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Venerdì, 19 Aprile 2024
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A Piacenza l’aria è “troppo cattiva” 71 giorni l’anno

Troppo spesso la provincia emiliana supera i limiti di inquinamento consentiti e secondo Coldiretti il 20% della popolazione nazionale soffre il "mal di smog"

Niente eufemismi o edulcoranti: la correlazione tra l’inquinamento atmosferico e il rischio di tumore al polmone c’è ed è stretta. Lo studio europeo pubblicato pochi giorni fa su “Lancet Oncology” lo ha dimostrato con nettezza e, sulla scia della ricerca, un’analisi di Coldiretti sui dati Eurobarometro 2013 rivela che il 20% degli italiani (ben 1 su 5) soffre di problemi respiratori favoriti dal peggioramento della qualità dell’aria negli ultimi 10 anni.

La soglia che per legge non andrebbe superata sono i 35 giorni all’anno di 50 microgrammi di polveri sottili a metro cubo di valore medio giornaliero, ma i dati che riguardano l’aria che si respira nelle nostre principali città sono tutt’altro che rassicuranti. Il rapporto “Mal’aria” curato da Legambiente denuncia infatti lo sforamento dei livelli di polveri sottili (Pm 10), per quanto riguarda il 2012, su ben 51 centri urbani dei 95 presi in considerazione.

La Pianura Padana, in particolare, è una delle zone più critiche, annoverando 18 sue città tra le prime 20 per livello di smog. Anche Piacenza nell’anno appena trascorso ha superato i 50 microgrammi 71 giorni, praticamente triplicando i 25 concessi. Spesso, specie in questi mesi estivi in cui si combinano forti irradiazioni solari e scarsa ventilazione, capita che la città superi anche i limiti di concentrazione di ozono per la protezione della salute umana, ovvero 120 μg/m3 come media mobile nell’arco di 8 ore.

Secondo l’indagine Coldiretti, per quanto riguarda i problemi respiratori da smog, la situazione italiana è peggiore rispetto alla media dell’Europa, dove i cittadini con problemi respiratori si attestano sul 17%. Sulla questione inquinamento atmosferico l’Unione si è pronunciata con nettezza con una sentenza della Corte di Giustizia che non lascia spazio ad alibi: l’Italia deve ridurne la produzione. Non si può più aspettare oltre.

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