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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

«Viale Dante, se lo rifanno significa che l'altra volta hanno sbagliato»

L'ex assessore Marco Gelmini intervistato dalla Batusa, critica l'annunciato intervento di ristrutturazione del Comune in viale Dante: «Se avessero fatto le cose per bene prima, ora non dovrebbero spaccare nuovamente viale Dante»

Questione Viale Dante, marciapiedi e pista ciclabile. Sono molte le polemiche che stanno accompagnando l'annunciato rifacimento di viale Dante, dui cui pochi giorni fa ha dato notizia la Giunta Dosi. Sul blog La Batusa, il giornalista Filippo Merli intervista l'ex assessore Marco Gelmini (fu assessore nel Reggi 1) che la questione di viale Dante la conosce bene. Ecco l'articolo che trovate anche su La Batusa

Viale Dante è una rottura. Ogni dieci anni spaccano tutto e rifanno la strada. La prima volta nel 2003, quando l’allora sindaco Roberto Reggi, al primo mandato, mandò ruspe rumorose e operai indaffarati lungo la via per rifare la strada. La seconda volta è stata annunciata un paio di giorni fa dal vicesindaco Francesco Cacciatore, che insieme all’assessore Rabuffi e al sindaco Dosi ha presentato il progetto di rifacimento di viale Dante che – hanno detto – verrà completamente rifatto. Tra le novità principali – oltre a qualche albero e all’abbattimento del cordolo di cemento che separa le due carreggiate – c’è la pista ciclabile, che sarà più protetta rispetto a quella odierna. E noi della Batusa, che siamo grandi appassionati di aquiloni e piste ciclabili, abbiamo scoperto una cosa interessante.

Per caso ci siamo ritrovati fra le mani un vecchio articolo di Cronaca datato 22 luglio 2004. In quel pezzo l’ex assessore ai Lavori pubblici della prima giunta Reggi, il rifondaiolo Marco Gelmini (la cui delega dopo un paio d’anni venne ritirata e affidata a Ignazio Brambati, autore della prima riqualificazione di viale Dante – definiva la pista ciclabile una cosa “assurda e senza senso”. Tecnicamente quella di viale Dante non era una pista ciclabile, ma una corsia preferenziale per i ciclisti. “Non so che definizione hanno dato – disse Gelmini nel 2004 – ma mi sembra un’opera fatta male. Una corsia disegnata tra la strada e la zona dove le auto possono parcheggiare è assurda”. Ora, dopo dieci anni, pare che il Comune abbia dato ragione a Gelmini, dato che la pista ciclabile verrà protetta dalle macchine. Ma c’è un’altra cosa: come mai viale Dante verrà completamente rifatto a soli dieci anni dalla prima riqualificazione? Non è che nel 2003 la Giunta Reggi ha sbagliato qualcosa?

DOPPIO LAVORO? “DOPPIA SPESA DI SOLDI” - Gelmini ricorda bene la storia di viale Dante, e sulla pista ciclabile ha ancora un’idea precisa. Lo disturbiamo mentre compila le liste di Rifondazione Comunista. Inizialmente ci risponde un collaboratore. “Di che giornale siete?”. Della Batusa. “Come scusi?”. La Batusa. “La?”. Poi Gelmini ci richiama e si lascia andare ai ricordi. “Nel mio progetto sulla riqualificazione di viale Dante – racconta l’ex assessore alla Batusa – la pista ciclabile non c’era neanche. Ma la cosa strana è che a distanza di soli dieci anni debbano rifare completamente una strada. Mi sembra che così si buttino via i soldi. Se avessero fatto le cose per bene prima, ora non dovrebbero spaccare nuovamente viale Dante”. Torniamo alla pista ciclabile. Gelmini, pare che dopo dieci anni le abbiano dato ragione: ora il Comune proteggerà lo spazio riservato alle bici.

“Fare le righe sulla strada costa molto meno delle ciclabili protette, e se ne possono fare di più. A questo proposito, ogni anno il Sole 24 Ore stila una graduatoria sulla base dei dati forniti dalle amministrazioni sull’ambiente e sulla qualità della vita in città. Forse Reggi aveva guardato più all’aspetto personale e propagandistico che alle esigenze della città. Se adesso rifanno tutto, significa che forse allora hanno fatto i lavori tanto per farli. La mia idea, quando ero assessore, era quella di fare i lavori pubblici una volta – e bene – per non doverli più rifare e per non spendere altri soldi. Mi sembra che in viale Dante stia accadendo il contrario”. Gelmini ha le idee chiare. “Quando rompevamo una strada per fare i lavori – dice – contattavamo le varie ditte di acqua, luce e gas per rompere le scatole ai cittadini una sola volta. E se qualche ditta voleva spaccare la strada fuori dalla programmazione non riceveva la nostra autorizzazione, ovviamente salvo guasti”. Gelmini non lo dice, ma per lui la pista ciclabile è una piccola rivincita. E il povero viale Dante, che non ha mai fatto male a nessuno, verrà spaccato ancora.

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