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Da Giuliani a Bauer. I Top ed i Flop della settimana sportiva

I migliori e i peggiori della settimana sportiva piacentina

CHI SALE

ALBERTO GIULIANI: una stagione tremendamente difficile sia la sua personale che quella dell’ Lpr. Alla fine i risultati gli hanno dato pienamente ragione: quinto posto finale e clamorosa qualificazione europea. Aveva parlato, tra lo scetticismo generale, di un problema prevalentemente di natura fisica, non appena la sua squadra ha trovato la condizione ottimale, e’ divenuta imbattibile. Un plauso la suo lavoro ed alla sua perseveranza.

FLORTJE MEIJNERS: gara 2 contro Conegliano l’ha vista confrontarsi alla distanza con l’americana Robinson. Duello personale vinto  con 23 punti, 3 muri ed un 44% in attacco, non sufficienti però per permettere a Piacenza di non soccombere contro l’Imoco. Da sola non può competere in attacco contro la corazzata di Mazzanti.

THIJS TER HORST: è l’emblema indiscutibile della rinascita dell’Lpr. Praticamente perfetto in attacco ed a muro, da quando è entrato in pianta stabile nel sestetto base, non ha più sbagliato partita, trascinando i biancorossi ad un risultato impensabile. Si parla tanto di mercato e di giocatori come Hernanadez e Marshall, ma da quanto fatto vedere, Piacenza può ripartire dall’olandese.

CHI SCENDE

CHRISTINA BAUER: una finale scudetto per lei particolarmente complicata, quasi impalpabile a muro e molto fallosa in attacco, ha difficoltà evidenti nell’intesa con la palleggiatrice. Ha ancora una chance in gara 3 contro Conegliano per riscattarsi e dare quel contributo al centro vitale per consentire a Piacenza di allungarsi la vita.

GIANLUCA BARBA: giornata negativa per nella trasferta del Pro Piacenza al “Martelli” di Mantova: un primo tempo fatto di due occasioni importanti da rete fallite ed una ripresa con l’ingenuo fallo da rigore che costa importanti punti salvezza per i rossoneri.

PIERPAOLO BOCCANERA: una partita decisa dagli episodi quella tra Piacenza e Lecco. Era il big match della serie D, tra due squadre che hanno condotto una stagione al vertice del girone. Se all’andata il suo intervento para-rigore era risultato determinante non solo per l’esito del match ma probabilmente per dare un corso preciso al campionato, al ritorno si fa trovare impreparato sul tiro alla distanza di Cardinio che fissa il definitivo 2-1.

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