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Dopo la retrocessione in Lega Pro Garilli lascia il Piacenza Calcio

Dopo la retrocessione del Piace per il pareggio con l'Albinoleffe il presidente Garilli comunica di voler lasciare la società: "Non mi sento di iscrivere la squadra alla categoria inferiore di Lega Pro

Dopo la retrocessione in Lega Pro del Piace per il pareggio con l'Albinoleffe il presidente Garilli comunica di voler lasciare la società: "Non mi sento di iscrivere la squadra alla categoria inferiore di Lega Pro".

Ecco di seguito le parole del presidente:

"MIO PADRE COMPRO' IL PIACE NEL 1983" - "Mio padre ha acquistato il Piacenza Calcio nel luglio del 1983. La squadra era appena stata retrocessa in C2. Nel campionato ’83-’84 la squadra ritorna in serie C1. Nel successivo campionato ’84-’85 perdiamo lo spareggio promozione con il Vicenza e quindi la squadra si classifica seconda rimane in C1. Il 14 aprile 1986, cioè nel corso del campionato successivo, in seguito a intercettazione telefoniche, prende il via a Torino un inchiesta chiamata "scandalo scommesse 1986" che nel giro di pochi giorni, porta in carcere diversi personaggi del mondo del calcio. Nell’ambito dell’inchiesta in seguito a specifica confessione di un dirigente dell’epoca, viene accertato che lo spareggio dell’84-85 era stato falsato a nostro danno".

L'INCHIESTA SCOMMESSE - "A quel punto a campionato ’85-’86 quasi terminato, non si ritenne possibile reinserire il Piacenza Calcio in serie B. Oggi mi sembra di rivivere lo stesso film. La recente inchiesta della magistratura, per l’ennesima volta, ha fatto emergere un calcio violentato da scommesse illecite. Il magistrato ha dichiarato che il campionato 2010-2011 risulta falsato. Abbiamo richiesto immediatamente di sospendere la disputa dei playout, sul presupposto che fosse necessario accertare i fatti prima di concludere il campionato in corso. Abbiamo anche fatto presente che, proprio in seguito alle notizie emerse dagli organi di comunicazione, la nostra società non era in grado di adempiere alla stessa norma federale che prevede l’obbligo di schierare la migliore squadra in campo".

"IL NOME DEL PIACE SEMPRE ALTO" - "Le nostre richieste non sono state accolte. Sono 29 anni che la mia famiglia è alla guida del Piacenza Fc. In questi anni abbiamo alternato momenti di gioia ad altri di dispiacere, ma nel complesso ritengo che siamo riusciti a mantenere la nostra squadra e il nome di Piacenza sempre ad alti livelli. Da 20 anni siamo tra le 11 società a non essere state retrocesse in serie C. Per fare questo abbiamo profuso oltre 100 milioni di euro nel Piacenza Calcio. Abbiamo creduto in un calcio pulito e lo abbiamo dimostrato anche attraverso messaggi chiari e tangibili. Siamo stati la prima squadra ad avere come sponsor ufficiale l’Unicef, abbiamo proposto uno stadio privo di barriere, siamo stati la squadra più giovane del campionato, ci siamo sempre comportati nel rispetto delle leggi sportive, evitando di fomentare polemiche anche quando forse ne avremmo avuto diritto. Quanto sta accadendo contrasta con la mia mentalità e con quella dei miei collaboratori e dell’attuale Piacenza Calcio. Per questi motivi rendo noto alle istituzioni, ai tifosi, e ai piacentini tutti che oggi non mi sento di iscrivere la squadra alla categoria inferiore di Lega Pro".

"NON MI SENTO DI ISCRIVERE IL PIACE IN LEGA PRO" - "Poiché mi rendo conto che tale decisione potrebbe comportare un grave pregiudizio per lo sport piacentino e considerato che in questi ultimi tempi leggo ripetutamente che ci sarebbero imprenditori locali interessati alla squadra, che ancora non ho avuto il piacere di conoscere, invito chi fosse realmente interessato, a manifestare subito e apertamente le proprie intenzioni, poiché in questo momento il termine ultimo per l’iscrizione al campionato 2011-2012 è il 30 giugno 2011. A tale fine ricordo che mio padre comprò la società senza esperienza alcuna nel mondo del calcio in tre giorni".

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