«Le mie perplessità sulla fusione tra Bettola, Farini e Ferriere»
"Buongiorno direttore,
chiedo la sua disponibilità per esprimere alcune riflessioni sul progetto di fusione fra i tre comuni dell'Alta Val Nure. Seguendo il dibattito, riportato dal suo giornale e in grande maggioranza espressione del fronte del sì, e visionando i documenti ufficiali relativi al progetto, sono aumentate le molte perplessità che fin da subito mi erano sorte in merito alla scelta.
Partendo dalle motivazioni, quella che viene ritenuta fondamentale è l'accesso a importanti contributi: dal punto di vista politico, etico e di lungimiranza, senza negare il valore dei contributi economici, mi sembra una base arida sulla quale costruire un'unione di abitanti e di territorio; inoltre non pochi sono i dubbi sull'effettivo e completo godimento dei contributi sperati: tanti sono gli esempi di promesse rimaste tali sul fronte della finanza pubblica, tanto più in un arco ultradecennale.
Si dice che si avrà una valorizzazione integrata delle potenzialità dei territori: per prima cosa mi sembra una definizione vaga e generica ma di effetto per merito dei paroloni, per seconda i territori sono molto diversi e con caratteristiche peculiari che difficilmente l'unico ente nascente potrà ben rappresentare.
Per quanto riguarda il maggior peso istituzionale del nuovo comune rispetto a quello dei tre esistenti è una ragione che ritengo inesistente, se non peggiorativa: il nuovo sarà comunque un comune piccolo in popolazione e periferico per Bologna e anche per la nuova area vasta; il peso presso gli altri enti per realtà come quelle delle nostre montagne è dato in primis dalla capacità degli amministratori di "rompere le scatole", inoltre tre comuni valgono per tre e non per uno solo.
Sul contenimento dei costi della politica si sbandiera che ci sarà un forte risparmio perché ci saranno un solo sindaco e un solo consiglio comunale invece di tre, ma ci si dimentica di dire che ora i tre sindaci assieme costano massimo Eur 3.999, mentre il futuro sindaco costerà da solo Eur 1.945 (adesso i tre sindaci sono quasi a tempo pieno in comune, quindi di fatto ci sarà una perdita di lavoro). Viene inoltra promessa l'istituzione di tre municipi che avranno anche loro degli organi elettivi con relativi costi, non si capisce quindi da dove derivi questo minor costo della politica, considerando che generalmente dei sindaci di montagna non si può certo dire che incassino l'indennità senza far nulla.
Andando oltre nelle riflessioni e con un occhio allo studio di fattibilità, viene affermato dagli amministratori, ad esempio, che le scuole non verranno chiuse mantenendo le sedi a Ferriere, Farini e Bettola usufruite anche dai bambini e ragazzi delle frazioni (es. Pertuso o Selva per Ferriere, Pradovera e Boccolo Noce per Farini). Peccato che il citato piano per la fusione, approvato dai consigli comunali, fra gli interventi prioritari indichi il superamento delle pluriclassi grazie al maggior numero di alunni computati nel nuovo comune, si da il caso che le pluriclassi spariscono solo se si accorpano gli alunni in un'unica sede, magari a Bettola, con spostamenti degli alunni dalle loro case anche di 40 km.
Altro aspetto da non sottovalutare è che normalmente i servizi e gli uffici pubblici vengono censiti a livello di comune: niente di più facile che in breve tempo venga fatta una "razionalizzazione" a livello comunale, con conseguente scomparsa di presìdi in quanto considerati ridondanti sul territorio comunale (es. carabinieri, guardia medica, ecc.).
Nel corso del processo che vuole portare alla fusione, non è mai stato esplicitato dove sarà la sede del nuovo comune, forse perché si ritiene che dovrà essere a Bettola in quanto località col numero maggiore di residenti: esempio di fiera degli equivoci per non preoccupare gli abitanti degli altri comuni. Con tale probabile scelta si renderanno sempre più marginali gli altri capoluoghi, favorendo ancora di più Bettola che già gode della migliore ubicazione rispetto a Piacenza e alla pianura e servita da una comoda strada. La sede comunale (con tutto il relativo apparato) andrebbe basata a Farini o Ferriere per una maggiore centralità territoriale e per mantenere un barlume di attività in questi centri, rendendo il nuovo comune meno sbilanciato: non si possono dimenticare le grandi distanze di tante frazioni come Torrio Val d'Aveto, Pianazze e altre.
