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«La giustizia come fondamento delle proprie scelte»

Le celebrazioni del 25 aprile a Fiorenzuola, Gandolfi: «A noi il compito che questo giorno della memoria diventi festa della Liberazione e della fratellanza, per un'Italia libera e indipendente, mai più schiava, mai più serva»

«Il popolo ci mette tempo a reagire ai regimi. Nei momenti in cui avvengono guerre o rivoluzioni, pensiamo all’Isis, la gente se ne accorge e sceglie per la libertà che noi abbiamo avuto e che ci hanno regalato i nostri antenati». Cosi l’avvocato Andrea Losi del Museo della Resistenza Piacentina, nel corso della commemorazione ufficiale del 25 aprile a Fiorenzuola. «Dobbiamo portare il popolo alla Liberazione dalle ingiustizie: ognuno nel suo piccolo, nel proprio ruolo, deve vedere se le scelte che si mettono in atto corrispondono al principio di giustizia. Dovremmo celebrare ancora e poi ancora questa giornata, finché non si raggiunge la “perfezione di Stato” che ci manca e fare in modo che chi ha di più dia a chi possiede di meno. Questo occorre farlo nelle forme giuste di democrazia, altrimenti non si raggiunge il principio di Liberazione in cui noi crediamo. Prendiamoci questo impegno e vediamo se di anno in anno abbiamo migliorato qualcosa: così si conquista la Resistenza e la libertà, altrimenti il 25 aprile sarà solamente un rito».

«Nel settantaduesimo anniversario della Liberazione - sono le parole del sindaco di Fiorenzuola, Romeo Gandolfi -, ci apprestiamo a ricordare gli artefici della nostra libertà, che oggi diamo per scontata ma che è il futuro del sangue versato dai martiri della Resistenza e dei tanti valorosi, uomini e donne che hanno lottato al loro fianco. Ricordando viene da pensare che allora tanti giovani si sono trovati nel dilemma tra la fedeltà allo Stato ed il desiderio di giustizia e libertà». «A noi il compito che questo giorno della memoria diventi festa della Liberazione e della fratellanza – ha concluso -, per un'Italia libera e indipendente, mai più schiava, mai più serva».

Fiorenzuola, 72° anniversario della liberazione - Trespidi/ilPiacenza

Danilo Frati, presidente A.N.P.I. Fiorenzuola: «Per prima cosa voglio porgere i miei ringraziamenti all’Amministrazione Comunale per il contributo dato alla realizzazione delle celebrazioni di questo 72 esimo anniversario della Liberazione. Mi preme, inoltre, ricordare l'ultimo partigiano di Fiorenzuola, Mario Grandini, decorato con croce di guerra al merito e recentemente scomparso. Credo sia nostro preciso dovere, in questo giorno di festa, ricordare i nostri concittadini che, in gioventù, compirono la scelta di combattere contro la dittatura in nome della libertà e della democrazia. E il nostro ricordo non può che accompagnarsi ad attività volte a tramandare la memoria di queste persone». «Sono passati settantadue anni da quel 25 aprile del 1945. La Resistenza si allontana nel tempo e nella memoria, con la complicità di tutti coloro che, per convinzione o interesse politico, lavorano attivamente alla rimozione della Resistenza dai valori fondanti del nostro Paese. A chi vuole rimuovere questo vasto movimento di popolo dalla Storia del nostro Paese noi rispondiamo ricordando le drammatiche giornate della Resistenza, segnate da episodi cruenti e da duri sacrifici. Ricorderemo ogni combattente caduto per la libertà e la democrazia. L'affievolirsi della memoria della Resistenza porta con sé eventi simbolici ma rilevanti, volti ad appiattire ogni distinzione di merito tra coloro che combatterono per la libertà e coloro che scelsero di difendere i resti di una barbara dittatura. A Rocca delle Caminate, nel comune di Meldola, in provincia di Forlì pare vogliano riaccendere la lampada utilizzata per segnalare la presenza di Benito Mussolini nel paese. Ad Affile dovrebbe aprirsi il processo per la costruzione di un monumento commemorativo a Rodolfo Graziani, condannato per crimini di guerra. E per venire più vicino a noi, la dirigente di un Istituto Comprensivo di Salsomaggiore ha proibito agli studenti di intonare 'Bella Ciao' durante le celebrazioni del 25 aprile per non turbare alcuni genitori. Sono piccoli segnali, se vogliamo, ma che ben rendono l’idea del clima generale. Questo anniversario ci chiama non semplicemente a ricordare, ma ad agire attivamente nella nostra società per realizzare quegli ideali che hanno contraddistinto il movimento resistenziale. I nostri partigiani non sono morti per le ingiustizie che abbiamo costantemente davanti agli occhi: mancanza di lavoro, disuguaglianze, egoismo. Noi siamo oggi chiamati a continuare la lotta, nella politica e nella vita di tutti i giorni. Viva la Resistenza! Viva la Costituzione nata dalla Resistenza! Buon 25 aprile!».

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