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Turismo, Pisani (Ln): «Le istituzioni piacentine ammettano il fallimento»

«Gli sconfortanti dati sul dimezzamento delle presenze turistiche nel Piacentino, che tra il 2008 e il 2015 sono scese da 666mila a 315mila a fronte della stabilità registrata in un territorio affine come il Parmense, sono indicatori di una fallimentare gestione delle risorse economiche messe a disposizione per il settore»

«Gli sconfortanti dati sul dimezzamento delle presenze turistiche nel Piacentino, che tra il 2008 e il 2015 sono scese da 666mila a 315mila a fronte della stabilità registrata in un territorio affine come il Parmense, sono indicatori di una fallimentare gestione delle risorse economiche messe a disposizione per il settore». Lo sostiene il segretario provinciale della Lega Nord piacentina, Pietro Pisani, dopo che la stampa locale ha recentemente preso in esame l’affluenza turistica nel periodo sopraindicato. «Smantellata la società di promozione turistica – prosegue Pisani -, venduta la motonave che avrebbe dovuto lanciare il turismo fluviale e sprecati 800mila euro per l’Associazione temporanea di scopo (Ats) che ha portato Piacenza ad Expo 2015, ci interroghiamo sull’opportunità di bruciarne altri 100mila per riportare a casa la “zolla”. Da simbolo piacentino all’esposizione universale, la struttura si è infatti trasformata in simbolo di investimenti fatti senza alcun utile e che producono ulteriori spese. Invece di perdersi in simili questioni quali le modalità di trasferimento della “zolla”, le istituzioni locali farebbero bene a chiedersi a chi ha giovato il sistema degli investimenti misti pubblico-privato. Il solo caso dell’Ats è emblematico: i risultati per le piccole aziende private che vi avevano investito, confidando in un ritorno economico, non ci sono stati e parole d’ordine quali valorizzazione delle peculiarità e biodiversità sono rimaste lettera morta. I benefici, al contrario, si sono evidenziati per le grandi imprese che già hanno relazioni con l’estero. Una somma di quella portata – continua il segretario del Carroccio - avrebbe potuto essere impiegata più proficuamente per potenziare la ricettività e per creare strutturati piani di comunicazione attraverso i quali diffondere efficacemente informazioni sulle nostre valli e sulle nostre eccellenze enogastronomiche. Alle istituzioni piacentine non resta ora che chinare il capo e dichiarare l’insuccesso».

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