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Verdi ai fornelli e l’intreccio di cultura natura e buona tavola che fa grande l’Italia

Nel bicentenario della morte del grande compositore, Piacenza celebra anche il suo gusto per la buona cucina, veicolo di cultura e conoscenza del nostro territorio

Assieme alle bellezze artistiche e naturali, il cibo contribuisce a raccontare l’identità italiana nel mondo. Così, nell’anno in cui si celebra il bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi, assieme all’arte del grande maestro si vuole raccontare anche la sua passione culinaria, dato biografico minore che costituisce un interessante veicolo di cultura e conoscenza del nostro territorio.

È questo l’intento del progetto di internazionalizzazione ideato e realizzato da Ilaria Dioli dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza in collaborazione con l’associazione culturale Ibidem e l’associazione Le Terre Traverse, patrocinato dal Comune di Piacenza e veicolato nel mondo dalla Regione Emilia Romagna, nell’ambito del quale è stato organizzato lo scorso 2 agosto a Chicago l’evento verdiano presso Monastero’s Ristorante & banquets per la Bel Canto Foundation. La serata è riuscita a combinare parola, musica e buon cibo come espressione di una cultura italiana estremamente apprezzata all’estero.

La buona tavola italiana è famosa nel mondo e ogni regione, con le sue specialità, contribuisce a creare il mosaico di prelibatezze. Proprio in queste settimane, raccogliendo tutte le specialità zona per zona, Coldiretti ha tracciato la classifica del patrimonio enogastronomico che i turisti italiani e stranieri potranno gustare nell’estate 2013, delineando un’Italia del gusto davvero ricca.
Le “bandiere del gusto” a tavola assegnate all’Italia nel 2013 raggiungono il numero record di 4698: sono riconoscimenti assegnati a specialità alimentari presenti sul territorio nazionale ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni. Sul podio salgono Toscana, Campania e Lazio, ma anche l’Emilia Romagna fa la sua figura, con ben 307 prodotti eccellenti.

Anche grazie a questi risultati l’Italia, spiega l’associazione nazionale dei coltivatori diretti, è leader mondiale nel turismo enogastronomico a livello con oltre 24 miliardi di euro spesi dai turisti nazionali ed esteri nel belpaese per il cibo. Non sarà infatti un caso se, nonostante la crisi e i tagli su tutto, il settore enogastronomico continua a essere trainante. Secondo l’analisi è destinata alla tavola ben un terzo (33 per cento) della spesa di italiani e stranieri in vacanza in Italia. Il mangiare e bere è il vero valore aggiunto delle vacanze Made in Italy e tra tutti gli elementi della vacanza, dall’alloggio ai trasporti, dai servizi di intrattenimento a quelli culturali, la qualità del cibo in Italia è quella che ottiene il più alto indice di gradimento trai i turisti stranieri e italiani.

Sono confermati, sempre secondo l’analisi Coldiretti, anche i primati dell’agricoltura italiana che ha scelto di non coltivare ogm, ha il primato europeo nel numero di aziende biologiche e vanta inoltre la leadership nei prodotti riconosciuti a livello comunitario con ben 252 denominazioni di origine sono 331 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 59 a denominazione di origine controllata e garantita (Docg) e 118 a indicazione geografica tipica.

Stando ai dati riportati dalla Relazione annuale al Piano Nazionale Integrato (PNI) per il 2012, tra l’altro, il cibo prodotto in Italia è il più sicuro d’Europa: solo il 3,7% delle irregolarità su scala nazionale è riferibile alla produzione primaria e, di esse, solo lo 0,24% è causato da problemi di sicurezza alimentare dei prodotti, mentre la maggior parte delle irregolarità sono dovute a carenze di natura amministrativa. Anche i dati riferiti alla presenza dei residui di agro farmaci nei prodotti ortofrutticoli devono rassicurare i consumatori. Infatti, ben il 99,5% dei campioni di ortofrutticoli sono risultati in regola, così come i prodotti di origine animale che sono risultati regolari per oltre il 99%.

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