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«Sono schifato da Renzi e sul territorio abbiamo troppi leader autoreferenziali»

Lo sfogo di Alessandro Ghisoni, ex sindaco di Podenzano e componente della direzione nazionale del Pd: «In un mondo normale la segretaria provinciale, dopo tutte le sconfitte subite, si sarebbe già dimessa»

Da renziano della prima ora a grande accusatore. Alessandro Ghisoni, gettata alle spalle l'esperienza delle Regionali 2014 - unico rappresentante del Partito Democratico a non essere approdato a Bologna -, da tempo è una spina nel fianco della segretaria provinciale del suo partito. Molto distante – e critico - dalla linea della maggioranza a livello nazionale e locale, non ha ancora deciso se presentarsi o meno al voto di domenica: anche l'ex sindaco di Podenzano fa infatti parte dell'Assemblea nazionale del Pd. «Deciderò all’ultimo se andare o meno. Sono molto deluso, anzi, “schifato” da Renzi». Eppure Ghisoni fu tra i primi a scommettere sul fiorentino nel nostro territorio, insieme all’attuale presidente della Provincia Francesco Rolleri. «Sono un renziano della prima ora – precisa Ghisoni -, così come poi sono diventato un “pentito” della prima ora. Credevo molto in quello che diceva Renzi, i fatti sono stati poi molto diversi...».

«Non so ancora se andrò - spiega Ghisoni - se si parlerà di fare un vero congresso potrei partecipare». In questa diatriba nazionale, chi sono i suoi riferimenti? «Sto con Bersani e Migliavacca e condivido ciò che dicono Emiliano, Speranza e anche Orlando. Buttare giù il Governo per una questione di vitalizi è fantascienza: se Renzi vuole veramente cacciare Gentiloni per quel motivo, che si impegni per far modificare la legge sui vitalizi. Se il Governo sta in piedi con forze sue, perché buttarlo giù?».

Ma l’idea di scissione non affascina più di tanto Ghisoni. Lui non viene da una storia post-comunista. «Da giovane ero della Democrazia Cristiana, andavo alle Feste dell'Amicizia, non sono molto interessato a una nuova “cosa rossa”. A me interessa avere un Pd forte, attento ai problemi reali del Paese. Invece a Roma parlano, e il territorio intanto subisce. Non siamo più rappresentativi neanche a Piacenza! E proprio nei territori abbiamo leader autoreferenziali come lo è Renzi a livello nazionale». A chi si riferisce? «In Regione a Bonaccini, a livello provinciale a persone come Caragnano, Rolleri, Reggi».

Per l’ex sindaco (per dieci anni) di Podenzano, la crisi del Pd è conclamata e grave. «Ormai s’interessano di politica solo gli “addetti ai lavori”, non c’è più coinvolgimento. E il Pd non sta interpretando bene la situazione locale: in pochi mesi nel Piacentino abbiamo perso in quasi tutti i comuni e soprattutto abbiamo perso a Fiorenzuola. Poi abbiamo deciso di appoggiare i progetti di fusione dei comuni. In Valnure, su cinque paesi - di cui quattro amministrati dal centrosinistra - le fusioni sono state bloccate dalla popolazione con risultati netti. Perfino a Vigolzone, dove è sindaco Rolleri, si è perso. E poi c’è stato il Referendum del 4 dicembre, dove è arrivato un chiaro segnale da tutti i comuni del territorio. In un "mondo normale" la segretaria provinciale si sarebbe già dimessa. Questi risultati, e l’arroganza di chi è alla guida Pd locale, “si dovrebbero pagare”». Dalle sue parole si capisce che c'è poca fiducia in un cambio di rotta repentino da parte del partito.  «Ci sono problemi grossi nel Pd: o si sentono e si vedono spiragli per ripartire da zero, oppure...vedremo cosa succederà».

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