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Salute

Il “binge drinking” del sabato sera

Alcolismo, effetti metabolici e patologie correlate danneggiano soprattutto fegato, pancreas e sistema nervoso centrale

L’alcool è una sostanza tossica, con la capacità di indurre dipendenza.  E' una emergenza in continua crescita; in Europa, provoca ogni anno più di 100.000 morti; più di 3 milioni nel mondo.  Suscitano preoccupazione alcune tendenze: l’aumento del consumo fra donne e giovani, particolarmente al sabato sera ed il fenomeno del “binge drinking” cioè, “il bere per ubriacarsi”. 

L'alcolemia è la concentrazione di alcol nel sangue e si misura in grammi per litro. In Italia, il tasso di alcol consentito per la guida, non deve superare 0,5 gr/l. E sono previste sanzioni severe che variano a seconda della quantità di alcol nel sangue. Per determinare il tasso alcolico presente nel sangue è sufficiente un semplice dispositivo, l'etilometro o alcol test. L'etanolo viene ingerito e assorbito dallo stomaco molto rapidamente, una piccola percentuale però, (circa il 10%), viene eliminato nel sudore, nelle urine e nell'aria che espiriamo. L'alcol test è in grado di determinare la concentrazione di alcol nel sangue, proprio attraverso l'aria che espiriamo.

L'alcolismo cronico, danneggia quasi tutti gli organi e i tessuti del corpo. Possono comparire numerose lesioni neurologiche, quali: la sindrome di Wernicke-Korsakoff, le neuropatie periferiche, la degenerazione dei neuroni della corteccia cerebellare, con quadro cronico di atassia (scoordinazione motoria) nella stazione eretta e nella marcia. Altre complicazioni importanti dell'alcolismo cronico sono: la cardiomiopatia, attribuita alla lesione dell'alcool sulle cellule miocardiche, l'aumentata vulnerabilità alle infezioni, esofagite, gastrite, ulcera peptica, pancreatite acuta e cronica ed un'aumentata incidenza di tumori del faringe, laringe, esofago, stomaco e fegato. Nella fase acuta, la gravità dell'incoscienza da ingestione massiva di alcool è variabile: da uno stato di stupore (alcolemia di 250-300 mg/100 ml.), al coma profondo (alcolemia > 300 mg/100 ml.).

L'alcool può essere assunto a scopo suicida, insieme a sedativi, con notevole potere sinergico. L'encefalopatia di Wernicke, descritta nel 1881 è una malattia carenziale da avitaminosi B1 (per malassorbimento e malnutrizione) e provoca lesioni prevalentemente mesencefaliche. Il quadro clinico inizia acutamente con sintomi generali aspecifici: ipertermia, vertigini, cefalea, sonnolenza, vomito, nistagmo, modesta rigidità nucale ed uno stato delirante acuto. I disturbi psichici compaiono dopo alcune settimane, con apatia, sonnolenza, confusione, segni di compromissione delle strutture mesencefaliche e di quelle contigue. Il quadro oculare è molto vario, spesso bilaterale, con interessamento più frequente della muscolatura estrinseca. La terapia si basa sulla somministrazione di vit. B1 ad alte dosi. Si può accompagnare ad alterazioni degenerative (demielinizzazione) anche a carico del corpo calloso (malattia di Marchiafava -Bignami), nella quale la sintomatologia è  costituita da  disturbi psichici e tetraplegia (paralisi degli arti), rapidamente ingravescente con morte in poche settimane.

La Polineuropatia alcoolica insorge in circa il 10% degli etilisti cronici; è una neuropatia nutrizionale con grave carenza di vitamine del gruppo B, in particolare la tiamina. La polineurite alcoolica ha inizio subdolo con vaghi disturbi sensitivi: parestesie, algie, crampi muscolari agli arti inferiori, più intensi nelle ore notturne. Discreto, anche se lento, il recupero con adeguata terapia e sospensione dell'alcool. Grave patologia psichiatrica è la sindrome di Korsakoff, caratterizzata da un gravissimo difetto della memoria di fissazione, conseguente falsificazione dei ricordi e confabulazione.

I principali effetti dell'alcool si hanno sul Sistema Nervoso Centrale: L'alcol ingerito viene metabolizzato a livello epatico ed è un potente tossico per il fegato, in grado di determinare steatosi e cirrosi.  La cirrosi epatica alcoolica di Morgagni -  Laennec è una epatopatia cronica caratterizzata da una alterazione della normale struttura del fegato per la presenza di  fenomeni regressivi di tipo necrotico a carico degli epatociti, fibrosi connettivale coinvolgente anche il tessuto reticolare intralobulare e successiva  rigenerazione nodulare (di tipo micronodulare).

Esiste una notevole differenza nella suscettibilità individuale nei confronti della tossicità di questa sostanza; il fegato della donna è molto più sensibile all'effetto tossico dell'etanolo, per fattori genetici e/o ormonali che interferiscono nel processo metabolico. Nelle fasi più avanzate si possono riscontrare indicatori di grave insufficienza epatica, come l'aumento della ammoniemia; molto importanti e caratteristiche le alterazioni della elettroforesi delle proteine del siero. La steatosi epatica, nella maggior parte dei casi è una alterazione reversibile, ma nell'alcolismo cronico può essere seguita da cirrosi. La steatosi epatica dell'alcolista cronico può essere massiva, l'organo può raggiungere i 4 - 6 Kg (peso normale circa 2 Kg). Nella sindrome da astinenza che sopravviene alla sospensione o alla riduzione netta della assunzione di alcolici, si realizzano due possibilità: il predelirio o sindrome tremolante, caratterizzato da tremore fine agli arti che si accentua nel movimento e si accompagna ad insonnia e a possibile depressione e precede il delirium tremens.

Il delirium tremens è caratterizzato da tremore più intenso e diffuso a tutto il corpo con delirio confusionale, onirico crepuscolare, irrequietezza motoria, allucinazioni visive, terrifiche zooptiche (visione di animali). Coesistono sudorazione profusa, disidratazione, vomito, diarrea, tachicardia, ipertermia, ipotensione. La terapia si fonda su: abbondante reidratazione e correzione degli squilibri idrosalini e metabolici, sedativi con preferenza per le benzodiazepine, massiva vitaminoterapia del gruppo B, efficiente protezione antibiotica, cortisonici, Metadoxina (riduce i livelli di alcol nel sangue, facilitando l'eliminazione con le urine). Sono controindicati i neurolettici in tutte le sindromi con ipertermia, tranne Tiapride (per disuassefazione da alcol).

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