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Unioni dei comuni, Cesario (Fi): «Esperienza fallimentare»

«Riformare le autonomie locali è difficile – scrive in una nota Wendalina Cesario (Forza Italia Castelsangiovanni) - ma non impossibile. Forza Italia, assieme al centrodestra, aveva proposto un sistema innovativo, non asservito al potere come invece ha voluto il Pd. Il Governo di centrosinistra ha affrontato questo tema con estrema superficialità: giusto per poter gridare lo slogan “ siamo stati in grado di compiere ciò che prima non è stato fatto semplificando i livelli di governo territoriale”! La legge Delrio 56/2014 esplica bene questo modo di ragionare. Dopo la bocciatura della riforma costituzionale del Titolo V sono nati grossi problemi riguardanti il processo di riordino degli enti locali. In primo luogo problemi riguardanti la posizione delle Province che sono rientrate a pieno titolo, senza mai esserne effettivamente uscite, nello status di ente costitutivo della Repubblica e che si trovano ad operare in situazione di crisi identitaria e finanziaria su territori che diventano crocevia di riforme con obblighi imposti da leggi dello Stato e dal leggi regionali. In secondo luogo problemi riguardanti la proposizione di un nuovo assetto territoriale che stabilisce il rafforzamento dei livelli di associazionismo degli enti locali, nella fattispecie Unioni e Fusioni. In particolare l’Unione di Comuni, che «è l'ente locale costituito da due o più comuni, di norma contermini, finalizzato all'esercizio associato di funzioni e servizi», pare essere stata una esperienza fallimentare, anche nella nostra provincia. La dimostrazione è data dalla volontà di scioglimento delle diverse Unioni nate sul nostro territorio. Ci è stata “ venduta” come quell’ente che avrebbe avuto l’obiettivo di realizzare delle economie di scala e assicurare risparmi di spesa, ingolosendo gli amministratori con contributi e incentivi, ma pare sia stato solo l’ennesimo canto delle sirene da parte del Governo centrale e regionale. Il taglio dei costi, la razionalizzazione del sistema e la semplificazione del rapporto tra istituzioni e cittadini non sembrano essersi verificati.  La creazione del nuovo ente sovracomunale ha creato non poche difficoltà sia a livello decisionale che a livello gestionale. Non si è verificata nessuna semplificazione, bensì si sono allungati tempi e aumentati i costi. Per perseguire efficienza, per erogare servizi adeguati ai cittadini e per incentivare una governance del territorio più efficace, è necessario che i Comuni vengano muniti di  strumenti idonei per potersi costituire appropriatamente in associazione. Non basta l’imposizione calata dall’alto. La Regione ha incentivato le forme di associazionismo dei Comuni ma non basta la teoria. La Pubblica Amministrazione non può rimanere ferma in questo caos in quanto la sua azione è fondamentale per assicurare i diritti dei cittadini».

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