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Condannato il padre padrone violento con la moglie e le figlie: le picchiava a casa se non lo servivano

Tre anni e 8 mesi a un albanese. Per anni le ha maltrattate, picchiate e insultate. Pretendeva che gli mettessero le scarpe. L’uomo ha il divieto di avvicinamento e la coppia si sta separando

Ha maltrattato per anni moglie e figlie, insultandole, picchiandole, costringendole anche a mettergli i calzini o allacciargli le scarpe. Un albanese di 49 anni è stato condannato, il 12 giugno, a 3 anni e 8 mesi di reclusione per maltrattamenti e lesioni. La sentenza è stata emessa dal giudice Sonia Caravelli che ha accolto la richiesta di condanna - era di 4 anni - del pm Antonio Rubino.

L’uomo (difeso dall’avvocato Andrea Bazzani con la collaborazione di Arianna Maggi) che per anni avrebbe vessato la sua famiglia comportandosi come un padre padrone, dovrà anche risarcire le vittime, la moglie e due figlie, con 30mila euro, come disposto dal giudice con una provvisionale. La moglie e le figlie, che si sono costituite parti civili con gli avvocati di Parma, Francesco Poggi Longostrevi e Matilde Rogato, per anni hanno subito e vissuto una «condizione di prostrazione e paura» come ha scritto la procura. La coppia si sta separando e l’uomo, che ha il divieto di avvicinamento ai famigliari, vive in un altro paese della provincia. La difesa ha fatto sapere di valutare il ricorso in Appello, dopo la lettura delle motivazioni della sentenza. Inoltre, la condanna al di sotto dei quattro anni consente l’eventuale richiesta di misure alternative al carcere.

La vicenda è avvenuta nella zona di Fiorenzuola e ha avuto il culmine nel febbraio del 2019, quando la figlia, dopo l’ennesima aggressione alla madre, con pugni e calci, aveva chiamato i carabinieri facendo arrestare il padre. Una delle ragazze aveva cercato di fermare quell’uomo che stava pestando la moglie ed era stata anch’essa malmenata. Quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, facendo prendere coscienza alle donne che con coraggio lo hanno poi denunciato.

Cominciarono le indagini della procura, svolte dai carabinieri di Fiorenzuola e Lugagnano, e venne alla luce un quadro sconcertante e inquietante. Le figlie, di età compresa tra 8 e 22 anni, all’epoca venivano maltrattate e insultate (oltre alle tre ragazze la coppia ha anche due maschi). Durante le deposizioni in aula è emerso che una volta per punire la più piccola, le aveva spinto la testa nell’acqua del bidet. Insulti e schiaffi erano la normalità e la moglie, in più di una occasione, era stata medicata al pronto soccorso riportando diversi giorni di prognosi. Un clima di terrore che per molto tempo ha impedito alle donne di ribellarsi o soltanto di opporsi. La moglie, è stato raccontato dai testimoni, veniva colpita, anche per futili motivi, con schiaffi e pugni e quando cadeva a terra anche presa a calci. Strattonata per i capelli, una volta glieli aveva anche strappati. Lui voleva comandare e non essere contraddetto. Una gestione della famiglia nel segno della paura e della violenza che aveva spaventato le donne tanto da far cambiare loro le abitudini di vita, limitando anche i loro spostamenti e la loro libertà.

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