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Volley, caso Marshall. Quante spine tra Piacenza ed i palazzi del potere

In casa biancorossa ha tenuto banco negli ultimi giorni il caso di Leonell Marshall, giocatore cubano di nascita ma di passaporto italiano tesserato, al termine di un lungo tira e molla con la federazione cubana ed italiana, come straniero creando non pochi problemi di rotazione in campo ad Alberto Giuliani

Pausa di forzata di campionato che permette a Piacenza di rifiatare e di fare il punto della sua situazione. Ottavo posto in classifica con due vittorie e due sconfitte ma un andamento in crescita che sembra poter proiettare l’Lpr in caso di vittoria contro la Revivre Milano nell’anticipo di sabato a ridosso delle prime cinque posizioni. In casa biancorossa ha tenuto banco negli ultimi giorni il caso di Leonell Marshall, giocatore cubano di nascita ma di passaporto italiano tesserato, al termine di un lungo tira e molla con la federazione cubana ed italiana, come straniero creando non pochi problemi di rotazione in campo ad Alberto Giuliani. In attesa infatti del pieno recupero di Simone Parodi, indicato in estate come titolare in banda insieme proprio a Marshall, Piacenza si è trovata a gestire i tre italiani in campo sacrificando a turno Clevenot come schiacciatore e Yosifov al centro. Proprio il ruolo del forte centrale bulgaro potrebbe essere oggetto di valutazione di mercato da parte della dirigenza del Palabanca: la mancata naturalizzazione di Marshall ha infatti cambiato gli equilibri tra quota-italiani e quota stranieri costringendo forse l’Lpr a tornare sul mercato per reperire un forte centrale azzurro liberando il bulgaro da un fastidioso turn-over; è palese tuttavia che ogni valutazione in merito ad un’eventuale partenza di Yosifov sarebbe subordinata all’arrivo di un pari-ruolo di livello non facile da trovare a campionati in corso (si era fatto il nome di Buti di Perugia). La polemica a distanza tra Piacenza e Carlo Magri, potente Presidente FIPAV, riporta alla mente i rapporti non sempre facili avuti con i palazzi del potere: in particolare CEV e Legavolley sono finiti sovente nel mirino di Guido Molinaroli, poco avvezzo a piegarsi alle decisioni spesso non condivisibili dei dirigenti del volley. Era il 2005 quando Piacenza perse la possibilità di organizzare la Final Four di Champions League, fu Salonicco preferita a sorpresa alla città emiliana quando tutto faceva propendere per il contrario; stessa sorte nel 2010 quando la finale di Coppa CEV prese l’indirizzo belga di Maaseik, nonostante ampie rassicurazione che sarebbe stato il Palabanca ad organizzare l’evento. A ciò aggiungiamo alcune discutibili scelte arbitrali in decisivi momenti come la finale Modena-Piacenza del 2004 o le scelte di disputare eventi in location sicuramente non all’altezza come il caso della finale siberiana sempre di CEV del 2007. Sicuramente puo’ aver giocato un ruolo il non ottimo rapporto tra la dirigenza piacentina ed il vicepresidente europeo Renato Arena (definito scherzosamente da Molinaroli “pollo”) ma sta di fatto che Piacenza in Europa non ha mai avuto vita facile come peso politico ed istituzionale. Non certo migliore la situazione in Italia, prima della querelle con la Fipav, era stata la Legavolley ad entrare in polemica con i biancorossi: era il 2014 quando la scelta di disputare una semifinale scudetto con Perugia in pieno orario lavorativo, scatenò le ire del Presidente piacentino che invitò il pubblico a presentarsi con un’ora di ritardo al palazzetto per testimoniare il disappunto verso Rai e Lega per l’infelice collocazione pomeridiana. Ora è la volta di Carlo Magri, da oltre vent’anni padrone indiscusso della FIPAV,ad entrare in collisione con l’Lpr con il reciproco scambio di accuse sugli errori nella gestione del tesseramento di Marshall; che il dirigente parmigiano non ami particolarmente il volley maschile biancorosso è abbastanza risaputo viste le scarse presenza al Palabanca. Probabilmente mal sopporta il fatto che Piacenza abbia preso negli anni il posto della sua Parma come unica rappresentante del volley del Ducato (era stato dirigente della gloriosa Maxicono), ed infatti c’e’ la sua occulta regia nel passaggio a Modena della Nordmeccanica (in cooperazione con Mauro Fabris della Lega femminile), ottenuto grazie ai più che buoni rapporti intrattenuti con la famiglia Cerciello maturati ed instaurati tramite le più assidue frequentazioni degli scranni di Le Mose.

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