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Sabato, 20 Aprile 2024
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Comitati Valdarda: «Nessuna fiducia dei cittadini in Buzzi Unicem»

I comitati della Valdarda hanno diffuso una nota in risposta alle affermazioni di Buzzi Unicem sulle indagini in corso per il presunto reato di disastro ambientale per l'attività di incenerimento di rifiuti dello stabilimento di Barletta

I comitati della ValdaArda che da un anno lottano contro il progetto CarboNeXT di Buzzi Unicem inseme a Legambiente Piacenza hanno diffuso una nota in risposta alle affermazioni che l'azienda proponente ha fatto pervenire agli organi di stampa locali il 21 gennaio 2016 in merito alle indagini in corso per il presunto reato di disastro ambientale per l'attività di incenerimento di rifiuti del suo stabilimento di Barletta. 

Il comunicato è stato firmato da comitato "Aria pulita in Val d'Arda", comitato "Basta Nocività in Val d'Arda", comitato "Cittadini per l'ambiente rurale" e "Legambiente Piacenza".

«Notiamo, non senza una certa soddisfazione, che Buzzi Unicem ha deciso di pubblicare un comunicato, arrivando perfino ad acquistare un'intera pagina del quotidiano Libertà di giovedì 22 gennaio 2016 per "informare il territorio di Piacenza e della Val d’Arda" in merito alle notizie apparse sulla stampa di "alcune indagini preliminari riguardanti la Cementeria di Barletta" (sottinteso da parte della Magistratura inquirente, in particolare la Procura di Trani)"». 

«Non possiamo però fare a meno di chiederci - continua la nota - se si tratta della stessa azienda che ha bollato come "sarcastici" i nostri interventi durante l'Istruttoria Pubblica sul progetto "CarboNeXT" del 9 novembre 2015 presso la Provincia di Piacenza, senza però dare risposta ad alcune domande in essi contenute, in particolare nel merito del perché non abbiano mai organizzato, loro stessi, così convinti della bontà del loro progetto, nei mesi precedenti e a proprie spese, almeno un'Assemblea pubblica per parlare con gli abitanti della Valdarda: definire ora noi cittadini come "interlocutori" dopo essersi fatti vedere solo in sede di Istruttoria pubblica, senza però possibilità di confronto alcuno e semplicemente perché la richiesta era stata fatta in via ufficiale dal sindaco di Lugagnano Jonathan Papamarenghi, non solo non è credibile ma per nulla lodevole per Buzzi Unicem».

«Ci viene spontaneo domandarci - affermano i comitati - se questa sia la stessa società che, a domanda diretta di un suo azionista, nell’Assemblea dell’8 maggio 2015, rispondeva di non avere "una struttura centrale dedicata alla comunicazione e alle public relations" e di ritenere "che la corretta comunicazione ai cittadini in cui sono collocati i propri stabilimenti produttivi debba passare attraverso le amministrazioni locali…" (ovviamente abbiamo chiesto anche agli Amministratori e, più in generale ai dipendenti pubblici, se si riconoscessero in questo ruolo attribuitogli da Buzzi Unicem SpA)».

«Ci chiediamo - si legge - se a scrivere oggi sui giornali è la stessa azienda che, a febbraio 2015, invitata da TeleLibertà ad un dibattito nella trasmissione "Fuori Sacco", declinava rispondendo con un comunicato in cui, oltre a delegittimare comitati e associazioni che criticavano il loro progetto, dichiarava che si sarebbe confrontata soltanto con le autorità competenti e gli addetti ai lavori "per non creare inutili turbamenti nella popolazione". Ma soprattutto, è la stessa società che nel 2014 aveva presentato ricorso al presidente della Repubblica contro la Provincia che aveva inviato il progetto allo screening da cui è poi scaturita la valutazione d'impatto ambientale tuttora in corso?».

«Per quanto riguarda i contenuti del comunicato  (che ormai ci sono familiari), ci pare interessante il richiamo all’accreditamento dei Laboratori di analisi - sottolineano i comitati - laddove abbiamo fatto notare che per i laboratori citati questo accreditamento mancava del tutto, ci è stato risposto che era sufficiente il timbro e la firma di un chimico iscritto all’Ordine (non proprio una risposta rassicurante). Ma è degno di nota pure il fatto che seppure i dati del sistema monitoraggio emissioni della cementeria di Barletta vengano pubblicati quotidianamente su una pagina internet accessibile a tutti, questo non abbia evitato il manifestarsi di problematiche ambientali e sanitarie e l'apertura di un'indagine: le promesse di maggiori controlli possono convincere il lettore meno attento, ma dopo mesi di informazione e lotta al progetto CarboNeXT, cara Buzzi Unicem, la Val d'Arda non è pronta a farsi prendere in giro e sa bene che l'unica risposta che il vostro progetto si merita è la coerente applicazione del principio di precauzione e quindi un convinto "no"».

«Vorremmo far notare anche che i dati relativi alla Cementeria di Barletta, inclusi quelli sulle emissioni - chiariscono i comitati - sono parte integrante (insieme ad altri forniti dall'azienda stessa o da suoi periti) della documentazione a supporto dell’utilizzo di CarboNeXT a Mocomero di Vernasca. Visto che la magistratura sta indagando in merito, ci chiediamo come potranno le Istituzioni competenti approvare un tale rischio per il nostro territorio».

«A proposito di fiducia - conclude la nota - l'allora Unicem in data 31 Ottobre 1999, per pubblicizzare ai cittadini la ristrutturazione dell'impianto di Mocomero, acquistò una pagina intera del quotidiano Libertà intitolandola "Un progetto in Val d'Arda" e accompagnando lo slogan "La migliore tecnologia per la salvaguardia dell'ambiente" con un disegno a matita del nuovo impianto, immerso nelle nostre colline ricche di alberi e boschi a circondare lo stabilimento: peccato che l'autore si dimenticasse di disegnare le case di Vernasca, forse che l'estrema vicinanza al camino del paese non fosse poi così artistica e deturpasse un poco l'incanto di quel sogno mai realizzato? Ecco, se prima di questo ultimo proclama la fiducia dei cittadini nei confronti di Buzzi Unicem era pari a zero, oggi possiamo affermare che sta precipitando in territorio negativo: dopo decenni di silenzio e promesse mancate, pensare di rifarsi il look con un comunicato pubblicitario, invitando i cittadini a visitare l'impianto, dimostra solo quanto l'azienda sia distante dalla Valdarda e dal territorio piacentino e non abbia minimamente capito di essere lei ospite a casa nostra». 


 

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