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Bobby Jones: “Con l’aggressività e l’energia di Verona potremo centrare i playoffs”

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Bobby Jones a poco meno di due giorni dalla quarta giornata di campionato che vedrà l’UCC Assigeco Piacenza, reduce dalla bella vittoria di Verona, opposta all’Ambalt Recanati

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Bobby Jones a poco meno di due giorni dalla quarta giornata di campionato che vedrà l’UCC Assigeco Piacenza, reduce dalla bella vittoria di Verona, opposta all’Ambalt Recanati.

Dopo le due sconfitte iniziali è arrivata una grande vittoria contro un avversario ostico come Verona. A tuo parere cosa è cambiato nella squadra?

Abbiamo giocato molto più aggressivi in attacco e in difesa, abbiamo giocato uniti e con tanta energia per tutta la partita. Dopo due sconfitte di fila, siamo andati a Verona per giocare duro sostenendoci a vicenda e abbiamo centrato la vittoria.

Anche tu hai giocato un’ottima partita (doppia doppia da 17 punti e 12 rimbalzi). Un buon passo in avanti rispetto alle prime due partite nelle quali hai faticato ad entrare in ritmo. In percentuale, quanto ti senti in forma in questo momento?

In percentuale, probabilmente, sono all’85-90% della forma. Nella prima partita il mio ritmo, sicuramente, non era uno dei migliori ma era la prima partita di campionato e dovevo ancora capire i punti di forza e i punti deboli dei miei compagni di squadra e lo stesso valeva per loro nei miei confronti. Era la nostra prima vera partita, per giunta fuori casa contro una buona squadra come la Virtus Bologna e non sono riuscito ad entrare in partita. Nella seconda partita ho giocato un buon primo quarto ma poi ho avuto problemi di falli e quando sono tornato in campo è stato difficile rientrare in partita. Nella terza partita sono partito più aggressivo fin dall’inizio e sono riuscito a trovare il ritmo anche grazie all’energia che hanno messo in campo i miei compagni.

Che rapporto hai con i tuoi compagni dopo due mesi dal tuo arrivo e con chi hai legato di più?

Devo dire che mi trovo bene con tutti, conoscevo già un paio di loro avendoci giocato contro. Quelli con cui vado più d’accordo sono Luca Infante e Kenny Hasbrouck. Kenny abita proprio nell’appartamento sotto al mio quindi ogni tanto ci vediamo alla sera con lui e sua moglie e giochiamo a carte, guardiamo la tv o qualche partita di football. 

Quali sono, secondo te, i punti di forza e i punti deboli di questa squadra?

Credo che abbiamo molti giocatori bravi ad attaccare il ferro e dotati di un buon tiro. I punti deboli, al momento, sono stati gli infortuni con ben 3 giocatori infortunati ancora prima dell’inizio del campionato. In alcuni momenti siamo troppo soft in difesa e, soprattutto nelle prime due partite, abbiamo lavorato male sul tagliafuori concedendo troppi rimbalzi offensivi agli avversari. Probabilmente ci passiamo troppo la palla in attacco e questo potrebbe essere visto come un punto debole ma significa anche che abbiamo fiducia ognuno nell’altro. Si tratta solo di prendersi il tiro giusto al momento giusto.

Nella prossima partita contro Recanati giocherai contro il tuo ex allenatore alla Virtus Roma, Marco Calvani, con il quale hai giocato una delle tue migliori stagioni in Italia centrando la finale Scudetto nel 2012-2013. Come era il tuo rapporto con lui?

Il mio rapporto con Marco è stato tra alti e bassi. Ovviamente abbiamo disputato un’ottima stagione  essendo arrivati fino in Finale Scudetto. E’ un player-coach: ti ascolta, ti dà consigli, non decide sempre da solo ma gli piace confrontarsi con i giocatori. E’ una brava persona, ride e scherza con i giocatori e, soprattutto, punta molto sulla difesa, cosa che apprezzo molto. Non lo vedo da qualche anno, mi farà piacere rivederlo.

Hai giocato diversi anni in Serie A. Quali sono le principali differenze che hai notato tra la Serie A e la Serie A2?

Mi sono reso conto che in A2 devo forzare molti più tiri, in Serie A ci sono molti più americani in squadra con cui condividere le responsabilità. Nella prima partita ero ancora fermo alla mentalità da Serie A, aspettandomi che i miei compagni mi aiutassero a procurarmi tiri facili mentre devo essere più aggressivo e crearmi i miei tiri.

Guardandoti giocare ho avuto l’impressione che tu preferisca giocare fronte a canestro partendo, spesso, da dietro la linea da tre punti, rispetto a giocare spalle a canestro in post basso. Concordi con me? Cosa ne pensi di questo tuo aspetto del gioco?

E’ vero, giocare vicino a canestro è più difficile perché la maggior parte dei difensori commettono falli, giocano duro e spesso gli arbitri non ti aiutano...Se, invece, gioco fronte a canestro si aprono molti più spazi e molte più soluzioni. Preferisco questo tipo di gioco. Nelle prime due partite, forse, mi sono troppo intestardito a giocare in post-basso ed è anche per questo che, probabilmente, non sono mai riuscito a trovare il ritmo. Nella terza partita, invece, ho attaccato più spesso fronte a canestro e le cose sono andate decisamente meglio. Dovrei cercare di trovare un buon equilibrio tra questi due aspetti del mio gioco.

Qual’è stata la tua impressione riguardo ai tifosi e all’atmosfera nella prima partita al PalaBanca?

La prima partita casalinga, sotto questo punto di vista, è stata buona. Il palazzetto mi piace molto e abbiamo ricevuto tanta energia dal pubblico. Sono molto dispiaciuto di essere usciti sconfitti da quella partita ma ne abbiamo ancora tante altre davanti e sono sicuro che i tifosi ci sosterranno sempre di più. Abbiamo bisogno di loro per trasmetterci energia, soprattutto nei momenti di difficoltà.

Dove vedi l’Assigeco Piacenza alla fine della stagione?

Sono ancora convinto che arriveremo ai playoffs. Non so dirti in quale posizione ma sono sicuro che, se continueremo a giocare con questa aggressività ed energia, li centreremo e una volta arrivati lì staremo a vedere con chi saremo accoppiati e inizieremo a pensare ad altri, eventuali, obiettivi.

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