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Con la pizza la dose di eroina, tre arresti a Cremona. Anche un pizzaiolo della Bassa

I militari della Compagnia di Cremona, guidati dal maggiore Rocco Papaleo e quelli della Stazione di Monticelli, hanno stroncato il grosso giro costruito da tre egiziani. Uno risiede a Monticelli e ora si trova agli arresti domiciliari. Tanti i clienti, anche minorenni, delle province di Cremona e Piacenza

Nel Cremonese a consegnare la droga ai clienti era un pizzaiolo di Monticelli. Il locale in cui lavorava a Soresina, così come altre pizzerie di Annico e Grumello, sarebbero diventate - secondo i carabinieri - il punto di riferimento per decine di clienti, alcuni anche minorenni, delle province di Cremona e Piacenza. I militari della Compagnia, guidati dal maggiore Rocco Papaleo e quelli della Stazione di Monticelli, hanno stroncato il grosso giro costruito da tre egiziani, due residenti in provincia di Cremona, uno a Monticelli. Quest’ultimo, A.H. di trent’anni, lavorava in una pizzeria e consegnava le dosi di cocaina hashish ed eroina nei cartoni per le pizze da asporto. Un modo per non destare alcun sospetto, non però agli uomini dell’Arma che nell’ambito dell’operazione “Pizza stupefacente” hanno fatto scattare le manette per i tre connazionali. Per l’uomo residente nel piacentino, già arrestato in flagranza per spaccio a Cremona, il Giudice per le indagini preliminari ha predisposto gli arresti domiciliari. Gli altri due si trovano in carcere, mentre venti persone sono state segnalate come assuntori.

Da tempo i carabinieri del Nucleo operativo e quelli del radiomobile svolgevano accertamenti per contrastare il mercato illecito di sostanze stupefacenti. Controlli nei quali erano finiti anche i tre arrestati ed eseguiti in primis tramite l’analisi dei contatti telefonici, poi sentendo alcuni clienti di età compresa tra i 16 e i 49 anni, residenti ad Annicco, Pizzighettone, Grumello Cremonese ed Uniti, Spinadesco, Soresina, Trigolo, Codogno e Castelvetro Piacentino.

Gli spacciatori entravano in contatto con la clientela tramite brevi telefonate: ricevevano “l’ordine” e loro comunicavano il luogo dell’incontro per lo scambio che, quasi sempre, avveniva nelle pizzerie della zona. Per passare inosservati trasportavano e consegnavano a domicilio le dosi di sostanza stupefacente all’interno di contenitori per alimenti. Un traffico che ha attirato l’attenzione di tossicodipendenti provenienti anche da fuori provincia per i prezzi abbattuti degli stupefacenti venduti, in particolare dell’eroina. «Una sostanza che purtroppo, alla luce dei numerosi sequestri operati negli ultimi tempi pare non solo essere tornata in voga tra i giovani e i meno giovani, ma addirittura aver conquistato le fette maggiori di mercato – ha spiegato il maggiore Rocco Papaleo. È cambiato solo il metodo di consumo, in quanto attualmente l’eroina per la maggior parte dei casi viene fumata e non più iniettata come avveniva tra gli anni 70 e novanta del secolo scorso».

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