmente impegnarli nei soccorsi nel Centro Italia colpito da cataclismi naturali».

«Sono quindici gli uomini di nazionalità bengalese - continua - alloggiati in località Vigneto, un piccolo nucleo rurale abitato da dieci persone in prossimità della frazione pontolliese di Cassano, all’interno di un edificio privato dato in locazione alla società Rest srl, aggiudicatrice della gara emessa dalla Prefettura. Tre invece le lettere agli organi istituzionali che le cinque famiglie residenti hanno inviato agli organi istituzionali per riportare la condizione di disagio vissuta dall’estate scorsa alla Prefettura di Piacenza e al sindaco di Pontedellolio, Sergio Copelli, il 22 agosto 2016 con l’obiettivo di evidenziare il mancato coinvolgimento della cittadinanza e dell’Amministrazione comunale nella procedura di assegnazione dei richiedenti asilo, oltre alle carenze della ditta REST. Srl, e di denunciare la speculazione che si cela dietro la gestione di un tale numero di richiedenti asilo in proporzione agli abitanti del luogo, al Prefetto di Piacenza e alla Procura Regionale della Corte dei Conti il 15 ottobre 2016, una richiesta di avvio delle procedure di recesso della convenzione stipulata dalla Prefettura di Piacenza con REST. Srl, in merito alle inadempienze contrattuali nella gestione dei richiedenti asilo. In particolare, la società non è ha avviato alcun percorso formativo e di integrazione (come confermato anche dalle testimonianze dirette fornite dal proprietario dell’immobile e da due coordinatori dell’azienda nel corso della trasmissione di Rai 3 Agorà registrata il 25 settembre 2016). Si rimarca inoltre come nulla è stato fatto per informare gli ospiti della struttura in merito alle regole di convivenza civile e al sindaco del paese e all’Azienda USL di Piacenza per chiedere controlli sull’agibilità e la salubrità dell’edificio ospitante i richiedenti asilo». 

«Quanto al venir meno della convivenza civile, messa in luce dai residenti, sarebbe dimostrata dalla denunce sporte tra agosto e settembre 2016. Sono state presentate ai carabinieri della stazione del paese per segnalare l’uso improprio di un trattore (adoperato da otto persone simultaneamente e senza patente di guida) e prelevamenti impropri di uva dai vigneti di un residente, al Corpo Forestale per l’abbandono di scarti di laterizio e di materiali edili vari presso un percorso che dirige al bosco di Montesanto, all’Ispettorato del Lavoro di Piacenza, a cui è seguito verbale d’infrazione da parte di tre ispettori di tutte le regole esistenti sulla sicurezza sul lavoro il 6 settembre 2016, in riferimento all’uso da parte dei richiedenti asilo di un ponteggio di circa sette metri adoperato per lavori di stucco e tinteggiatura della struttura ospitante». «L’inserimento di quindici stranieri in una località tanto piccola – insiste Rancan - risulta decisamente sconveniente e inadatto per l’opera di integrazione tanto auspicata, venendo meno inoltre al principio di ripartizione proporzionale al numero degli abitanti».

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

«Si faccia chiarezza sull'accoglienza dei profughi a Cassano»

IlPiacenza è in caricamento