«Kaizen e poke yoke: i giapponesi a Piacenza»
In questi giorni sembra che il problema più rilevante di Piacenza sia la nuova pista ciclabile sulla parte iniziale di Corso Vittorio Emanuele II. Ne approfitto per intervenire sulla questione.
E' stato scritto di tutto e il contrario di tutto; leggendo i pareri di alcuni cittadini e della nostra amministrazione si ha la sensazione che il ciclista medio piacentino sia un insipiente privo di senso civico e con aspirazioni al suicidio o, comunque, con una seria compulsione autolesionistica. Gode infatti nello sfracellarsi in particolar modo sulla nuova ciclabile.
Proprio perché sono ciclista praticante (un 6000 km anno me li faccio sempre) sono perfettamente d'accordo con le prime due affermazioni: insipienti e privi di senso civico. Ma, sempre mediamente, preferiamo non farci male.
Detto questo vorrei fare presente al nostro caro assessore che, tra tutte le cose lette in questi giorni, due mi hanno dato particolarmente noia.
La delimitazione della ciclabile è a titolo provvisorio, utilizzando componenti presenti già nei nostri magazzini e quindi a costo zero
La delimitazione della ciclabile è stata fatta a norma li legge.
Sulla prima vorrei far presente che l'unica cosa che si produce a costo zero è la frutta sulle piante. Per cui se i cordoli e i segnali erano nel magazzino del comune in qualche modo ci sono entrati e qualcuno li avrà pagati… A meno che non ci sia una pianta che ogni estate fruttifica cordoli e pali!
Sulla seconda invece la mia considerazione è un po' più complessa: dall'altra parte del mondo esiste un popolo che vive su un'isola lunga lunga stretta stretta. E' un popolo secondo me un po' sfigato. Gli unici che hanno sperimentato sulla loro pelle due bombe atomiche e che hanno terremoti con la stessa frequenza con la quale noi abbiamo i temporali.
Nonostante tutto sono leader mondiali nella produzione di auto, moto, elettronica e tecnologia in genere.
Nella cultura Giapponese ci sono due concetti che sicuramente hanno contributo a farli diventare grandi. Kaizen e poke yoke.
Kaizen: significa pressappoco miglioramento continuo.
Poke yoke: significa a prova di errore (a prova di scimmia).
Non credo che questi due concetti siano materia di studio nel corso di architettura ma mi permetto di suggerire al nostro assessore che progettare in un'ottica Kaizen significa non fare cose provvisorie ma automobili, edifici, strade che possano diventare il punto di riferimento per altri, il punto zero sul quale un domani progettare un nuovo miglioramento. Non credo che Jules Mansart abbiamo fatto Place Vendôme in modo provvisorio ma, senza saperlo, in un'ottica Kaizen.
Se poi si progettasse anche in un'ottica poke yoke (che, per capirci, è quello che fa sì che il carica batteria del telefono possa entrare solo in un senso o che l'anta destra dell'armadio IKEA non possa essere montata sul lato sinistro) le ciclabili sarebbero a prova di scimmia e, anche se a norma, sarebbero più sicure anche per chi non rispetta le regole.
Buon lavoro.
L. Morandi
Rivergaro