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I caprioli fanno capolino a Piacenza

I cervidi tornano a popolare le colline nostrane e qualche volta arrivano persino in città…

Almeno una volta, ogni bambino certamente lo ha sognato. Qualche giorno fa a Piacenza è successo: verso le 22, lungo via Emilia Pavese, una signora che passava in auto, ha notatolo ai bordi della strada, un animale un po’ insolito e si è fermata per soccorrerlo. Si trattava di un cucciolo di capriolo di circa due mesi, che è la signora ha raccolto e poi affidato al Centro di recupero e cura degli animali selvatici di Parma.

L’episodio conferma che, come spiegano gli zoologi della regione, le nostre colline sono tornate a ripopolarsi di cervi, caprioli, daini e cinghiali, che di nuovo le abitano in grande numero.

Approfittiamo di questo caso di cronaca per andare a conoscere più da vicino i caprioli. Diffuso in boschi aperti in cui il sottobosco sia fitto e che siano inframmezzati da radure e zone cespugliose, il capriolo, però, vive sia in pianura (anche dove questa è coltivata e pure dove l'agricoltura è intensiva purché trovi boscaglie dove rifugiarsi), sia in collina, sia in montagna, sia nelle zone umide.

Il capriolo è un cervide di piccole dimensioni, dal mantello fulvo in estate. La gola e le parti ventrali e la regione perianale, detta specchio anale, sono bianche. La coda è cortissima e non emerge dal pelo, anche se nella femmina c'è un ciuffo di peli che ricopre la vulva. Il maschio possiede piccoli palchi (con questo termine vengono indicate le corna dei cervidi) con tre sole punte; questi cadono ogni anno (da ottobre a dicembre) e ricrescono alla fine dell'inverno. I palchi sono costituiti di una sostanza cartilagenea e, una volta caduti, sono preda di altri animali che se ne nutrono.

Un capriolo è lungo tra 90 e 130 cm, e alla spalla è alto tra 55 e 77 cm. Pesa circa tra i 10 e i 27 kg.

In passato il capriolo veniva considerato un animale tendenzialmente solitario, ma oggi si sa che ha un comportamento sociale piuttosto complesso ed articolato. Infatti, mentre i maschi conducono per gran parte dell'anno un'esistenza solitaria (anche perché già alla fine dell'inverno tra di loro iniziano le dispute territoriali), le femmine spesso vivono riunite in branchi, composti in media da 3-7 individui (ma possono essere anche più grandi), diretti da una femmina dominante. In tali branchi le gerarchie ed i rapporti sociali sono ben definiti e strutturati.

Nel periodo che va dalla tarda primavera all'inizio dell'estate (maggio-giugno) le femmine partoriscono, normalmente, 2 piccoli, raramente uno o tre, dal caratteristico mantello bruno fittamente maculato. Molto spesso, le femmine lasciano il cucciolo nascosto nell'erba alta, mentre loro vagano nei paraggi in cerca di cibo.

Il periodo degli amori va da metà luglio a fine agosto ed il corteggiamento è costituito da una serie di inseguimenti da parte del maschio nei confronti della femmina. La gestazione dura circa 9 mesi e mezzo; infatti l'ovulo, una volta fecondato, si impianta nell'utero materno, ma rimane quiescente fino a dicembre, quando riprende a svilupparsi. Questa caratteristica viene detta ovoimplantazione differita. Con l'arrivo dell'autunno, poi, anche i maschi si riuniscono ai branchi di femmine e spesso occupano un posto in fondo alla gerarchia. I giovani raggiungono la maturità sessuale dopo il primo anno di vita a circa 14 mesi di età. Può raggiungere un'età massima di 12-18 anni.

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