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Carbonext, 180 cittadini presentano un ricorso al Tar del Lazio

Sottovalutazione dell’emergenza sanitaria e ambientale in provincia e sottostima degli effetti del progetto Carbonext presentato dalla Buzzi Unicem di Vernasca: queste le ragioni del ricorso

Sottovalutazione dell’emergenza sanitaria e ambientale in provincia e sottostima degli effetti del progetto Carbonext presentato dalla Buzzi Unicem di Vernasca. Sono questi i motivi che hanno portato centottanta cittadini dei comuni dell’alta Valdarda a presentare, il 31 ottobre, ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio contro la delibera della Regione che ha autorizzato il progetto Carbonext e il Decreto Clini del 2013.

«Non ci siamo fermati solamente alla delibera regionale – ha spiegato l’Avvocato Federico Gualandi, esperto in diritto amministrativo al Foro di Bologna - perché il Decreto Ministeriale è niente meno che un escamotage studiato al fine di agevolare i cementifici, permettendogli di utilizzare Combustibili Solidi Secondari ottenuti da rifiuti, sia urbani che speciali, che cessano di essere soggetti alle norme sui rifiuti perché classificati come “prodotti” e quindi utilizzabili alla stregua di altri combustibili».

L’intenzione dei comitati che portano avanti la battaglia contro il progetto della cementeria, è quella di sviluppare un ricorso completo ed conf stampa carbonext-2esaustivo, che non vuole schierarsi contro gli enti pubblici. «Siamo convinti che la Regione, i Comuni , l’Asl e Arpa esistano per tutelare gli interessi pubblici e collettivi, come il diritto alla salute, alla tutela dell’ambiente e della qualità dell’aria» hanno spiegato Marcello Trabucchi, rappresentante dei comitati e Laura Chiappa di Legambiente.

Secondo il parere dei comitati l’autorizzazione data alla multinazionale con stabilimento in Valdarda, non ha tenuto conto del principio di precauzione. «Ci poniamo in pieno accordo con la Proposta di legge approvata all’unanimità dall’Assemblea Legislativa della Regione, al fine di abrogare il Decreto Clini – ha spiegato un altro referente dei comitati valdardesi, Angelo Negri – in quanto, come si legge nella Proposta, si è davanti ad un “quadro di forte incertezza per quanto riguarda le conseguenze, soprattutto in riferimento alla tutela della salute pubblica”».

Dall’Avvocato è stato inoltre contestato il fatto che «la Giunta della Regione Emilia Romagna ha approvato un progetto basato sul Decreto del 2013 e subito dopo l’Assemblea Legislativa lo ha messo unanimemente in discussione per i suoi effetti sul territorio e quindi proposto di abrogare».

«Al momento restano ignoti gli effetti dell’utilizzo del Carbonext sulla salute e sull’ambiente – ha aggiunto Trabucchi -, dato che mancano valutazioni scientifiche e una corretta e completa analisi epidemiologica. Analisi che avrebbero potuto permettere agli organi competenti di esprimersi con la dovuta cognizione di causa in merito al progetto».buzzi unicem-3

«Non vogliamo fare da cavie, serve precauzione e ragionevolezza nelle scelte – ha concluso Chiappa -. Speriamo con questa battaglia di fare da apri fila, cercando di far muovere qualcosa anche negli altri paesi dove ci sono cementerie e gruppi di persone che come noi combattono per la salvaguardia del loro patrimonio più caro: il futuro delle generazioni e del territorio».

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