Sla, dall'Aisla un prezioso strumento per il trattamento logopedico dei pazienti
L’associazione Aisla ha donato all’Ausl di Piacenza un prezioso strumento per il trattamento logopedico di problematiche relative al linguaggio e alla deglutizione
Nella giornata di venerdì 6 aprile, all’ospedale di Piacenza, l’associazione Aisla – che raccoglie familiari e pazienti con sclerosi laterale amiotrofica – ha donato all’Ausl cittadina un prezioso strumento, da utilizzare anche a domicilio, per il trattamento logopedico di problematiche relative al linguaggio e alla deglutizione. Il dispositivo è stato acquistato con i proventi di una serata danzante benefica organizzata dal sodalizio e viene consegnata all’unità operativa Gestione della non autosufficienza, che prende in carico i malati a casa. «Siamo molto grati ad Aisla per questa donazione. L’azienda ha bisogno del volontariato e tutte le tecnologie che vengono messe a disposizione non sono solo simboliche ma anche molto concrete», evidenzia il direttore sanitario Ausl, Guido Pedrazzini.
«Per noi è un onore contribuire al benessere dei nostri malati: l’associazione a Piacenza è attiva dal 2010 e ad ora siamo 4 volontarie, tutte figlie di malati Sla. Tutto quello che possiamo fare, lo facciamo volentieri e con tutto il cuore», spiega Marina Pinto di Aisla. «Questa collaborazione tra l’azienda e Aisla va avanti nel tempo e ha portato a contributi importanti. Vorrei ringraziare il signor Luciano Guglielmetti che ci ha aiutato ad organizzare la serata benefica in cui si sono raccolti i fondi utili per acquistare questo strumento che verrà utilizzato per l’assistenza domiciliare dei pazienti», evidenzia Tiziana Taggiasco – direttore dell’unità operativa destinataria della donazione. L’incidenza annuale è di 3 nuovi casi ogni 100mila abitanti.
Lo strumento Iopi (Iowa Oral Performance Instrument) sfrutta il sistema biofeedback – ovvero l’utilizzo di macchine per la rilevazione dei parametri vitali per migliorarli e ottenere prestazioni ottimali – per incentivare l’uso della lingua, rafforzandone la forza e la resistenza. La tecnica prevede di posizionare un piccolo sensore in silicone sulla superficie della lingua, mantenuto nella corretta posizione dal logopedista e collegato allo strumento. Attraverso questo, si lavora per controllare la forza e resistenza che si sta esercitando per regolarli e adeguarli ai parametri impostati dal terapista. Lo stesso strumento può essere utilizzato anche per allenare la forza delle labbra.
Il progetto è gestito da una équipe ospedale territorio formata da tutte le figure professionali, che prende in carico il paziente dalla momento della diagnosi e lo accompagna durante tutto il percorso. Il responsabile clinico è il neurologo Emilio Terlizzi, accompagnato dal fisiatra Antenucci, dallo pneumologo Murgia, dall’otorino Ferrari e dal logopedista dell’ospedale insieme ad infermieri, fisioterapisti, dietisti e psicologi. I pazienti in carico ad ora risultano essere 40, buona parte ancora con discrete autonomie e altri, più gravi, in strutture o che vengono seguiti a domicilio.