Passando allo studio di fattibilità a firma Poleis, sembra redatto in maniera standard e spesso approssimativa viste le varie inesattezze ivi riportate:
-Viene scritto che il comune di Ferriere ha unicamente due dipendenti, per di più a part-time facendo così risultare il rapporto rispetto agli abitanti eccezionale, quando invece ne ha almeno una dozzina;
-Gli abitanti al 31/12/2014 (data di riferimento dello studio) vengono riportati in numero diverso nelle varie tabelle;
-Non viene indicato il gettito TARI del comune di Ferriere;
-Non viene indicata la patrimonializzazione del comune di Ferriere;
-Il totale dell'indebitamento dei tre comuni è sbagliato, vengono riportati Eur 2.989.875,52 (somma di Bettola e Farini) e non viene sommato quello di Ferriere; ne deriva anche che viene esposto un indebitamento pro-capite errato di Eur 538,52 anziché quello corretto di Eur 1.044 di debito per ogni abitante
-Per l'anno 2014 al comune di Farini, nella tabella riepilogativa, viene attribuito un debito pro-capite di Eur 928,98, in contrasto con quanto scritto nell'apposito capitolo che indica un debito pro-capite di Eur 443,43 per un totale comunale di Eur 592.872,40 (e non per l'errato Eur 1.242.046,26 ricavabile dal dato errato).
Nonostante l'approssimazione del rapporto, di cui sarebbe comunque interessante conoscere il costo sostenuto dai singoli comuni, dallo stesso emergono diversi punti critici, in verità evidenziati nelle conclusioni dello stesso, ma ignorati o sottaciuti dai fautori del sì.
I più importanti riguardano i debiti dei comuni:
Farini Eur 592.872
Bettola Eur 2.394.989
Ferriere Eur 2.808.538
Per Ferriere va poi aggiunto un non quantificato debito per anticipazione di tesoreria, vale a dire che in tale comune non risultava neanche un euro in cassa e che ha dovuto ricorrere all'indebitamento anche per la gestione corrente; gli altri due comuni hanno invece importanti giacenze in cassa.
Non viene fornita nessuna indicazione sulla gestione di questi debiti, eppure questo problema avrà un'immediata ripercussione sui conti dell'eventuale nuovo comune, con assorbimento di risorse ed effetti sulla tassazione; la domanda è: chi paga i debiti (fatti da altri)?
I dati del debito fanno si che i cittadini di Farini, ad esempio, che ora hanno un debito pro-capite di Eur 443,43, se ne ritroveranno tout-court Eur 1.044, vanificando l'oculata gestione del comune impostata ancora negli anni '70 dal compianto cav. Lino Gioia e proseguita in tempi più recenti dal compianto rag. Domenico Guglieri.
Uno sguardo al passato, giusto per inquadrare lo spirito della collaborazione nei tre comuni candidati alla fusione, lo merita la Casa Protetta sita in Farini e realizzata in consorzio dai comuni di Farini e Ferriere: come non dimenticare che all'origine l'iniziativa era sostenuta anche dal comune di Bettola che si ritirò poi inopinatamente a iter iniziato, lasciando l'intero fardello agli altri due comuni, che se ne fecero carico in maniera lungimirante per dare una risposta ai bisogni dei tanti anziani non autosufficienti del territorio.
In definitiva la principale (sicuramente) e forse unica motivazione alla fusione è la speranza di arraffare (nel significato di prendere con impeto) fondi che forse verranno concessi nella misura e nei tempi prospettati, senza un progetto di condivisione di intenti, di programmi, di prospettive, nessuna proposta condivisa in tal senso è stata resa pubblica (non è neanche spiegato né programmato come si vorrebbero spendere questi fondi).
Senza un progetto comune che nasca dalle popolazioni, il nuovo eventuale ente sarà un qualcosa di estraneo e a favore solo di qualcuno e a danno della maggioranza. L'ultimo pensiero va a Farini e ai suoi abitanti: se non ci fosse stato il comune di Farini dopo l'alluvione si sarebbe riusciti in così poco tempo a rimediare al disastro in maniera così encomiabile? Concludo ringraziando per l'ospitalità, esortando al no alla fusione e ricordando come ultima cosa che il pesce grosso mangia sempre i più piccoli, tanto più nelle fusioni".
Alessandro Garilli
sandogar@gmail.com