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Giovedì, 18 Aprile 2024
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L’imperativo è: ottimizzare l’esistente

Rigenerare i vecchi condomini e costruire una nuova generazione di edifici residenziali plurifamaliar: è uno dei temi fondamentali dell'edizione 2014 di Future Build, il salone della sostenibilità (dal 13 al 16 febbraio a Parma) che cerca soluzioni

Ridurre il consumo di suolo, recuperare l’architettura dismessa, riciclare l’esistente, risparmiare energia, sono alcuni degli imperativi che ci troviamo di fronte nel trattare il tema della città contemporanea e del prossimo futuro.

Rigenerare la città esistente piuttosto che perpetuare l’allargamento costante degli insediamenti urbani è ormai una necessità prima ancora di una prospettiva. Analizzando il territorio costruito di una città occidentale, scopriamo che almeno la sua metà è stata costruito tra la fine degli anni ’50 e gli anni ’70/80, con un’ampia prevalenza della destinazione insediativa di tipo residenziale.

La gran parte della città è composta infatti da una più o meno fitta rete di edilizia residenziale plurifamiliare e pluriplano, cosiddetta condominio. Questo immenso patrimonio è composto prevalentemente da corpi edilizi la cui età varia tra i 30 e i 60 anni. Mentre le finiture si differenziano abbastanza nei diversi periodi di quel trentennio, la tecnologia costruttiva, più evoluta per i casi più recenti meno per i più vecchi, non si differenzia moltissimo: telaio in CA, tamponamenti in laterizio, serramenti estremamente sottili, solai latero-cementizi, involucri totalmente privi di isolamenti termici e acustici, impianti obsoleti, con barriere architettoniche da superare, styling estremamente datato, etc.

Tutto questo porta a due modalità operative: la prima è la rigenerazione di tale patrimonio attraverso metodologie che sono state già applicate e che vanno via via ottimizzandosi in alternativa alla semplice demolizione e ricostruzione; la seconda si attua attraverso la costruzione di una nuova generazione di condomini, capace di economizzare materiali, tempi, energia. Trattare dell’evoluzione di questa tipologia abitativa significa occuparsi di gran parte delle città in cui viviamo.

*Professore ordinario dell'Università di Parma, docente di Rilievo dell'architettura e della città nonché nel Laboratorio di sintesi finale in Riqualificazione e riuso dell'architettura, nei corsi di laurea di Architettura del Dipartimento DICATeA

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