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«Sulla frana di Missano non abbiamo agito per tempo, non c’erano risorse»

La provinciale Valnure 654 è stata divorata dal Nure, provocando la morte di due persone mentre un terzo è ancora disperso: monta la polemica in vallata su una frana che avrebbe deviato il corso del fiume verso la strada. Il presidente della Provincia Rolleri: «Con il senno di poi...Come Missano avevamo tante situazioni potenzialmente pericolose»

Mentre Il presidente del Consiglio Matteo Renzi incontra i sindaci in prefettura, in Valnure, oltre a cominciare con la conta dei danni, si prova a rispondere al punto interrogativo più ovvio di queste ore: "Come sia potuta succedere una cosa del genere"? A Bettola e dintorni si discute e si polemizza sulla frana di Missano. La frana potrebbe aver deviato il corso del Nure all’altezza di Recesio, provocando l’allargamento del torrente e lo spostamento verso la sponda destra. A seguito delle piogge record della notte del 14 settembre, è poi arrivata l'esondazione vera e propria, che ha divorato la Provinciale “Valnure” 654, provocando la morte di Luigi Agnelli e Luigi Albertelli, di passaggio (mentre si cerca ancora il disperso Filippo Agnelli) con le loro auto intorno alle 5. Francesco Rolleri-5

La frana era però ben conosciuta dagli enti competenti, su tutti la Regione Emilia Romagna e i suoi uffici tecnici. «Come la frana di Missano – interviene il presidente della Provincia Francesco Rolleri – ci sono tante situazioni di potenziale pericolo nella provincia di Piacenza. Con le poche risorse a disposizione dobbiamo sempre dare la priorità ai casi più gravi». E quella frana dall’altro lato del Nure, era tra le più pericolose? «Questo non lo posso dire, bisognerebbe sentire il parere dei tecnici. Comunque il problema di fondo è una carenza di fondi:  per mantenere ponti, strade e sistemare le frane, abbiamo risorse economiche per fare “1” quando invece dovremmo fare “10”.  Se occorre fare “10”, abbiamo il 90% di possibilità di avere problemi di questo genere come quello capitato a Recesio. Questo è il quadro del dissesto idrogeologico piacentino e italiano».

Avete aspettato la tragedia per capire che quella frana poteva creare dei rischi alla Provinciale? «Con il senno di poi si possono dare giudizi "tranchant", in questo caso si può solo dire che non si è agito per tempo. Se avessimo avuto tranquillamente i fondi a disposizione, saremmo intervenuti. Come quella frana, ne abbiamo ancora tante altre a rischio che possono diventare potenzialmente molto pericolose». 

«La notizia buona – Rolleri commenta l’incontro con Renzi - è che la Regione, tramite il presidente Bonaccini, ha annunciato che metterà altri tre milioni per gli interventi urgenti. Questi si aggiungono ai 2 milioni già stanziati: è fondamentale perché solo con il Servizio tecnico di bacino le spese ad oggi sono pari a oltre un milione e mezzo. Abbiamo inoltre tutti gli investimenti di somma urgenza che stiamo facendo noi della Provincia, più tutti quelli che stanno facendo i comuni. Stiamo incominciando a raccogliere le informazioni dai Comuni – ha proseguito il presidente della Provincia - e facendo un primo check. Ci preoccupano i ponti, alcuni di questi li stiamo monitorando. Per avere una stima esatta dobbiamo aspettare alcuni giorni. Renzi ci ha assicurato che chiuderà alcune degli “Stati d’emergenza” ancora aperti da anni». Dal 2013 ad oggi infatti, ve ne sono in corso 43: La Valnure, la Valtrebbia, la Vald'Aveto e Roncaglia saranno, nei prossimi giorni, il 44esimo.

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